mercoledì 27 gennaio 2016

DiCaprio-Glass: The Revenant, il Redivivo, el Renacido. Una Odissea del XIX secolo sul pionierismo nordamericano

Il monumento a Hugh Glass nel Sud Dakota, ove fu aggredito da un feroce grizzly nel 1823



Il film

Un film sulla sopravvivenza che parla dell'Uomo e della Natura ambivalente e "matrigna": Leonardo Di Caprio e Tom Hardy diretti dal premio Oscar Inarritu

Un film dalle radici antropologiche vivide, che rimanda ad importanti lavori di tanti anni fa a noi cari: "L'Uomo chiamato cavallo" (1970) con Richard Harris per ambientazione e tema della diversità è stato oggetto di numerosi incontri SIEB; invece  Uomo bianco va' col tuo Dio (sempre con Harris, 1971), che si chiamava in inglese Man in the Wilderness,  ha trama simile a The Revenant (un sopravvissuto all'attacco di un feroce orso grizzly).
1970

Man in the Wilderness (1971)
Il film, che non piacerà a tutti, ha i ritmi ciclotimici della Natura stessa: Natura a tratti irruente come una rapida del Missouri o l'attacco di una bestia, a tratti placida come l'ansa fluviale o un paesaggio infinito. Su tutto aleggia la pulsione di autoconservazione così potente nell'uomo e così correlata alla sua astuta aggressività. Un orso ti attacca perché ti sei interposto tra madre e prole ma l'uomo attacca non solo per sopravvivere, e talora sfodera quella orribile propensione alla "banalità del male" (per dirla alla Arendt) che tanto permea le pellicole p.e.  di Quentin Tarantino senza mai divenire reale denuncia.
La pellicola - lo anticipiamo - è da gustare, ricordando che trae spunto da vicende storiche acclarate e forse rese leggendarie dalla narrazione orale e scritta sull'argomento del pionierismo. Sorridiamo (per non piangere) dinanzi a tanti cinefrequentatori  che ignorano quando si ha a che fare con personaggi e fatti storici. Così ho sentito lamentele sulla "trama" di film come The Revenant  ma le ho ascoltate su Il Ponte delle Spie e nel 2000 su Thirteen Days, che trattava la Crisi di Cuba. Signori miei, è roba vera, mi verrebbe di gridare. E le trame della Storia non sono mai prive di colpi di scena: lo sceneggiatore è il Fato.
Un pioniere-trapper-mountain man   non è un esploratore ma lo segue nel tempo e nello spazio colonizzando terre poco conosciute, ostili ma ricche di risorse. La spedizione guidata dai trapper - come Hugh Glass, impersonato nel film da DiCaprio,  era mirata alle pelli di castoro non alle carte geografiche e alla documentazione etnografica. Hugh Glass ebbe vita breve ma intensa e delle sue vicende avventurose si occuparono cronaca e libri.


  




Hugh Glass (1783-1833) 

Che cosa succede nel 1823, anno in cui è ambientato il film del regista messicano? 


 Il sec. XIX, tutto l'Ottocento, negli Stati Uniti, avviene un notevole spostamento di popolazione da Est verso l'Ovest ancora parzialmente vergine (di europei), fornendo il più tipico e probante esempio del pionierismo, una realtà culturale e storica che a noi europei appare poco comprensibile, visto che i nativi in Europa siamo noi ( solo oggi sottoposti a forti pressioni migratorie dal sud-est del mondo). Comprendere la realtà pionieristica a cavallo di settecento ed ottocento nelle Americhe può aiutare a delineare il copione culturale nordamericano di quegli europei che andarono a colonizzare il Nuovo Mondo in cerca di sopravvivenza e che poi si sono insediati spesso con violenza e con scarso rispetto etnico dei nativi. In realtà il suolo nordamericano era abitato da tribù native amerindie ab initio (oddio anche quelle popolazioni venivano da qualche "altra parte", dall'Asia, attraverso lo stretto di Bering, e infatti sono di razza mongolica) . La dichiarazione di Indipendenza USA cade nel famoso 4 Luglio 1776, data onnipresente nel cinema americano. Gli USA tendevano ad espandersi verso Ovest, movimento che ha caratterizzato tutto l'Ottocento con un crescendo espansionistico a detrimento dei nativi ; flussi migratori che si ripetono pari pari nel Sud America: l'Argentina, sorta tra 1810 e 1816, scatena nel 1870 la c.d. Conquista del Deserto espandendosi violentemente verso la Pampa e la Patagonia, decimando i Mapuche-Araucanos; dopo toccherà alle popolazioni della Terra del Fuoco, all'estremo sud. In realtà il concetto di una terra nullius, una terra non governata da alcuno e quindi occupabile ("civilizzabile" con parole di allora) era un concetto unilaterale di diritto internazionale, che poteva soddisfare solo gli europei ma non teneva conto degli indigeni di tutto il mondo. Si pensi a come furono decimati gli abitanti della Tasmania in Oceania. La terra era di qualcuno, invece, in ogni continente ma la cultura occidentale, ricca di idee e tecnologia, ebbe ad espandersi, imponendosi sulle altre.  L'imperialismo lo ha inventato lo stesso uomo quando dice che quel che è tuo è oramai mio: gli imperi mesopotamici, quello egizio, i Persiani, gli Ellenici, i Romani, gli Arabi eppoi Turchi ottomani, l'imperialismo zarista e poi sovietico ecc ecc.

