venerdì 3 giugno 2016

ELOGIO DELLA FOLLIA 28 : bambino giapponese perduto e poi ritrovato



E' stato ritrovato sano e salvo il bambino di sette anni abbandonato per punizione dai suoi genitori in una foresta nell'Hokkaido, nel nord del Giappone. 


Tutti tiriamo un sospiro di sollievo. Dal "castigo" si era tutti passati all'incubo. "Giappone sotto shock", tra i titoli internazionali. 
Tutte le agenzie di stampa si soffermano sulla bella notizia e sulle "scuse pubbliche" del padre dinanzi alle telecamere: il volto paterno (e la mamma dove è?) sembra dire "non pensavo di fare questo casino", "non lo farò più, prometto". Ma gli "inchini" non bastano e non sono esclusivi dei giapponesi (si pensi agli "inchini" marinari...). Altra domanda che tutti si pongono è come abbia fatto il piccolo a sopravvivere in una selva abitata da orsi ed anche gli italiani (che accompagnano i figli adulti anche ai concorsi "militari") qui si mostrano atterriti e meravigliati (ma Romolo e Remo? dove li mettiamo? nessuno li studia più). 

Nessuno, dico nessuno si chiede: ma quel bambino verrà tolto a quei genitori sui generis?

All'italiano, anzi all'europeo, sembra ovvio che un tribunale nipponico debba ora formulare un giudizio di idoneità  sulle capacità genitoriali della diade nipponica ma non è proprio così scontato. Il Giappone altamente tecnologico e "civilizzato" ha delle strane voragini sociali e giuridiche che scaturiscono da un medioevo storicamente vicino all'Ottocento. Pochi sanno per esempio che l'imperatore non ha cognome (e chi può chiedergli la carta di identità?). Quando la sciagura dello tsunami rese orfani centinaia di bambini tantissime richieste di adozione internazionale si arenarono dinanzi alle lungaggini ed all'orgoglio nipponico ("ai nostri bambini ci pensiamo noi", è stato anche risposto). Siamo in un Paese in cui si risponde penalmente per lo più all'infanticidio ma poco ai maltrattamenti infantili; un Paese ove l'aborto è stato istituzionalizzato nel 1940 ma le adozioni di infanti negli anni Ottanta; dove l'adozione riguarda prevalentemente adulti; dove sino al 2014 ben 40mila bambini orfani erano censiti ma di questi ben l'80% risultava essere stato abbandonato dai genitori. Abbandonare un figlio non costituisce un vero e proprio reato (così leggiamo da fonti attendibili come la associazione Human Rights Japan)Le cifre parlano chiaro: in Giappone solo il 12% degli “orfani” viene affidato o adottato, contro il 93% dell’Australia (che guida la classifica) il 77% degli Usa e una media del 50% dei paesi Europei. Pensate, il  kochan posuto è una stanza che 24 h su 24 è adibita al solo scopo di poter abbandonare, in un ospedale attrezzato, un figlio per i motivi più vari, non sempre di ordine economico. Ci viene in mente la "ruota" dei conventi cristiani d'Europa quando si moriva di fame e di infamia. E quando gli orfani divengono grandi vengono riversati nel sociale sic et simpliciter: si chiamano mukosekiji, ragazzi privi identità ( e di tutto). 
Scusate ma sono sconvolto dall'aver appreso queste cose dalle agenzie asiatiche. Spero di essere contraddetto, voglio e desidero essermi sbagliato. Ma in questo momento non amo tanto i marchi giapponesi di tanti strumenti che adoperiamo. Tornerò per stanotte alla candela tremolante sì ma eticamente orientata. Verso l'Altissimo. (erasmo da rotterdam)


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