mercoledì 27 settembre 2023

Work Aut a Trani - I DIALOGHI DI TRANI

 




La foto di rito, vede in rappresentanza dei Dialoghi di Trani, carissima amica anche dell’e-zine
 Incultura, Milly Corallo, Stefania Grimaldi Presidente Work Aut e, in ordine sparso, Alessandra, Alessandro, Luigi, Mirko, Michele, gli amici del festival, a ringraziare la presenza ai Dialoghi di Trani di questa bellissima realtà interamente dedicata alla dignitosa tutela della fragilità.



Work Aut a Trani

 

22 settembre 2023, Visita guidata alla Cattedrale di Trani

 

«Il lavoro, magari come guida turistica …» sono le parole di Stefania Grimaldi, Presidente della Cooperativa sociale Work Aut Lavoro e Autismo (2021), e ben descrivono una delle possibili declinazioni dell’idea di cura proposta dal Work Aut lavoro e Autismo ai Dialoghi di Trani.

 

Fare rete

 

Il gruppo Work Aut dedicato al turismo ci accoglie sul piazzale antistante la Cattedrale di Trani, perla edificata sul mare, sotto e sopra l’orizzonte, dove ci viene presentato il progetto nato da una rete di alleanze importanti, dal Comitato Famiglia Insieme – Genitori a sostegno delle neurodiversità impegnato nella Bat per la realizzazione di percorsi inclusivi, volti alle realizzazione di competenze tagliate su misura e capaci di mettere in campo il sogno di una vita realizzata per i propri figli; dall’approccio e dalle metodologie cognitivo-comportamentali di Analisi applicata al comportamento (ABA) applicate nei progetti degli ultimi anni. Famiglie, figli, insegnanti, volontari, hanno saputo realizzare una rete che sta diventando sul territorio sempre più significativa. Coinvolgenrdo didattica, sport, aspetti ricreativi e creativi e la formazione professionale di cui il Work Aut è l’espressione della realizzazione di un sogno finalizzato al miglioramento del carico emotivo e sociale delle famiglie ma, soprattutto, alla realizzazione piena e soddisfacente di queste vite fragili, si, ma non irrealizzabili. Anzi, l’obiettivo ambizioso sarà quello di continuare a crescere realizzando sempre più l’ideale di una dignità professionale e sociale capace di garantire un sereno “Dopo di noi” com’è nel desiderio di qualsiasi genitore, formatore o tutore.

 

È il gruppo del Work Aut che ci scorta lungo il perimetro della Cattedrale, ci racconta a tratti quasi recitando, o leggendo o citando perfettamente a memoria, emozionandoci ad ogni passo, ad ogni affresco e ad ogni nicchia svelata lungo la visita. A fine guida i ragazzi del Work Aut si sono raccontati con i loro sogni da realizzare, con le competenze acquisite, con tantissimi viaggi ancora da fare e obiettivi ancora da raggiungere.

Ragazzi dai 23 ai 40 anni, belli come il sole, orgogliosi del contratto UNILAV per lavoro occasionale che, ad ogni chiamata, li tutela e li qualifica come lavoratori professionisti. 



 

Rimandiamo all’home page del sito ufficiale di Work Aut, per chi volesse sostenere, conoscere e attivare i servizi della cooperativa Wark Aut Lavoro e Autismo meraviglioso riferimento turistico a “I dialoghi di Trani”, 2023.

 

Lidia M. Ratti

 




I DIALOGHI DI TRANI XXII edizione. APPUNTI E RIFLESSIONI su alcuni incontri.





Sostenibilità, 

Convivenza e Cura

Anno 2023, Incipit

 

 I Dialoghi di Trani sono giunti, quest’anno, alla loro XXII edizione. Un grande successo di pubblico e incontri "reali" costruttivi che privilegiano il DIALOGO rispetto ai monologhi che imperversano narcisisticamente sui social e nei media.  


Avviati nel 2002, grazie alla collaborazione tra l’Editore Laterza e l’associazione culturale Maria del Porto (1993), ETS con Regione Puglia e Comune di Trani, molto devono ad organizzatori e curatori, all’impegno profuso nel tempo dalla direttrice artistica, la prof.ssa Rosanna Gaeta, a un direttivo associativo sempre attento ai grandi temi della contemporaneità e al supporto di tutti i curatori del festival. Non sfugga infatti che, di anno in anno, come tessendo un’ideale filo di Arianna, si stia realizzando e impreziosendo la trama di questo festival legandone l’esecuzione e il leitmotiv a parole chiave pregne di valore collettivo e sociale, dal respiro vasto, internazionale, globale. 