Nel 1823, all'epoca dei fatti, era Presidente  degli USA James Monroe e gli USA non erano quelli attuali come estensione. Si guardino le cartine di atlante storico per comprendere la inarrestabile pressione est-ovest.
1783
1828-1834


1828







Il West è oggetto di culto nella storia americana. Gente proveniente da ogni parte d'Europa arrivò o nacque in USA da genitori europei. Come Hugh Glass. Tuttora riviste note come Art of the West propongono opere d'arte a tema western con uno stile realistico che riecheggia il grande George Catlin sino ad arrivare agli innumerevoli e richiesti artisti di oggi (come David Wright). 

Ma chi era questo mountain mantrapper che ritroviamo nel 1823 marciare pei Territori Non Organizzati degli USA? prima della conquista del West come a noi nota attraverso film western ed i nostrani spaghetti western, i fucili non erano ancora i sicuri e rapidi Remington 1866 ma erano ancora fucili a colpo singolo e ad avancarica (come i Kentucky, Harper Ferry Hall 1819 ecc.). La sopravvivenza, in una epoca dove la vita media era ancora bassa, era resa ancora più difficile in regioni ad alto rischio. Così si lottava. Ogni giorno. E il film rende ragione di tutto questo e "canta" - come un poema - le gesta di Hugh, l'uomo di frontiera che ebbe a varcare la frontiera della morte e che fu respinto dalla stessa.


Cascate sul Missouri


La caccia al Grizzly sec. David Wright


Oltre 300 km tra Nord e Sud Dakota, il tragitto di sopravvivenza di Hugh Glass dopo l'attacco  dell'orso. Un incredibile caso di sopravvivenza ad insulti fisici, infezioni ed ambiente ostile.


Nord e Sud Dakota oggi




Lo sguardo finale di Glass. Sopravviverà all'orso e morirà dieci anni dopo ucciso.
(achille miglionico)

martedì 19 gennaio 2016

Il Ponte delle Spie: Bridge of Spies

Grande Steven Spielberg! Sembra il Re Mida di ogni genere filmico. Ciò che tocca è (capolav)oro. Grande film anche quello del 2015,  il Ponte delle Spie. Hanks strepitoso, clima della Guerra Fredda tra gli anni 57-62, Berlino & il Muro della Vergogna. Un mix  di Storia-verità. Una lezione di legalità ed etica con quell'aura di idealismo nordamericano che tanto ha affascinato e diviso la critica, soprattutto certa critica o ipercritica italiana perennemente allergica a tutto ciò che viene dall'altra parte dell'Atlantico.
Una potente e convincente riflessione sui temi della democrazia occidentale. Purtroppo chi non studia la storia e consulta solo Wikipedia, trascurando i libri, non sa che esiste un libro scritto da quell'avvocato Donovan sulla vicenda Abel. Non sa neanche che il film è una vicenda vera.  Qualcuno davanti a noi in platea ha dichiarato ad alta voce che si era tanto annoiato da rimpiangere di non aver portato con sé  l'iPad per vedersi un altro film in contemporanea...

 
Il Ponte delle Spie, scritto dai fratelli Coen insieme a Matt Charman, ha  come protagonista Tom Hanks nei panni di James Donovan, l'avvocato delle assicurazioni che fu chiamato a difendere una importante spia del KGB sovietico arrestata dall'FBI: il col. Rudolf Abel. Gli eventi successivi portarono il presidente Kennedy a chiedere all'avvocato di negoziare il rilascio del pilota statunitense Francis Gary Powers, il quale,  volando nella stratosfera russa a bordo dell'aereo-spia U2, era stato abbattuto poi dall'Unione Sovietica. Diretto da Steven Spielberg, oltre a Tom Hanks nel cast troviamo Mark Rylance (che impersona superbamente il col. Abel), Scott Shepherd, Amy Ryan, Sebastian Koch, Alan Alda, Austin Stowell, Mikhail Gorevoy e Will Rogers. Il Ponte delle Spie è prodotto da Spielberg. La fotografia è all'altezza e restituisce malinconiche visioni della capitale tedesca frammentata e calpestata. Non manca la magistrale scena colta dal finestrino del treno urbano di un fuggiasco in cerca di libertà che viene ucciso dalla raffica di mitra di una delle tante guardie di frontiera, i famigerati Vopos.  
Il titolo del film allude al famoso Ponte Glienicke, che collegava durante la Guerra Fredda il settore americano di Berlino Ovest a Potsdam, Germania dell'Est, e che fu luogo ideale e surreale ove avvenne di fatto lo scambio di spie tra i due blocchi. Nella circostanza Donovan riuscì a far liberare anche uno studente americano arrestato e torturato in concomitanza con la costruzione del Muro che divise città, famiglie ed amanti. (a.m.)






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