giovedì 26 novembre 2015

The Lobster: che i single stiano attenti






Il mondo di Lanthimos è un futuro poco distante dove i single sono fuori legge e vengono internati in un hotel, luogo circondato da una splendida cartolina dai toni freddi, ed hanno 45 giorni per trovare l'anima gemella, periodo entro il quale vengono esposti i vantaggi pratici della vita di coppia in modo sterile e grottesco. A tutti viene tolta l'identità, vengono omologati con abiti e abitudini giornaliere lasciando in evidenza difetti fisici al fine di consentire il riconoscimento di eventuali affinità, ed ad ognuno viene data la possibilità di essere trasformato in un animale a scelta se allo scadere dei 45 giorni non dovessero aver trovato alcun affiatamento. E' l'aragosta l'animale scelto da David (un alienato Colin Farrell) perché vive più di cento anni, ha il sangue blu e può riprodursi fino alla fine dei suoi giorni. Allo scadere dei 45 giorni in hotel, David simula una finta affinità con una donna senza cuore che gli uccide il fratello trasformato in cane qualche anno prima, da cui scappa scegliendo di vivere nel bosco in prossimità dell'hotel, dove vivono i ribelli e dove vige la legge opposta. È un film totalmente asettico anche in presenza di qualcosa che riconduce all'amore. L'uso del paradosso nel primo tempo ha guidato lo spettatore verso le atmosfere lucide e grigie di Orwell, ma nel secondo la sceneggiatura gira intorno a se stessa lasciando lo spettatore avvolto in un vortice di inquietudine dettata da un'impronta che si posiziona oltre ogni umano sentire. Un crudele atto d'accusa nei confronti della società, per certi versi scontato e grottesco, talvolta pericoloso. Si fa fatica ad accettare il monito e la visione disumanizzata di un mondo mica tanto paralleloSiamo in allarme, in balia della ricerca sfrenata di un'identità perduta, dell'individualità che pone ognuno al centro del mondo, ma Lanthimos è come se ci sbarrasse la strada ponendoci di fronte all'ecatombe dell'uomo. Lo spettatore ancora in grado di sentire viene pervaso da un profondo moto di ribellione, e se questo è il senso dettato dall'opera, ha centrato l'obiettivo. Qui l'amore non vince, fa solo finta, vincono le trappole di una società che fa orrore dettando regole e imponendo schemi anche alla più assoluta forma di libertà. L'amore. E mentre nella letteratura di Orwell si intravedeva la minaccia di un regime totalitario che avesse il controllo sul pensiero, qui si passa al controllo dei sentimenti. È una visione che inquieta, che stringe in una morsa l'ultimo anelito di libertà che ci rimane. Lontana seppur vicina, è questa l'ultima pellicola di Lanthimos. (Antonietta D'Ambrosio)


GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE:


Si è svolta con successo la manifestazione organizzata dalla FIDAPA-B.P.W Italy - Sezione di Trani in collaborazione con SIEB, ADGI e AGAVE sul tema: I diritti delle donne violati nel mondo del lavoro. L'incontro ha attratto un folto ed interessato pubblico presso la Sala "Benedetto Ronchi" della Biblioteca Comunale "Giovanni Bovio" di Trani. Hanno aperto i lavori l'arch. Francesca Onesti, presidente FIDAPA SEz. Trani,  la quale ha parlato della vicenda giudiziaria che ebbe come vittima di stupro la grande artista Artemisia Gentileschi (i cui quadri sono stati illustrati e uno dei quali ha ben simboleggiato la violenza sulla donna-artista nel poster di invito); l'Assessore alla Cultura della Città di Trani, prof. Grazia Distaso, da grande italianista, ha trasformato i saluti istituzionali in una riflessione letteraria coinvolgente sulla concezione della donna nella letteratura italiana. 
Ha ben moderato i lavori il dr. Achille Miglionico (psichiatra e psicoterapeuta, SIEB). 
Si sono alternate l'avv. Antonella Labianca (ADGI), l'avv. Roberta Schiralli (AGAVE Trani), l'avv. Giuseppina Chiarello (ADGI) toccando la delicata posizione storica e giuridica della donna in ambiente lavorativo; non si è potuto tralasciare il tema drammatico della violenza criminale, tenuto conto che proprio nella "giornata internazionale" è stata assassinata dal marito una donna-avvocato (!). E' intervenuta sui temi  anche la dr. Conticelli (PM del Tribunale di Trani). La sedia vuota con la scritta "Posto OCCUPATO" e le scarpe rosse adagiate hanno presenziato quale prepotente monito alle coscienze di tutti. Ha concluso i lavori l'avv. Rosa Vulpio, vice-Presidente FIDAPA Distretto Sud Est, parlando delle iniziative associative come "posto OCCUPATO" e "codice rosa". Un grazie agli intervenuti (come al solito la presenza al "maschile" è apparsa bassa). Ricordiamo il numero telefonico 1522 per le pari opportunità, numero utile anche per indirizzare presso il Centro antiviolenza più vicino. (t.a.)