Così, di edizione in edizione, si è partiti dai confronti geografici tra Oriente e Occidente, per guardare all’Europa, indagare sull’identità del Mediterraneo, interrogandosi sul futuro e dialogare di bellezza, paure e responsabilità di ciascuno. Sostenibilità, convivenza e cura sono, una dietro l’altro e non a caso, le access keys ai Dialoghi delle ultime edizioni.

.. Conosco pochissime persone al mondo che abbiano tanto potere quanto ne hanno le parole che scegliamo con cura ..

 

Il TALENTO del cervello

ai Dialoghi di Trani, Edizione XXII, anno 2023

 

21 settembre 2023, Palazzo San Giorgio, Trani


 



Plasticità e adattamento, disagio, malattia e cura, creatività e apprendimento, nuove frontiere sulla comprensione dei processi che interessano il nostro preziosissimo cervello sono nodi intorno ai quali si svolge l’incontro con il pubblico, complici le “10 lezioni facili di neuroscienze” racchiuse nel libro della professoressa Michela Matteoli  “Il talento del cervello”, edito Sonzogno 2022, da cui il nome dell’evento che si presenta da sé:

 

«Il cervello è l’organo in grado di invecchiare meno di tutti gli altri. Prendercene cura è la nostra opportunità di estendere la giovinezza, assaporare a lungo la vita e salvaguardare la salute del corpo». 

 

È su questa premessa che si dialoga con la scienza, a palazzo San Giorgio. 

 

La conversazione/intervista si svolge tra Michela MatteoliDirettrice dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e docente di Farmacologia presso l’Humanitas University, e Gaetano Prisciantelli, giornalista RAI e curatore della sezione scientifica del festival.  Michela Matteoli si occupa in particolare di malattie psichiatriche e neurodegenerative quali schizofrenie, autismo e Alzheimer al cui riguardo vi è un nesso ormai noto e specifico che intreccia tra loro termini quali infiammazioni e decadimento, o morte, dei neuroni. La considerazione che le infiammazioni potrebbero essere coinvolte nei processi che portano alla malattia come conseguenze piuttosto che come cause può, infatti, diventare una leva significativa capace di modificare il nostro modo di affrontare la malattia e, in generale, di condizionare comportamenti e abitudini favorevoli.

Se da un lato assai generalizzata è la convinzione che si nasca con un “pacchetto di neuroni” destinato al progressivo smaltimento, apprendiamo che così non è. 


Nel nostro cervello vi sono nicchie di neurogenesi dove i neuroni continuano a nascere. 


Se ciò accada lungo il corso di tutta la nostra vita, sino all’età ultima, è ancora attuale oggetto di studio ma la ricerca progredisce costantemente in questa direzione. 

 

Non solo: il cervello è in grado di cambiare e il suo più grande talento è la plasticità.

 

Il punto fondamentale in cui avvengono questi processi di plasticità si chiama sinapsi, ossia il punto di contatto in cui due neuroni si avvicinano trasmettendo il segnale, l’informazione; la sinapsi è anche il punto in cui avvengono sia tutti i processi alla base dell’apprendimento,  della modulazione e potenziamento della sinapsi stessa.

Quando “impariamo” e ci relazioniamo, nel costante flusso di dati, informazioni input-output e relazioni  il talento del cervello rivela la sua plasticità,  le nostre sinapsi aumentano di numero e funzionano meglio e a lungo termine, coinvolgendo persino la sintesi di nuove proteine come dimostrato da Kandel, Nobel per la medicina nel 2000 per gli studi condotti sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria dei neuroni. Al riguardo ci piace richiamare proprio le parole del Nobel austriaco Eric Kandel, ora insigne scienziato novantatreenne, noto anche come lo scienziato dei ricordi il quale ebbe ad affermare al congresso nazionale della società italiana di Neuroscienza, SINS, di Perugia nel 2019 ..

 

.. “Per preservare la memoria fate volontariato, state TRA la gente”. 

 

La capacità strutturale di formare sinapsi nel nostro cervello non è affatto caratteristica relegata all’età dello sviluppo sicché, ogni volta che impariamo, nel corso della nostra vita, il numero delle nostre sinapsi aumenta progressivamente; le sinapsi che non vengono utilizzate vengono eliminate mente quelle utilizzate vengono rafforzate e si stabilizzano. Sono tanti gli eventi che intervengono nella plasticità del cervello sino a far si che circuiti funzionanti siano in grado di rimpiazzare circuiti non funzionanti (è ciò che ad esempio accade nei casi di recupero da un ictus, quando cioè circuiti funzionanti si rivelano in grado di “vicariare” le attività dei circuiti danneggiati dall’evento patogeno).

