giovedì 11 agosto 2011

Il 5 novembre uccideremo Facebook, fa sapere Anonymous. In nome della privacy


Sarà vero? o qualcuno si spaccia per i temibili hacker di Anonymous, il gruppo di hacker attivo sin dal 2003?
Con la firma presunta di Anonymous è stato diffuso in questi giorni su Youtube un videocomunicato dove una voce alterata avvisa che il 5 novembre p.v. Facebook verrà attaccato e oscurato.Il motivo addotto: l'uso e l'abuso dei dati degli utenti che sarebbero persino venduti ad “agenzie governative che lavorano per governi magari autoritari, come quelli di Egitto e Siria. Se fosse vero l'abuso ed il commercio di dati, sarebbe per il notissimo (e comunque invadente nelle nostre vite) social network  uno scandalo e un atto veramente criminoso ed antidemocratico. Il nuovo sistema utilizzato da Facebook, come ad esempio la nuova chat che registra la cronologia dei passati messaggi, potrebbe confermare la tesi di Anonymous, dimostrando come la privacy degli utenti possa essere violata a loro insaputa in qualsiasi momento. Ma gli utenti non se ne sono ancora resi conto?  Vero o falso che sia quanto sollevato, la riflessione viene spontanea: quante orecchie e quanti occhi sono puntati sugli utenti di internet solo dio lo sa. Per fortuna molti di noi non hanno niente da nascondere e tengono ancora al senso privato del Sé (personalmente non amo Facebook e vetrine narcisistiche simili che hanno smarrito dall'inizio il significato primigenio di aiutare a trovare o ri-trovare vecchi legami di colleganza e amicizia).  “Tutto quello che fate su Facebook resta su Facebook, a prescindere dalle vostre impostazioni di privacy” e per questo “merita di essere distrutto”.
Rimane da spiegare il perché (colto) della data scelta.: è l’anniversario della Congiura delle Polveri. Il simbolo degli Anonymous è infatti la maschera di Guy Fawkes, cospiratore cattolico inglese che tentò di far saltare in aria il Parlamento Inglese e il re Giacomo I. Ciò (non) accadde proprio il 5 novembre del 1605 in quanto i barili di polvere da sparo furono disinnescati grazie alla tempestiva segnalazione di un soldato del Re, un eroe dimenticato. Non ci resta che attendere. (achille miglionico)
"Tu la chiami pirateria. Noi la chiamiamo libertà", recita un poster di Anonymous

mercoledì 3 agosto 2011

CATALA'-ROCA: mostra a Barcellona del Maestro di fotografia



Barcellona. Si sta svolgendo nella metropoli catalana affollata di turisti - non così è per tutta la Spagna che abbiamo percorso nella seconda metà di luglio - una mostra dedicata ad un Maestro di fotografia poco noto ai più: trattasi di Francesc Català-Roca (Valls, 1922 - Barcelona, 1998), un fotografo figlio di fotografi che va comunque accostato (anche nello stile) ai grandi "catturatori di immagini" francesi come Robert Doisneau (Gentilly, 1912 – Montrouge, 1994) ed Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 1908 – L'Isle-sur-la-Sorgue , 2004). Di Cartier-Bresson vedemmo a Barcellona, anni fa, un'altra memorabile mostra - anch'essa sponsorizzata dalla fondazione della Caixa de Catalunya - nella quale il Maestro francese, ancora in vita aveva scelto le cento foto - non sue! - più significative del secolo. Negli anni grigi del franchismo il talento di Català-Roca racconta per immagini una Spagna che non esiste più, tracciando un memorabile documento storico ed etnografico che ricorda l'archivio Alinari di Firenze o quello del Touring Club Italiano.  Affascinante mostra questa di Francesc Català-Roca nella sede della gaudiana Pedrera, sul Paseo de Gracia.
"Il fotografo sempre dubita: quale angolo di ripresa scegliere, quale velocità scegliere, quale pellicola preferire...Ma non deve esitare mai al momento di scattare" scriveva il maestro. E ancora: "Prima di scattare ho bisogno di di vedere la fotografia, altrimenti non vale la pena di scattare."
(achille miglionico)



R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...