venerdì 20 novembre 2015

Progetto Cinema &Vita: Circolo "Dino Risi" e SIEB "insieme"

(Generazioni Parallele, foto am)



Le generazioni oggi appaiono più "parallele" e cittadine di mondi "paralleli" piuttosto che in sequenza ed i ruoli storici, sociali e psicologici (genitori, coniugi, figli, lavoratori, insegnanti ecc. ) risultano quanto mai incerti ingenerando conflitti sconosciuti che vogliono trascenderci al di là della voglia e l'intenzione di comunicare, al di là delle esperienze passate. D'altronde viviamo un mondo a vissuto "globalizzato" ove il "privato" corre verso il "de-privato". Si comunica tanto ma in solitudine. 
E' questo l'attrattore dell'opera ben fatta e ottimamente recitata dagli attori de "I nostri ragazzi"? Non lo so ma tutti i protagonisti mi sono sembrati soli in compagnia. L' Allein- stehen (l'essere-in-solitudine, diverso da essere-solo, in intimità con me stesso) si espande nella agorà del social network e nell' apeiron del web. E non ci si intende con il vicino. 
Si è aperta ieri la rassegna di film con incontri aperti organizzata dal SIEB con il Circolo Dino Risi di Trani. E' stata proiettata la pellicola di Ivano de Matteo "I nostri ragazzi", pellicola in cui i sistemi familiari vedono interrotta la propria routine (né vincente né perdente per dirla con il copione berniano) da un subitaneo crimine commesso da due figli. I genitori sanno, gli Altri non ancora. Gli autori del crimine vanno difesi? vanno consegnati alla Giustizia? qui si intrecciano vissuti attuali di "pietas" ed "humanitas", di etica e morale in una società fatta di mediatico che confonde il senso di privato/pubblico (alla Pareto). Una volta si diceva che ciò che non appare in televisione non esiste: qui il crimine è trasmesso in tv ed il "processo" è attivato in tv da una nota trasmissione che si occupa di cronaca nera (in luogo del "pubblico"?) ma scatena da una parte vissuti di rabbia e impotenza di una generazione di genitori (incline più a perdonare che seguire i propri figli) dall'altra vissuti di rabbia e vuoto esistenziale di una generazione di figli "digital natives" (pronti a chiedere più che a dare). Rifondare valori ed ideali-guida ma come? Parliamone in diretta tra persone "fisiche", toccandoci nel mondo reale e non avendo paura di trasmettere emozioni di incertezza. Il film è un tagliente punto interrogativo che cala nella mente dello spettatore confondendolo per i troppi temi sollevati. Ma - come è emerso nel corso del dibattito tra pubblico e didatti del SIEB - il "troppo" impera nel quotidiano del cittadino schiacciato da tanti "ruoli" sociali e psicologici non più in armonia. E le "vecchie" tematiche di sapore "edipico" dei genitori sembrano annegare nelle tematiche "marginali" dei figli. Anzi il complesso di Caino dei fratelli, prima bisbigliato e tollerato,  si traduce - attraverso le vicende dei figli - drammaticamente nel qui-ed-ora, come in un fumetto cui sono concesse assurdità. Solo lontanamente si rievoca la atmosfera "teatrale" di Carnage (2011) il film di Roman Polansky ove i genitori finiscono con azzuffarsi invece che riflettere sui propri figli. Emerge la incomprensione distaccata e totale tra generazioni, due mondi paralleli con diversi codici di comunicazione. Riflettiamo. 
Non ci sono risposte definitive ma va recuperata al più presto la collaborazione tra gli agenti della agenzia educativa: ripristinare quella alleanza didatticopedagogica tra genitori e corpo docente che oggi sembra solo un ricordo, facendoci sentire tutti soli nella moltitudine. 
Un grazie a tutti i partecipanti all'incontro. Alla prossima. (achille miglionico)

