giovedì 2 giugno 2016

POLIGNANO a mare: bellezza, #cultura e #archeologia







Nel 1785 il vescovo Mattia Santoro fece una grande scoperta archeologica scavando nell'orto di sua proprietà poco al di là delle mura di Polignano a mare. Rinvenne in un enorme sepolcro di 12 m x 5 di profondità uno scheletro, un elmo in bronzo, resti di armatura, un grande candelabro e oltre una sessantina di vasi funebri. I c.d. Vasi di Polignano - prima di disperdersi storicamente - furono valutati allora 60.000 ducati, il che era una enormità se si considera che la intera città di Polignano era stata stimata 47.000 ducati in una pubblica asta del Regno di Napoli (!). I Vasi migliori, donati al Re Ferdinando IV confluirono al Real Museo di Capodimonte ma la invasione napoleonica li disperse facendone dimenticare la identità originaria. Il Loutrophoros esposto temporaneamente a Polignano a palazzo S. Giuseppe (vicino alla porta) ha 2300 anni (IV sec. aC) è imponente pur mancando della copertura: è in prestito dal Museo Archeologico di Napoli. Gli altri vasi di stessa provenienza ora sono esposti al Metropolitan Museum di NYC (noto come "Vaso di Capodimonte" ma ora dovrebbero rinominarlo "Vaso di Polignano" dopo le ricerche accurate di Giuseppe Maiellaro), al Louvre di Parigi, e al Museo Archeologico di Francoforte. Nutrito il programma culturale annesso alla Mostra ma la affluenza ci è sembrata - ahinoi - non degna della forza culturale pugliese. Forza Puglia. (t.a)






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