martedì 21 giugno 2016

Abbiamo bisogno di Utopie: Massimo Cacciari a "Matera 2019"

                  



LE  SOLLECITAZIONI   ''UTOPICHE''  DI  MASSIMO  CACCIARI  NELLA   CAPITALE  EUROPEA  DELLA  CULTURA  PER  IL  2019


      Grande evento culturale l'11 giugno a Matera, per la ''lectio'' tenuta dal filosofo Massimo Cacciari sul ''tramonto delle Utopie''.
      Perché si intuisca il rapporto fra il tema proposto e la città di Matera, è necessario ricordare i
cinque concetti chiave contenuti nel Dossier di candidatura ''Matera 2019'', che sono:  Futuro remoto, Radici e percorsi, Riflessioni e connessioni, Continuità e rotture, Utopie e distopie, e che
hanno contribuito all'ottenimento della denominazione.  Ovviamente è all'ultimo concetto chiave che si aggancia la proposta del professore-filosofo, nella sua ampia e storica ricostruzione del suo significato -
      E' partito  dal citare tre filosofi che hanno introdotto per la prima volta l'idea utopica e cioè Moro, Campanella e Bacone (Cinquecento);  quindi ha descritto quanto nel tempo evolvesse o regredisse tale pensiero, a seconda delle diverse e contrapposte tesi, con l' apporto di Marx e Weber (Ottocento), sino alla moderna Utopia che, per quanto al tramonto, non può considerarsi ''chiusa'', nel senso che rimane  aperta a prospettive e progettualità.  E' probabile che tale utopia possibile, realistica e concreta, pur nei suoi limiti, rappresenti l'ipotesi di uno sguardo oltre l'orizzonte del presente, e quindi la possibilità di immaginare un' oltre.
      Il filosofo, che è stato lontano (e con  modalità forse un po' accademica ma efficace) dal lin-
guaggio più semplice che usa nella comunicazione politica  (''otto e mezzo'', ecc.), ha prospettato comunque una ''infuturazione'' della società moderna, benchè sottesa (e minacciata?) da grandi questioni planetarie.
      E questa conclusione non può che rassicurarci, oltre che per il destino più ampio dell'umanità, anche per quello più particolare di una comunità "locale" come Matera che si accinge a divenire capitale europea, e che è andata a scovare fra le sollecitazioni utili al conseguimento del titolo, quella di un'utopia ''indispensabile'', se è vero che Matera possa rappresentare se stessa come città-simbolo di tutte le culture dimenticate, rimettendo in questione le risposte scontate e per lo più inefficaci alla crisi europea, al fine di produrre, si spera, un nuovo modello di sviluppo.
     Perciò non vi nascondo che sono uscito soddisfatto dalla sala delle conferenze del Palazzo Lanfranchi, ove si è tenuta la dissertazione, a pochi metri dal gigante pittorico del ''Lucania 61'' di Carlo Levi, che ha dipinto la terra lucana, sì povera e contadina, ma certamente non umiliata, come qualche noto giornalista (Sorgi) ha cercato di passare imperdonabilmente.
     Cacciari ha precisato il suo concetto di Utopia, in una ulteriore dichiarazione ad emittente locale, sottolineando ancora quanto essa possa rappresentare una ''energia'' capace anche di superare la ''disillusione nichilista''. Ovvio che il messaggio è importante anche per le generazioni giovani, bloccate spesso in una immutabilià del copione personale che impedisce loro, per l'appunto, di ''infuturarsi''nel sociale. Grazie Massimo Cacciari per averci infuso solidale ottimismo tra tanti scenari spesso cupi del tempo attuale. (Italo Zagaria,italo.zagaria@virgilio.it)


                                             


                                                                                       



1 commento:

  1. La precisazione del concetto di Utopia, da intendere come "energia", meriterebbe di mostrare anche un "risvolto pratico" .... forse estraibile [??] dai commenti già tentati [ma privi di riscontri] all'articolo
    (U)Topia: il noi e uno spazio rinnovato
    https://www.che-fare.com/utopia-uno-spazio-rinnovato/

    Chi vivrà vedrà.

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