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Se il cinema è lo specchio della realtà, questo film rivela tutte le crepe di uno specchio in frantumi, e sfiorandolo appena, i mille frammenti ci feriscono senza lasciare scampo. Una realtà infranta da un benessere di pochi e per pochi, paradossalmente anacronistica, di una società senza padri e senza maestri, di ragazzi figli di un unico dio che sprigiona i suoi infiniti volti attraverso la rete. Con l'uomo nasce la sua sete di riconoscimento, di cura, ed il web attraverso i suoi svariati mezzi, soddisfa in pieno tale bisogno primario, in un click, sempre. E c'è da chiedersi se siano stati prima i genitori a sentirsi sollevati dall'impegno amorevole di esserci, o se d'un tratto si siano sentiti rimpiazzati da un così grande dio, pronto a rispondere prima di loro. Ivano De Matteo, ispirandosi liberamente al romanzo di Erman Koch "La cena", a due anni di distanza da " Gli equilibristi", col suo film presentato a Venezia nella sezione Giornate degli Autori, pone il suo sguardo ancora una volta su uno spaccato di vita borghese, dove le esistenze di due fratelli dai caratteri e dalle vite diametralmente opposti scorrono in parallelo incrociandosi solo una volta al mese in un ristorante di lusso per parlare di nulla e dove emergono evidenti ipocrisie, pregiudizi e falsi moralismi della coppia interpretata da Luigi Lo Cascio, chirurgo pediatrico, e Giovanna Mezzogiorno, madre fragile ma attenta, che si pone in contrasto col mondo sterile e patinato di Alessandro Gassmann, avvocato di grido, e di sua moglie Barbara Babulova, bella, sofisticata, intellettualmente vuota, ma devota. Quando le telecamere di sorveglianza riprendono una scena che vede i rispettivi figli protagonisti di un crimine, vengono giù le maschere e lo spettatore, che poco prima aveva attribuito i ruoli del buono e del cattivo, si vede costretto a ribaltare le sue posizioni. Michele, taciturno ed introverso, interpretato dal giovanissimo Jacopo Olmo Antinori, e Benedetta, a cui presta il volto Rosabell Laurenti Sellers, hanno i loro nomi ma sono i nostri ragazzi, figli di un tempo in cui il tempo non ha più valore, dove il silenzio, la solitudine e l'attesa hanno assunto un significato diverso rispetto al tempo in cui l'attesa veniva prima di una presenza, il silenzio lasciava spazio alla conferma e alla riflessione sui valori trasmessi, la solitudine consentiva di fermarsi. Lo sguardo di De Matteo è lucido e nitido ed attraverso i protagonisti, ognuno eccellente nel proprio ruolo, ci regala una pellicola per certi versi imperfetta per la povertà dei dialoghi, ma che a ben vedere si riempie di senso se tale povertà si legge come lo spazio lasciato ad ognuno per ascoltare la voce della propria coscienza. Prima dei titoli di coda, ad una voragine di troppe domande senza risposta, l'epilogo aggiunge un drammatico senso di vuoto dettato dall'assoluta assenza di amore. (Antonietta D'Ambrosio)

sabato 14 novembre 2015

FOTOTERRORE

L'antefatto: il Bataclan nel mirino per aver ospitato una manifestazione pro Israele


Parigi brucia




La partita Francia-Germania si ferma alle esplosioni

I tifosi evacuati cantano la Marsigliese

Chi li ha visti?

