martedì 23 giugno 2015

ELOGIO della FOLLIA 25: ancora CDP&morale






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CHIARIMENTO DELLA REDAZIONE. E' vero. Nel mondo vi sono missionari e suore che operano nel silenzio e nella sofferenza alleviando la sofferenza altrui. Noi ne conosciamo molti (basti vedere i nostri articoli in AFRICA. Nelle nostre vignette QUI noi stigmatizziamo la situazione morale nella quale versa un ente religioso che da anni è stato saccheggiato da tanti uomini di pochi scrupoli. Comunque fa ancora più male sapere che chi ha contribuito selvaggiamente al crac portasse quell'abito religioso che andava rispettato.Come il Fondatore ha sempre fatto. 

domenica 21 giugno 2015

UN CORREDO FOTOGRAFICO "all-in-one" e ultraleggero: FUJIFILM XT1 con zoom XF 18-135








Questo non vuole essere un articolo tecnico ma è solo la cronaca di una scelta. E si sa, talvolta uno si riempie di dati tecnici su di un oggetto tecnologico e poi sceglie su basi irrazionali (forma, colore, volumi). Mi sono sentito molto in sintonia con un lettore di FOTO cult  che sul numero di Giugno corrente  - lui possessore felice di una Nikon D-800 pluricorredata e nikonista convinto (come me) -  si diceva in attesa di una  snella mirrorless APS-C che in casa Nikon tarda ad arrivare. Un secondo corpo macchina per intendersi ma più leggero, magari con la possibilità di poter usufruire degli obiettivi di cui con grande sacrificio ci si è dotati nel corso degli anni. 

Questione di pesi infatti, in quanto è sempre più arduo trasportare in aereo la propria attrezzatura fotografica. Se si viaggia per esempio con la Wizzair non è neanche consentito portare al collo la macchina fotografica (e alla donna la borsetta!): solo un bagaglio da cabina sotto i 7 kg. Praticamente per viaggiare in Romania - come è capitato - ho dovuto portare solo il 35 mm montato sulla superba D-800, sacrificando persino parte dell'abbigliamento (non l'intimo, per carità). Un corredo Nikon o Canon semiprofessionale/professionale pesa da alcuni kg in su. 
Quid facendum? Che fare? ne discutevo in un articolo dell'anno scorso a proposito dell'utilità del 35 mm Nikkor. (Trasporti aerei per fotografi e l'atteso obiettivo full-frame AF-S NIKKOR 35mm f/1.8G. )  Inoltre piacerebbe a molti poter condividere con un secondo corpo macchina gli obiettivi costosi e luminosi della prima macchina ma montare gli obiettivi Nikkor AF-S su una piccola e leggera Nikon 1 richiede un adattatore F-mount che costa almeno duecento euro, con risultati deludenti in quanto a maneggevolezza e risultati. 
Personalmente ho curiosato altrove ed ho trovato ampie recensioni positive su la Fujifilm ammiraglia della serie XT: la intrigante e leggera XT-1. E' uscita un anno fa, quanto basta per una verifica sul campo: il fotografo professionista Max De Martino - www.maxdemartino.com -  l'ha adoperata in un matrimonio in accoppiata al sistema Nikon con ottimi risultati, alleggerendo il lavoro di ore. E non solo un professionista l'ha fatta sua. 
Per ricordare a quanti non ricordano la differenza tra i sensori delle camere digitali riproponiamo una figura riassuntiva, ricordando anche che il full frame  (FX della Nikon) corrisponde concettualmente al formato 24x36 mm delle pellicole 135, introdotte dalla Leica e dal geniale Oskar Barnack: anche lui aveva un problema di trasporto, essendo fortemente asmatico, e quindi per alleggerirsi inventò il formato Leica ( da Leitz Camera), sul mercato dal 1925 circa, pur essendo stato ideato prima della 1^ Guerra Mondiale). Scusate la digressione storica (da fotografo con capelli bianchi) ma è più forte di me.


Oskar Barnack, padre della Leica (e del formato "Leica")


pellicola 24x36 mm
 




 LFuji X-T1,  mirrorless (senza specchio e pentaprisma, per intendersi), ammiraglia della serie X di Fujifilm ha un aspetto affascinante e comodo grazie all'aspetto un poco retrò (belle e anche  "comode" le ghiere superiori che, tra le mani, mi hanno rimandato ad una mia "vecchia" Olympus "analogica").