 

Inflammaging 
Mindfood & Sport

 

Di domanda in domanda la conversazione va dal “cervello geniale” alla tempesta di citochine del Covid-19, di cui ancora non sappiamo definire i danni a lungo termine sul cervello; dagli studi più recenti sulle funzioni di difesa svolte dal tessuto gliale che fa da sostegno ad encefalo e midollo spinale al comportamento delle cellule gliali, alle risposte del sistema immunitario; dall’inflammaging ossia dal contrasto dell’infiammazione come cura alle abitudini contrastanti l’infiammazione stessa per il miglioramento della qualità e longevità delle nostre vite. Sono coinvolti  i più attuali sviluppi scientifici che influenzano e influenzeranno  l’efficacia della terapia farmaceutica nel paziente ma anche la prevenzione alla malattia come stile di vita valorizzato da abitudini che nutrono il cervello. Tra gli argomenti emersi non manca la mindfood, ossia la dieta per la mente che favorisce verdura a foglia e verdura non amidacee, frutti di bosco e frutti a guscio, pesce grasso, legumi e pollame, oppure i danni alla memoria della dieta ipercalorica, gli alcolici, quali, quanto e quando mentre il buon sonno e le migliori abitudini per favorirlo avranno un’influenza di grande importanza sulla prevenzione alla demenza senile. Si parlerà dell’influenza benefica che le attività sportive e fisiche, favorendo l’irrorazione del sangue e la rigenerazione dei neuroni, hanno non solo sul nostro corpo ma anche sul nostro cervello, gli esperimenti sullo stress condotti a Berlino e l’effetto meraviglioso che può avere una passeggiata nei boschi. 

Ad esempio, riguardo alle relazioni tra emozioni e memoria: sapevamo tutti che memorizziamo meglio quando ci emozioniamo? o che la conoscenza social, costante, ridondante, veloce e superficiale non favorisce il consolidamento dei dati in memoria?


La dottoressa Matteoli suggerisce sei strategie fondamentali che favoriscono il benessere e migliorano la plasticità del cervello: apprendimento come stimolo costante; movimentoalimentazione corretta; vita sociale, relazioni e condivisione: l’amore e l’amicizia fanno invecchiare bene; infine, assolutamente importanti la cura degli spazi di relax e il buon sonno.

 

Il pubblico,  numeroso e partecipe, a chiusura di evento ha avuto modo di relazionarsi con domande e osservazioni. L’invito alla lettura de “Il talento del cervello” è d’obbligo. Il ringraziamento a Michela Matteoli, e Gaetano Prisciantelli e ai Dialoghi di Trani per la scelta dei suoi ospiti è meritatamente sentito.

 

Lidia M. Ratti

  

 

Rimandiamo all’home page del sito ufficiale “I dialoghi di Trani per il programma completo e alla pagina FB per gli eventi in diretta streaming.

 

sabato 16 settembre 2023

REGISTA INTERVISTA REGISTA. FABRIZIO CORALLO CONVERSA CON PUPI AVATI A TRANI

http://
Giuseppe Avati, detto Pupi (Bologna, 3 novembre 1938)










SCRIVERE, EDUCARE E COMUNICARSI AGLI ALTRI Il messaggio del Maestro 


Fabrizio Corallo intervista Pupi Avati A Trani




Trani, 12 Settembre 2023. L’ennesimo regalo della stagione estiva tranese, nella cornice suggestiva di Corte Davide Santorsola (l'indimenticato pianista jazz tranese), nel cuore di Palazzo Beltrani, ormai noto centro culturale e polifunzionale della Città di Trani, è stato, certamente, l’intervista-incontro-racconto di Fabrizio Corallo con il regista Pupi Avati in un “Talk” serrato e affascinante, nello stile asciutto e flemmatico al quale Fabrizio Corallo ci ha abituati, incalzando qua, tirando o anticipando là, accompagnando sempre piacevolmente il Talk Pupi e manifestando con grande arguzia e sensibilità la conoscenza partecipe e profonda al vissuto artistico dello sceneggiatore e regista Avati.

Una biografia parlante e inconsueta che ha messo in luce attraverso aneddoti noti e inediti il profilo personale, la nascita dell’artista, momenti bui e incontri fondamentali in un arco temporale sul cui sfondo si staglia un’italianità dalle abitudini ormai tanto distanti da quelle attuali.