Retro dl Bataclan: uomini appesi alle finestre





La rivendicazione di Daesh (ISI)

"Ricordate, ricordate il 14 Novembre #Paris Non dimenticheranno  questo giorno come l'11 Settembre per gli Americani"

Il Papa prega "distrutto" ed emozionatissimo nella intervista telefonica 

Si cerca di fare il punto della situazione da incubo: ma le notizie incalzano senza tregua

L'unico islamico che abbiamo ascoltato e che abbia mostrato sdegno difendendo  i musulmani "europeizzati". Aspettiamo ancora un movimento corale di rifiuto ed una presa di coscienza credibile.

Le misure di sicurezza in Europa crescono


La rivendicazione "ufficiale"


E ora?



PARIGI BRUCIA. Parigi e l'Europa sotto attacco. Je suis Paris. I'm Europe.



7 gruppi di fuoco sino alle 02.30 con oltre 158 morti e tanti feriti. Hanno colpito gli innocenti. Twitter pieno di rivendicazioni jihadiste che preannunciano l'attacco a Roma (su cui pende il Giubileo? ma ne vale la pena?). La Torre Eiffel spenta in segno di lutto e l'Empire State Building di NYC che si accende per solidarietà dei colori della bandiera francese. Obama: "Un attacco a tutta l'umanità". Holland decreta lo stato di emergenza nazionale chiudendo le frontiere e proibendo manifestazioni cittadine di ogni tipo.
 La guerra parcellizzata - come la chiamiamo noi dall'11 Settembre, data che i "cinguettii" hanno più volte accostato a questa tragica notte del 14 Novembre - colpisce e colpisce. Anche quando il sedicente Stato Islamico è oramai stretto in una morsa.  Soprattutto in risposta alla eliminazione del "boia" Jihadi John.
L'Europa (compresa la Russia, che già sta svolgendo il lavoro "sporco" per l'Europa pavida e divisa) e gli alleati tutti hanno da decidere come unificare servizi segreti e strategie investigative  belliche difensive. Non più parole, niente buonismi né cattivismi (un quotidiano italiano esce oggi con il titolo assurdo di "Bastardi islamici").  Forse è il caso di creare una sorta di Interpol antiterroristica: non mancano le capacità di cooperare se i politici la smettono di fare solo politica. Agire. Ed agli islamici che non sono tutti fondamentalisti chiediamo: uscite in piazza con noi. Già conviviamo con ogni tipo di religione. Ma uscite in piazza prendendo una posizione, per favore. Altrimenti qualcuno (anche noi abbiamo fondamentalisti, sapete?) sospetterà di voi e saranno guai per tutti. E per i nostri figli cui diciamo di voler bene.(am)

venerdì 6 novembre 2015

AVVISO SIEB

Gregory Bateson
 
Roland Barthes


Ricordiamo che il 12 Dicembre 2015 dalle ore 9.30 alle 16.00 (con pausa pranzo) il dr. Achille Miglionico (etno)psichiatra ed esperto di videofotografia terrà un SEMINARIO SIEB obbligatorio per i Corsisti Counselling di ogni anno ed aperto (a pagamento) a ogni professionista d'aiuto ed a quanti interessati ai temi trattati. Argomento: "Cenni di ANTROPOLOGIA e ANTROPOLOGIA VISUALE". 
La Sede del Seminario SIEB è il Palazzo Beltrani, TRANI.
Al termine della stessa giornata - dalle ore 17.00 si terrà il LABORATORIO CULTURALE SIEB, aperto al pubblico e ad Associazioni interessate, dal tema: "AFRICA ADDIO: volontariato, migrazioni e razzismi" con lo Staff SIEB e rappresentanti di Organizzazioni di volontariato. LETTURE dell'Attore Michele Lattanzio. Videoproiezioni e concomitante Itinerario fotografico con istantanee scattate in Africa Orientale da Achille Miglionico nel periodo 2010-2013.
Diffondete e partecipate.