Una macchina fotografica, dunque, tutta nuova che rientra nella tendenza delle Olympus O-MD EM-1 e della attuale Sony a7/a7r.

Una mirrorless "tosta" (misura 129 x 90 x 47 mm e pesa 440 grammi) con il mirino elettronico al centro del corpo macchina (con l'asse ottico dell’obiettivo): anche questo un particolare che trae spunto dalle reflex analogiche (acc, debbo frenare ogni nostalgia).
La Fuji X-T1 ha un corpo "tropicalizzato" (con 80 guarnizioni), protetto dalla polvere e dagli spruzzi nonché al gelo fino a -10°C, e perciò pronto a operare in ogni luogo e tempo. A dispetto dei selettori meccanici dispone di  Wi-Fi incorporato, con controllo remoto utilizzando smartphone e tablet. Se c'è una pecca? Naturalmente. Senza difetti non ci piacerebbe: fa "personalità". Manca di flash pop-up, ma non se ne sente la mancanza in quanto è di corredo un piccolo ma valido flash da innestare. Il tasto rosso di registrazione film  è troppo piccolo, facile da far partire ma difficile da arrestare...
Noi l'abbiamo provata con il tuttofare XF 18-135 f3,5-5,6 LM OIS WR e ci ha accontentati in ogni tipo di ripresa. L'obiettivo? ha una apertura di campo equivalente ad uno zoom 27-206 mm su full frame: un obiettivo in grado di soddisfare ogni esigenza di viaggio o reportage, resistente a polvere e umidità, ben stabilizzato (il che fa risparmiare fino a 5 stop). Ed il peso? L'"obesità" è uno spettro anche nella tecnologia. 490 grammi ! che in aggiunta al corpo non arrivano al Kg.  Un sogno che si avvera. Se in zaino mettiamo anche un Apple Mac Book Air stiamo intorno ai due chilogrammi. Ci rimangono 5 kg di indumenti per sottometterci alla avara Wizzair. (achille miglionico) 

giovedì 18 giugno 2015

PSICOSI tra PATHOS e LOGOS: CONVEGNO Siracusa

Siracusa, Ortigia

Psicosi: il film Beautiful Mind




Siracusa, Hotel Villa Politi, 11-13 Giugno 2015. Si è svolto importante convegno  ECM, organizzato da Università e Policlinico di Catania & Società Italiana  di NeuroPsicoFarmacologia sul tema "Psicosi tra Pathos e Logos".
Questa non è la semplice cronaca di un Convegno e non per niente è firmata da uno psichiatra ed un neurologo abituati a lavorare assieme, anche in campo psicoterapeutico. Anticipiamo che il convegno ci è stato particolarmente utile e gradito in quanto gli illustri Relatori che vi hanno partecipato (= insegnato) hanno tutti rilanciato il "sapere" psichiatrico e l'importanza di un "sapere aperto" ad ogni orizzonte: le scienze psichiatriche mostrano di allontanarsi da quella "deriva politica" che, in Italia, l'ha caratterizzata dagli anni Ottanta in poi: deriva che ha condizionato pesantemente rilevanza scientifica sfavorendo quella assiale contemporaneità  di ricerca biologica e riflessione antropologica. In effetti la "politicizzazione" della scienza psichiatrica ha finito per incrementare la dicotomia cartesiana tra psiche e soma, tra neurologi e psichiatri, tra psichiatri e psicologi: è sempre più raro trovare specialisti che sappiano destreggiarsi nel continuum della neuropsichiatria. E'  anche colpa di quella forzata divisione di specializzazione in psichiatria e neurologia che forse fu operata negli Ottanta più per una "moltiplicazione" di cattedre che per una effettiva necessità didattico-clinica? Comunque, quando ci si specializzava negli Ottanta in neurologia o psichiatria, i primi due anni su quattro di specializzazione erano realizzati in ambito strettamente neurologico e quindi ogni psichiatra era in grado di eseguire un corretto esame neurologico ed un corretto esame psichico se era neurologo. Poi la dicotomia è aumentata: una nostra collega ci rivelò  "di non saper prendere la pressione arteriosa", di non sapere nulla di equilibrio idroelettrolitico e quindi immaginiamo che non sapesse neanche tenere in mano un martelletto neurologico... La ricerca neurobiologica che si è consolidata negli anni, si allontanava sempre più dalla psichiatria in favore di una neurobiologia "sganciata", strano connubio tra neurologi/psichiatri "biologici" e psicologi talmente tesi al versante cognitivo da omettere il mondo emozionale. Alla fine degli anni Novanta sono emersi con prepotenza illustri neuroricercatori come Antonio Damasio che hanno richiamato la importanza del polo-emozioni sulla polarità cognitiva: un binomio, quello emozioni-cognizioni inscindibile (si pensi al fortunatissimo volume di Damasio dal titolo: L'errore di Cartesio).  Ecco perché ci è piaciuto il clima rilassato e di alto profilo culturale del Convegno, che ora andiamo a riassumere per sommi capi.