Chi, tra i tanti convenuti all'incontro culturale, a fronte di una carriera ricchissima di esperienze, dagli esordi musicali nel jazz fino all’approdo al cinema che ne avrebbe decretato l’affermazione, si sia aspettato di trovarsi di fronte all’apologia dei David di Donatello raccolti per le migliori sceneggiature e la migliore regia, ai premi di quegli anni tra fine anni ’50 e gli anni 2000 e a seguire o ad un invito alla visione dell’ultimo lavoro di Avati La quattordicesima domenica del tempo ordinario (2023) in distribuzione da maggio scorso, di certo è rimasto deluso. Nessuna laudatio, né autoelogi.

Nell'amabile colloquio intercorso tra i due registi - quasi fosse la continuazione di quanto detto amichevolmente nel treno che ha condotto i protagonisti a Trani  - è emerso il racconto dell’Italia del dopoguerra, della splendida città di Bologna, di una adolescenza e la giovinezza priva di digitalizzazione, un poco ingenua e votata all’attesa, quasi dantesca, delle ragazzine di paese. "Ma tu a chi vai dietro?" era la domanda principale tra ragazzi: si delineava un corteggiamento di altri tempi, distante e paziente, lungi dall'essere stalking. Il Maestro Pupi Avati ricorda metodicamente nomi, indirizzi e vicende legate alle ragazze cui "andava dietro". Carattere timido e perseverante, affascinato dall’ideale di bellezza e seduzione, dall’idealizzazione di una dilatazione del reale che lascia molteplici spiragli aperti sull’improbabile e che troverà spazio e occasione di realizzarsi nell’approdo al cinema. Folgorante sarà per il futuro regista la visione di 8 e 1⁄2 di Federico Fellini così come lo era stato nella sua esperienza musicale l’incontro con Lucio Dalla, amichevolmente reo di averlo, con la sua geniale bravura distolto da quella carriera jazzistica per una invidia rivelata.

Nasceranno così le storie intense e credibili, magistralmente raccontate e caratterizzate dall’azzardo con cui spesso Avati ha osato abbinare sceneggiature inedite ad attori di volta in volta incontrati che lo hanno reso noto e amato dal pubblico. Tra i racconti di un’intervista senza cedimenti o pause, primeggiano gli aneddoti che hanno coinvolto il pubblico di questo evento sold-out in una prospettiva che ne ha favorito la comprensione quasi come prendendo parte ad un dietro le quinte.
Il Maestro cita vari eventi. Descrive non solo l’incontro burrascoso con Lucio Dalla, i flop cinematografici iniziali, il trasferimento a Roma dov’è chiamato dal produttore cinematografico De Laurentis,  l’approccio difficile con Paolo Villaggio; accenna scherzosamente all'ostinato rifiuto opposto alla consorte (tanto amata) di cedere negli ultimi anni al cinepanettone assai più popolare e redditizio ma anche tanto lontano dalla sua visione dell’arte cinematografica. Il primo Pupi Avati resta negli esperimenti del Balsamus, l’uomo di satana (1968), in Thomas e gli indemoniati (1970), in La masurka del barone, della santa e del fico fiorente (1975), per arrivare al suo prediletto  Dante, raccontato con originalità dal grande Boccaccio (2022). Tantissimi film, miniserie, docufilm di cui è stato autore, sceneggiatore e regista.


.




Del talk show tranese dedicato a Pupi Avati, ci rimarrà, quasi come fosse una sorta di testamento spirituale - rilasciato con commozione di tutti negli ultimi minuti di conversazione con il pubblico, l’imperativo consiglio di Educarci, Educare, scrivendo e comunicando, comunicandoci agli altri. Rimarrà il sentore persistente di una fragilità, di una nostalgia dell’infanzia, dei genitori e degli ambienti familiari fatti di estrema semplicità e vulnerabilità.
 


Pupi Avati intravvede non nell’assertività ma nella fragilità l’essenza stessa dell’Uomo. Ed in ciò è,  tuttavia, estremamente assertivo.


Un grazie particolare a  Fabrizio Corallo per averci reso partecipi, con questo evento, di un incontro così impegnativo e interessante quanto lieve. Grazie al grande Pupi Avati per essersi generosamente offerto in un eloquio sorprendente, serio e ricco di moduli narrativi, di aneddoti e di inaspettati momenti di schietta e partecipe ilarità.




Lidia M. Ratti






Il regista tranese Fabrizio Corallo famoso, tra l'altro,  per molti docufilm di grande successo

Pubblico numeroso all'evento culturale di Trani

La Redazione presente




INFORMATICA-MENTE: DAL SÈ INTRAPSICHICO AL SÈ RELAZIONALE Tra cibernetica e metapsicologia

  Antonio Damasio, neuroscienziato portoghese *Pubblichiamo, su richiesta di Colleghi e per facilitare la ricerca, questo articolo scientifi...