mercoledì 4 novembre 2015

NUOVA ATTIVITA' SIEB con CAT

DOPOSCUOLA
… come imparare a studiare.
            Il doposcuola è un progetto di rafforzamento e di sostegno all’attività di studio che mira a  migliorare il rendimento degli studenti, prevenire la dispersione scolastica, anche attraverso il rafforzamento di alcune discipline e l’intervento su alcune specifiche difficoltà di apprendimento, con lo svolgimento di compiti a casa e creazione di progetti specifici. 
            L’obiettivo è individuare le "cattive abitudini" di studio finora utilizzate dagli studenti e fornire feedback rinforzando, in questo modo, l’apprendimento ed il meta-apprendimento. La finalità è quindi  quella di “imparare a fare i compiti” e non solo “fare i compiti”. Il tutto passa attraverso la rieducazione alla lettura e alla definizione di una metodologia di studio efficace.
                  I  servizi nascono per sostenere i bambini della scuola primaria e i ragazzi delle scuole medie, sia inferiori che superiori.
                  Docenti di varie discipline e pedagogisti selezionati seguiranno  i  bambini ed i  ragazzi nell'attività didattica nello  studio e nello svolgimento dei compiti scolastici, nella preparazione di interrogazione ed esami o, nel periodo estivo, nel recupero dei debiti formativi.
           
            Le modalità di funzionamento del Centro:

ü  Sarà attivato un doposcuola durante il quale verrà effettuata attività didattica di svolgimento compiti per l'intero pomeriggio (15.00 -18.00) con la supervisione di un insegnante, o più insegnanti, in base alle materie, oltre alla verifica finale del lavoro svolto.
ü  Saranno creati  gruppi di studio, soprattutto per quanto riguarda lo studio delle lingue e della matematica, e/o vere e proprie lezioni individuali riguardanti una materia specifica durante le quali un insegnante seguirà il ragazzo in modalità “one to one”.


DOPOSCUOLA POMERIDIANO
TUTTI I POMERIGGI
 per  gruppi composti da un minimo di
3 studenti

DALLE 15.00  ALLE 18.00

IL DEFUNTO (MAJAKOVSKIJ) ODIAVA I PETTEGOLEZZI ma avrebbe apprezzato questo libro


Grazie a Serena Vitale esce un libro unico, originale, tecnico e documentato, a tratti poetico, "montato" come un film documentario (documovie) con salti temporali. Il tutto tiene con il fiato sospeso a partenza da quell'Aprile 1930 (85 anni fa) allorché  Vladimir Vladimirovic Majakowskij muore suicida, sollevando un grigiore ed un polverone nell'inossidabile dogmatismo dell'era di Stalin. La notizia della morte imprevista di M. arriva alla cupa Lubjanka, allora sede dei famigerati servizi segreti sovietici (la ceka, la OGPU poi NKVD e KGB; ora FSB russa). Immediato è l'ordine dei quattro dirigenti OGPU (Agranov, Alievskij, Gendin, Rybkin) di mettere a tacere ogni cosa e si recano al n. 3 di passaggio Lubjanskij, ove giace riverso in una strettoia il gigantesco corpo esanime del poeta e drammaturgo. Da qui si svolge una sequenza di quadri interessanti e ben collegati. Il compagno Gendin redarguisce Valerij Gorozanin per aver regalato la pistola Mauser al poeta nel '27 senza aver ricordato all'artista che la licenza andava rinnovata. Cinque anni dopo , nel 1935, sarà Gendin ad essere rimproverato aspramente da Ezov per aver sostituito la pistola Mauser con una Browning. Catene burocratiche e poliziesche. 
Complimenti all'Autrice. Che bel libro. Intrigante e "storico".
Finalmente ho avuto modo di "collocare" in uno spaziotempo attendibile le vicende storiche e le opere dello "scomodo" Majakowsky. Perché il poeta, originalissimo e ciclotimico, sarebbe stato scomodo sia nella società occidentale sia - come lo è stato - ad Est. Era tutto ed il contrario di tutto: la sua fu una professione di fede politica discutibile e malsistematizzata (come la sua intera e breve vita), una visione scissa e contraddittoria che dette molto da pensare ai difensori di regime ed alla Russia stalinista che di lì a poco sarebbe entrata nel Terrore.
Stalin ed il carnefice, "nano malefico", N. Ezov: mente e braccio delle Purghe. Ezov è responsabile di atrocità individuali e di massa. Finì anche lui per essere accusato di tradimento e forse fucilato.