Orlando Todarello (Università di Bari) ha moderato la sessione di apertura. Giovanni Biggio (Ist. Neuroscienze, CNR, Cagliari) ha parlato di Meravigliosi Neuroni tra Emozioni, Disturbi del Sonno e Sostanze di Abuso, relazione affascinante per temi e per la comprovata dimostrazione di quanto l'ambiente influenzi il genoma attraverso meccanismi epigenetici. In uno studio recente (Depression, anxiety and telomer lenght in young adults, Mol. Psychiatry, 2015) si è scoperto - per esempio - che il telomero di madri depresse trattate farmacologicamente è più corto rispetto alla popolazione di confronto; in un altro si è visto che i figli di madri depresse trattate farmacologicamente sono più resistenti agli antidepressivi (PNAS, 2012). Recenti studi di neurobiologia hanno dimostrato poi che il cervello diviene adulto a 17-19 anni nel sesso femminile e 20-22 nel sesso maschile (è per questo che le donne sono mature più dei coetanei uomini). Gli anni della adolescenza sono cruciali per lo sviluppo fisiologico del cervello e il raggiungimento di un buon equilibrio mentale. Modificazioni nello sviluppo della corteccia cerebrale possono rendere vulnerabile il soggetto agli insulti ambientali. Un ambiente familiare e scolastico positivo e ricco di stimolazioni è elemento fondante per garantire un buon sviluppo delle funzioni cerebrali. L'assunzione di sostanze d'abuso (cannabis, alcol, cocaina, eroina, estasi ecc.) risulta deleterio per la omeostasi cerebrale e per lo sviluppo quanto più è precoce la assunzione (il che sta accadendo tra gli adolescenti). Le sostanze psicoattive "mordono" l'hardware cerebrale così come certi imputs ambientali sono in grado di modificare cluster specifici di geni  attraverso meccanismi epigenetici. Negli anni critici della preadolescenza e adolescenza i danni derivano già a piccole dosi predisponendo a rischi di malattia mentale.

