venerdì 13 agosto 2021

#NATHAN_NEVER TRENT'ANNI DOPO

 


Medda, Serra e Vigna - noti come  "il trio dei sardi" - collaboravano con la Bonelli già dal 1985 per la quale avevano scritto alcune storie di Martin Mystère e Dylan Dog quando, nel 1989  proposero alla casa editrice il progetto di un fumetto di fantascienza su cui stavano lavorando da alcuni anni. La realizzazione del fumetto venne approvata. 

Nel Giugno 1991 compare nelle edicole il primo numero di Nathan Never: un successo insperato anche per l'editore Sergio Bonelli.


 Le vendite non arrivano a Tex o Dylan Dog ma si attestano su cifre mensili ragguardevoli sino a determinare una vita editoriale di trenta anni, il che non è poco. Origina dalle idee dominanti degli anni Ottanta quindi è un fumetto di fantascienza abbastanza "realistico" delineando un avvenire condizionato dai problemi di inquinamento (personalmente anche lo scrivente si laureava in quegli anni Ottanta con una tesi sull'inquinamento): mai come oggi quei temi appaiono attuali (antropizzazione smodata, megalopoli, riscaldamento globale, alterazioni climatiche e meteo, incendi enormi, ecc) a ricordarci che la visione antropocentrica  va abolita in favore di quella ecocentrica. E Nathan Never stesso non è propriamente un eroe,  anzi è un uomo dibattuto e poco sereno per il peso di vissuti angosciosi familiari e sempre alla ricerca di una specie di "riscatto". Per questo ed altro accetta di lavorare come poliziotto nella privata Agenzia Alfa.
Il personaggio di Nathan Never è ispirato al gotico  Rick Deckard, protagonista del film Blade Runner e la serie stessa trova ispirazioni, oltre che nel cinema di fantascienza americano degli Ottanta,  anche nella letteratura cyberpunk e  nelle opere del grande Isaac Asimov. La saga non è immune da contaminazioni artistiche giapponesi. Personalmente ne ho letti tantissimi come svago ed evasione dalla professione. 





Il trentennale è stato festeggiato con uno speciale realizzato  con la la collaborazione dell'ASI, la Agenzia Spaziale Italiana, in prima fila nel progetto di dar vita a un avamposto lunare entro il 2028 (Covid permettendo). 

Il numero della Bonelli  è interamente dedicato alla Luna ed alle missioni future progettate da NASA, ESA, ASI,  agenzia cinese e russa ecc. E' infatti  in atto una nuova corsa alla Luna, tesa a realizzare una stazione in orbita cis-lunare (Lunar Outpost Gateway Platform) sino ad insediamenti umani permanenti in prossimità del polo sud lunare. Una corsa fatta più di collaborazioni internazionali che di competitività (come fu  tra USA e URSS). Speriamo in un futuro migliore ma dobbiamo costruirlo per evitare involuzioni storiche come quella "Catastrofe del 2024" annunciata nella saga stessa. (am)



giovedì 5 agosto 2021

Morto lo scrittore Antonio Pennacchi. In ricordo del "fasciocomunista".

Morto lo scrittore Antonio Pennacchi. In ricordo del "fasciocomunista".


Lo scrittore Antonio Pennacchi è venuto a mancare il 3 agosto, stroncato improvvisamente da un malore, all'età di 71 anni



Antonio Pennacchi



Lo scrittore Antonio Pennacchi è venuto a mancare il 3 agosto, stroncato improvvisamente da un malore, all'età di 71 anni

La sua parabola intellettuale-esistenziale lo vede dapprima operaio presso l'Alcatel cavi della sua Latina e militante nelle fila del MSI (il movimento sociale italiano, partito in qualche modo erede repubblicano del fascismo). Rompe coi missini per divergenze e, dopo un periodo di riflessione, si avvicina alla sinistra marxista-leninista, che lo porterà a una sequela di cambi e divergenze all'interno del mondo partitico e sindacale della sinistra, che sottolineano il soprannome affibbiatogli dalla madre, “catabrighe”, chi la lite se la cerca.

A metà anni Ottanta, mentre l’azienda per cui lavorava è costretta alla cassa integrazione, si laurea in Lettere per poi diventare scrittore con la sua opera d'esordio, Mammut, ambientata nell'ambiente delle fabbriche. Nel 2003 pubblica un romanzo autobiografico dal titolo Il fasciocomunista, che ripercorre la sua giovinezza dall'ingresso nel MSI fino alla rottura fino all’approdo nel mondo comunista, grazie anche a suo fratello, socialista convinto, prima interlocutore critico e poi alleato. Dal romanzo è stato poi tratto il film Mio fratello è figlio unico, per la regia di Daniele Luchetti, con le brillanti partecipazioni di Riccardo Scamarcio, Luca Zingaretti ed Elio Germano, quest'ultimo nei panni di “Accio” Benassi, alter ego letterario-cinematografico dell'autore. 


Elio Germano in un frame del film Mio fratello è figlio unico (2007), regia di Daniele Luchetti.



La sua attività di scrittura lo porta nuovamente alla ribalta con Canale Mussolini. Il romanzo, pubblicato nel 2010, ripercorre le vicende della famiglia Peruzzi trapiantata nell'Agro Pontino, zona paludosa nei pressi di Latina, bonificata dal regime fascista: medesima sorte toccata alla famiglia dell'autore.

L'opera vince il premio Strega, si qualifica finalista al premio Campiello ed è seguita da Canale Mussolini. Parte seconda, ultima fatica dell'autore, che narra le vicende della famiglia dal secondo dopoguerra in poi. 

È stato spesso ospite in televisione, particolarmente nei vari talk politici di la7, nei quali non ha mancato di dare sfogo alla sua vena civile e fumantina, per poi abbandonare volontariamente la televisione e vivere il suo privato e la sua attività di scrittura. Un ripiegamento doloroso, tra sofferenza del corpo e sofferenza civica,  confortato da una dimensione familiare, come dimostra nelle sue ultime interviste, in cui confessa il dolore della scrittura e le preoccupazioni, forse minime o forse solo tipiche del tramonto, per la morte e per il funerale (raccontò di essersi iscritto a un'associazione che dietro una risibile quota associativa annuale garantiva la copertura delle spese funerarie).

Si spegne un autore che si ricollega a una tradizione politico-civile molto radicata nel Novecento italiano, che raccontava di storia, di fabbrica, di provincia, di famiglia e che metteva al centro della sua opera il dovere e il lavoro. 

Per la triste occasione il comune di Latina ha proclamato lutto cittadino il 5 agosto, data del funerale dell’autore.



Claudio Leone


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