La vita nei Gulag ove confluivano i deportati e reclusi di tutti i presunti oppositori al regime

Il Poeta "inquieto": nato nel 1893 in Georgia. Figlio di un guardaboschi ebbe una infanzia dolorosa e ribelle. Si trasferì a 13 anni a Mosca con la madre e le sorelle, ove studiò.

Veronika Polonskaya: Belle di ogni tempo. Coinvolta nella morte? negherà la relazione con  M.



Nella sua lettera di commiato il Poeta scrisse: "A tutti. Se muoio, non incolpate nessuno. E, per favore, niente pettegolezzi". Stranamente anche il suicida Cesare Pavese scrisse qualcosa di simile: "Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi."



Stalin avrebbe, dopo il 1930, progressivamente accentrato il potere nella sua persona, grazie al pieno controllo della potente nomenklatura, la burocrazia del Partito comunista. Servendosi della potentissima polizia segreta, eliminò tutti gli oppositori, tra i quali molti protagonisti della rivoluzione d'ottobre del 1917. Nel 1934 Stalin, dopo la poco chiara uccisione del suo collaboratore Kirov, prese a scatenare le "Grandi Purghe", che  tra il 1936 e il 1939 eliminarono centinaia di migliaia di militanti comunisti ed anche comunisti italiani emigrati in URSS a causa del nazifascismo; fu poi la volta di un enorme numero di ufficiali e soldati dell' Armata Rossa, i quali furono messi sotto accusa come "nemici dello Stato", incarcerati, "indotti" a confessare colpe inesistenti e condannati a morte o al lavoro forzato. Bukharin, Kamenev, Rykov e Zinoviev, condannati alla fucilazione, furono le più celebri vittime delle epurazioni staliniane. Trotskij, acerrimo oppositore di Stalin anche dall'esilio, fu rintracciato in Messico e assassinato nel 1940. Majakovsky mai avrebbe immaginato che il regime totalitario e di polizia, il cui alito greve si avvertiva già nella prima metà degli anni Trenta, avrebbe cagionato la morte di centinaia di migliaia di persone. Tra i 15 e i 20 milioni furono invece i deportati nell'arcipelago dei campi di lavoro, il Gulag. Sicuramente il Nostro, già attaccato come controrivoluzionario alla fine degli anni Venti, avrebbe perso la vita nelle Purghe.
Nel volume della Vitale si apprezza l'atmosfera di quegli anni Trenta che preludeva alle epurazioni ed alle eliminazioni degli oppositori al regime: l'aria è permeata di infiltrazioni e convivenze forzate, dell'azione silente di informatori e della propaganda dei teorici di Partito che censivano e bloccavano qualsiasi messaggio artistico che non fosse trionfalistico della Rivoluzione. Sembra di vederle quelle stanze e quegli uomini "controllati"  in maniera capillare "in vivo": ma nulla può soffocare la intrinseca libertà dell'io e dell'arte. (achille miglionico)

Serena Vitale è professore ordinario di lingua russa. Traduttrice e scrittrice, ha ottenuto nel 2001 il Premio Bagutta e il Premio Piero Chiara. Di lei Adelphi ha pubblicato, con vasta risonanza, Il bottone di Puškin (1995).

INVITO ALL'ARTE


domenica 1 novembre 2015

Johan Huizinga ed Eric Berne

Johan Huizinga (1872-1945)


Chi ha partecipato a seminari SIEB ha sentito nominare Johan Huizinga molte volte dai docenti in quanto Eric Berne lo cita con insistenza. Lo storico olandese morì nel 1945 dopo tre anni di prigionia sotto l'occupazione nazista. Straordinaria l'intuizione che il gioco in senso ludico fosse un motore di cultura. Autore e analista storico assai fine e capace di metaosservazione, ha privilegiato nell'indagine periodi storici caratterizzati da "liminarità e transizione", interpretandoli alla luce di una nuova concezione che vede l'agire umano come un gioco formale  attuato da attori sociali al fine di distogliersi dal reale, dal qui-ed-ora e di riorientarsi nel mondo con modelli ideativi e simbolici.  Suggeriamo sulla antropologia del gioco e su Huizinga la lettura seguente tratta da www.sulromanzo.it (am)

http://www.sulromanzo.it/blog/huizinga-e-l-homo-ludens-antropologia-e-gioco-2

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