Carlo Maggini (Professore Emerito di Psichiatria, Un. Parma) ha dedicato il suo contributo al prof. Pietro Sarteschi, il quale ha ricoperto storicamente la prima cattedra di Psichiatria in Itali e che è morto a 94 anni nel marzo di quest'anno: Il Modello della coerenza dinamico-strutturale di Janzarik delle psicosi è il titolo di una lezione magistrale che ha richiamato dibattiti psichiatrici dopo Karl Jaspers (da quanto tempo non sentivamo citare Jaspers e la sua Psicopatologia Generale! ivi è la più fascinosa ed insuperata descrizione della genesi del delirio). Di Maggini, il prof. Aguglia ha detto che "è il referente nazionale della psicopatologia italiana". Ed è vero. 
E' riemerso prepotente il concetto di  Psicosi Unitaria (ed oggi si parla tanto di Spettro della Schizofrenia, dell'Autismo ecc.): psicosi unitaria (Einheitpsychose) è concetto  elaborato da Wilhelm Griesinger (1817-1868) per definire i disturbi psichici all’interno di un continuum psicopatologico unitario. Tale concetto è stato successivamente ripreso da Karl Menninger, il quale, nel 1958, notava come “invece di porre così tanta enfasi sui differenti tipi di malattie, dovremmo pensare alla malattia mentale come essenzialmente unica in qualità, ma piuttosto diversa in quantità”.
Eugenio Aguglia (Professore Ordinario di Psichiatria, Dip.to di Biomedicina clinica e molecolare) ha dissertato, da Maestro e grande comunicatore quale è, su Schizofrenia e DSM-5, sottolineando aspetti storici attuali ed inattuali della evoluzione nosografica.
Liliana Dell'Osso (Dip.to di Medicina Clinica e Sperimentale, Un. di Pisa) in teleconferenza ha illustrato lo Spettro Autistico e Bipolare: ruolo del Trauma. Una mole crescente di dati indica una elevata incidenza di disturbi dell'umore in soggetti con Disturbo dello spettro Autistico (ASD).
Filippo Bogetto (Professore Ordinario Un. di Torino, Direttore SCDU Psichiatria 1) ha parlato di Disturbo Bipolare e Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC).
Andreas Erfurth (Professore di Psichiatria, Un. di Vienna) ha illustrato Le facce diverse della Depressione: unipolarità vs bipolarità. Ha toccato anche il tema di un nuovo farmaco per il controllo rapido della agitazione psicomotoria in soggetti bipolari e schizofrenici (Adasuve, loxapina in polvere da inalazione, recentemente introdotto in Austria).
Robin Murray (Professor of Psychiatric Research, Institute of Psychiatry, Kings College de Crespigny Park, Londra) ha affrontato con ironia e simpatia What do we know about the causes of Schizophrenia? Ha mostrato gli studi che indicano come il consumo di cannabis incrementa di circa 5 volte il rischio di insorgenza della schizofrenia.
Guido Di Sciascio (Azienda Ospedaliera Universitaria, Policlinico Consorziale, Bari) ci ha condotti per mano nella scelta di Strategie di Switch farmacologico nel passaggio da neurolettici classici ed atipici e nel trattamento con i nuovi antipsicotici LAI (long acting in forma iniettoria)
Claudio Mencacci (Direttore del Dip.to di Neuroscienze del ""Fatebenefratelli" di Milano) ha parlato di uno scottante argomento clinico: La sfida del trattamento della Schizofrenia durante  la gravidanza ed il postpartum.
Giancarlo Nivoli, pastPresident della Società Italiana di Criminologia) ha introdotto e commentato l'attenta analisi di Filippo Drago (Professore Ordinario, Catania) sulla Etica nella prescrizione dei farmaci in Psichiatria: il cono d'ombra della Responsabilità Professionale. Utilissime le suggestioni ed i consigli pratici in un mondo professionale sempre più alla mercè delle azioni legali. Liliana Lorettu ha analizzato l'omicidio del Medico (da parte del paziente): in Italia 18 medici sono stati uccisi tra il 1988 ed il 2013 con un tasso di 0,3/100.000. Di questi casi 7 sono stati attuati da un pz psichiatrico e 3 in ambienti di lavoro non sufficientemente sicuri.
Il Corso ECM si è chiuso il sabato in un clima di generale soddisfazione ed amicizia. (achille miglionico e saverio papagni)

Carlo Maggini

Orlando Todarello

Andreas Erfurth

Giuseppe Fichera

Eugenio Aguglia (Mencacci a dx) (Filippo Bogetto sorridente)

Eugenio Aguglia

Claudio Mencacci (secondo da sin.), Guido Di Sciascio (primo da dx)

Aguglia con i suoi specializzandi

Carlo Maggini


Robin Murray



Filippo Drago

Giancarlo Nivoli



Stand di contributor non condizionante: il presidente della ArcaPharma Vito Calderone


Saverio Papagni

Achille Miglionico






Arrivederci Etna





domenica 14 giugno 2015

CENT’ ANNI DI GUERRA E PACE …Tra luci e ombre: un libro "giovane"



Il libro è curato dal professore  Paolo Farina del Liceo Statale Scientifico  R. Nuzzi di Andria. E’ un libro originale, scritto a più mani dai ragazzi del liceo IV A (anno scolastico 2014 e 2015) e fa parte della nona collana. E' un modo diverso di scrivere e insegnare l’italiano, la storia ed avviare gli alunni al fatidico esame di stato. Il Farina, docente di italiano e latino, ha messo all’opera in questi anni diversi suoi alunni del Iv anno di liceo ed ha curato in passato già otto collane tra cui Memoria e Libertà : i giovani e oggi, Pirandello? Così è (…se vi pare!), La Guerra di mio nonno Viaggio nella memoria andriese della Seconda Grande GUERRA, Guerre Dimenticate per essere voce di chi non ha voce, Un gommone carico di sogni alla ricerca del pomodoro promesso, Dillo Donna, Dipendentemente, Vip – Vittime in Puglia per mano di mafia. Tutti i suoi libri e quest’ ultimo parlano di diritti negati. In particolare Cent’ anni di guerra e pace tra luci e ombre è un reportage scolastico che documenta in modo storico guerre, conflitti etnici e quanto di violenza ha costellato le cronache e la storia recente: si va dal Vietman alle Torri Gemelle, dalla Seconda Intifada alla follia omicida dell'Isis, dall’ Ucraina o alla striscia di Gaza. Ma nel volume non si parla solo di guerra, ci sono anche esempi di "pace", di azioni ed attività pacifiste nel libro scritto dai ragazzi e curato dal prof. Farina: campagne non violente di Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela; si parla della Dichiarazione Universale dei diritti dell’ uomo, della caduta incruenta del Muro di  Berlino; non ci si dimentica del nazismo e fascismo e dell'Olocausto; ci si occupa del movimento di emancipazione femminile, di quello per la tutela dei minori ecc. In questo reportage scolastico non conta mettere tutto e tutti nel calderone, ma emerge la sentita esigenza dei giovani di sentirsi semplicemente costruttori di pace. Conoscere le guerre avvenute affinchè non ci siano più orrori nella storia, questo il messaggio (utopico?) del lavoro.  Si sviluppano nella collaborazione e nella ricerca di gruppo alla base di siffatti lavori utili riflessioni su temi antropologici di rilievo etico e morale; si solleva prepotente nella mente dei giovani l’obiezione di coscienza contro guerre e violenza ideologica. Naturalmente non basta documentarsi e documentare: occorre "praticare" la pace superando la  mentalità individualistica e di sopruso nella relazione con l'Altro. Qui c’è tanto da imparare per ognuno di noi. (sabina pistillo)


foto a.m.



"La Carità ha fatto Eco": il malaffare Casa Divina Provvidenza di Bisceglie supera ogni immaginazione.





Eco della Carità è il notiziario (antico nelle origini) della Casa della Divina Provvidenza e qui una forma distorta di Carità ha invece fatto Eco mediatico. Apprendiamo dai più noti quotidiani e dai mezzi televisivi nazionali  che la Casa della Divina Provvidenza e l’Opera Don Uva è entrata come il Nautilus in un gorgo rispetto al quale il Maelstrom descritto da Giulio Verne sembrerebbe uno scarico di lavello. 


Il 10 Giugno 2015 la notizia si diffonde sulla carta e nel web. Dieci arresti (di cui sette ai domiciliari) per il crac della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, il grande polo ospedaliero riabilitativo finito in amministrazione straordinaria ai sensi della legge Prodi bisTra le misure richieste ai domiciliari c’è anche quella che riguarda il sen. Antonio Azzollini (Ncd), già noto sindaco di Molfetta, presidente della prestigiosa Commissione Bilancio del Senato, sul quale ora dovrà esprimersi il Parlamento. Sul senatore si sono accesi i riflettori (troppi per non sospettare mire d'altro tipo). Lui avrebbe detto cose indicibili alle suore ed i media ci inzuppano il pane. A lui ed alla "politica" sembra stiano ribaltando ogni tipo di responsabilità del crac persino le suore stesse nelle interviste rilasciate a varie testate (anche questo è strano: il controllo sulle suore è stato - a memoria storica - sempre forte da parte del consiglio generalizio). Francamente la redazione che conosce attraverso dipendenti ed ex dipendenti l'iter compiuto dall'Ente in questi anni non crede molto a responsabilità unicamente politiche (sembra di sparare sulla Croce Rossa oggigiorno a sparlare dei politici). Ogni dipendente o ex della Casa sa e non dice e se dice ecco che le responsabilità dissipatorie sono anche più antiche ed allargate. Da molto più di 10 anni l'Ente si muoveva in assoluta resistenza sia alle inevitabili pressioni politiche sia alle pressioni dirette ed indirette del Vaticano, stanco e irritato dalla condotta anarcoide della Congregazione e del suo legale rappresentante. Una conduzione vanamente contenuta e  confrontata da più parti, anche da forze sindacali (quelle non colluse). E se le suore configgevano divise in fazioni, altri "partiti" interni (funzionari) e diversi "poteri deboli" si sono a lungo contrastati senza permettere che ne emergesse mai uno "forte" e saldo, qualcosa che ricordasse il periodo storico del comm. Leone (un poco come nel dopoguerra si diceva che "si stava meglio quando si stava peggio"). Sui bilanci e sulla gestione finanziaria "allegra" sussistevano dubbi da almeno un decennio e basterebbe vedere quanti personaggi si sono alternati e contrastati nel management per comprendere che gli interessi economici e di potere fossero enormi. Per non parlare di quanti direttori amministrativi e sanitari si sono alternati. Noi stessi (ed altri) negli articoli del 2012 tentavamo di focalizzarci su sprechi ed illeciti della CDP: come si poteva parlare di esubero di personale e di crisi quando pullulavano uffici inutili, stipendi-vitalizi a soggetti che non svolgevano attività di sorta, appalti e subappalti più che sospetti, assunzioni in periodi di crisi (oltre 200!), consulenze faraoniche legali e no ecc.? Insomma quanto di meglio sa escogitare il genio italico.Le manette sono ora scattate per ex responsabili e consulenti esterni della struttura: in carcere Dario Rizzi, Antonio Battiante, Rocco di Terlizzi; ai domiciliari la madre superiora Marcella Cesa e suor Assunta Puzzello, Antonio Damascelli, Adrijana Vasiljevic, Angelo Belsito, Augusto Toscani (già liquidatore della Breda) tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta.
La conferenza-stampa degli inquirenti


La Madre Generale Suor Marcella Cesa agli arresti domiciliari. Sono anni che  veniva "sfiorata" da vicende giudiziarie varie. Con lei la mission dell'Ente ha subito una distorsione per cui l'Ente morale è stato interpretato come ente di profitto.

La Adrijana coinvolta in "relazioni pericolose. La "facilitazione" della vaselina ( o vasellina) è stata a lei richiesta.


Dario Rizzi è il dirigente la cui ascesa è stata bloccata dal licenziamento prima  ed ora dal carcere (è detenuto a Trani). A lui si devono le conversazioni telefoniche erotico-sentimentali con la procace e ambiziosa serba.




E chi ne fa le spese è il cittadino, inerme e inebetito, il cui sguardo e le cui orecchie sono colme di idiozie mediatiche e disonestà civile. Il Paese è spaccato su ogni cosa: leggevamo sul El Pais Semanal (n.2.019 di Giugno) che la capitale della Danimarca  si è convertita nei piani e nei fatti nella città più ecologica del mondo grazie alla determinazione dei suoi abitanti e alla coesione di tutte le forze politiche. A noi italiani sembra una follìa l’accordo tra le parti soprattutto politiche e la maggior parte dei fatti annegano generalmente in un lago stagnante di parole. I problemi non sembrano mai essere lo spunto per una risoluzione e la parola problem solving è sconosciuta ai più. Ci vergogniamo di come i “fatti” siano compiuti prevalentemente ai fini di potere e tornaconto personale. Tempo fa la Redazione si occupò della crisi dell’Ente “Casa Divina Provvidenza” che una volta era chiamato la “FIAT del Sud” per i livelli occupazionali espressi nelle sue sedi centromeridionali. Gravava sul “fallimento” dell’Ente il sospetto di illeciti, oltre che di incapacità gestionale ma nessuno avrebbe pensato che si aprisse un Vaso di Pandora, venefico ed al tempo stesso tragicomico.



La nota istituzione di matrice religiosa, gestita da una congregazione che si è rivelata nel tempo sempre meno “religiosa", ha in passato e avrebbe dovuto nel presente e futuro della riabilitazione, ricoprire un ruolo nodale gestendo in convenzione con la Regione una consistente e delicata “fetta” (in senso statistico e non di “gnam gnam”) di salute pubblica e danaro” pubblico”. Il passato dell’ente in questione è stato per almeno un sessantennio di buon valore socioassistenziale e scientifico con punte massime di occupazione di oltre tremila dipendenti solo nella sede centrale di Bisceglie, sede “casa madre”, cui bisogna aggiungere le sedi periferiche che all’epoca erano Palestrina e Guidonia nel Lazio, Potenza in Lucania e Foggia (e Bisceglie) in Puglia più due sedi in Sudamerica. Dunque l’ente CDP, noto storicamente per aver accolto “i diseredati” e gli “ultimi” della società dagli anni Venti del secolo scorso, è balzato ai “disonori" della cronaca per una serie di accadimenti riguardanti essenzialmente il management amministrativo e religioso: si sono stornati fondi rivenienti dalle attività sanitarie convogliandoli su conti correnti paralleli o sommersi intestati a titolari fittizi e gestiti con criteri privatistici (p.e. cosiddetto “tesoretto” di  circa 27 milioni di euro scoperto dagli inquirenti nel 2014) . Per non tacere del vergognoso conto corrente ove veniva convogliato danaro donato per la beatificazione del Fondatore ed invece diversamente utilizzato: Don Pasquale Uva  sicuramente è in rivolta permanente nel suo loculo ubicato nella basilica di san Giuseppe in Bisceglie. L’Opera continua a svolgere la sua difficile impresa nei confronti dei Disabili di ogni tipo grazie al personale sanitario ivi operante ma la portata degli scandali di ordine finanziario e morale (e trattasi di Ente morale!) è tale da far allibire: un crac finanziario dell’ordine di 500 milioni di euro di cui oltre 300 di debito nei confronti dello Stato; 450 (su oltre 2000 dipendenti) licenziamenti collettivi operati nel 2013 in corso di istanza di fallimento per bancarotta, seguiti dall’insediamento di commissario straordinario; nel frattempo veniva commissariata anche la congregazione religiosa per volontà del Vaticano, interdetto e confuso dalla conduzione “allegra” dei bilanci gestiti male ed in vantaggio personale da parte di un clero che da anni sfuggiva ai richiami di Roma papale in virtù di una reclamata autonomia dell’Ente. Ma prima o poi si arriva alla “frutta”.  La volontà dello IOR (spesso chiamato in causa in responsabilità poco chiare nei flussi finanziari di altre vicende) ha permesso stavolta di rispondere alla rogatoria dei giudici di Trani favorendo la comprensione reale e la esplosione del caso e la verifica dei processi in uso di malaffare che è cosa ben diversa dalla consueta mala gestione che opprime tante organizzazioni di profitto e no. Le cronache parlano di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Gli accadimenti scandalistici si rivelano poi di natura anche sessuale: emergono particolari da gossip  che anche Svetonio avrebbe avuto difficoltà a descrivere. Si parla di assunzioni nepotistiche quando gravano licenziamenti collettivi (sospetto di bossing?) ma si parla persino di escort assunte e pagate profumatamente. Incredibile. Nelle intercettazioni telefoniche si parla di rapporti sessuali hard e  dell'utilizzo di “vaselina” adoperata per arti non propriamente mediche: in particolare una ex prostituta serba - ora potremmo chiamarla Vaselinjevic  (!) - veniva pagata con regolare altissimo stipendio (con “superminimo” annesso) per le sue prestazioni "professionali"  e grandi abilità “comunicative” (ed infatti lavorava presso l’Ufficio comunicazione e immagine di una delle sedi). Qualche medico ne ricordava ancora, durante le riunioni in Amministrazione, la baldanza e sicumera: si muoveva con felina assertività non rinunciando a viaggi all'estero e quant'altro, il tutto pagato con danaro della Casa. Quanti  elementi boccacceschi e picareschi. Non ci sia aspettava tanto: è vero che la realtà sa superare al fiction. 
Speriamo almeno di poter esclamare "Iustitia facta est”  e non solo ora nel clamore forense e mediatico ma anche in seguito, quando nessuno si ricorderà più del Gorgo e di chi ci sia andato dentro. Perché comunque nel Gorgo ci siamo solo noi. E Don Pasquale Uva. (v.l.)

Il senatore Azzolini dal ruolo controverso nella vicenda



Altri lavoratori sono a rischio? e chi risarcirà quelli già licenziati in una situazione di trattativa "truccata" da parte del datore di lavoro? "Noi siamo i datori di lavoro", ripetevano un tempo alcune suore.

R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...