martedì 14 aprile 2020

"Siamo tutti Alberto Sordi?" il docufilm di Fabrizio Corallo su SkyArte e su Sky Cinema Comedy



"Siamo tutti Alberto Sordi?"Il docufilm di Fabrizio Corallo, fortunatamente presentato in epoca pre-pandemia, è andato in onda domenica 12 aprile su Sky Arte e su Sky Cinema Comedy. 


"Siamo tutti Alberto Sordi?" aspira a celebrare in occasione del centenario della nascita il talento unico e la personalità segreta del grande attore e regista romano scomparso 17 anni fa, mettendone in rilievo non solo la leggendaria vicenda artistica ma soprattutto le sue doti spesso profetiche di interprete/autore capace. C'è davvero tutto Sordi, in questa "enciclopedia visuale", il pubblico e il privato, le amicizie fraterne con Fellini con cui divise gli anni della fame iniziali, con Scola, e poi con Risi, Monicelli, De Sica "complice perfetto" come racconta Christian, il sodalizio con l'alter ego sceneggiatore Rodolfo Sonego e con il musicista Piero Piccioni, la stima per Monica Vitti. 

Questo 2020 difficile - con la pandemia in corso che tutto sta triturando come un evento bellico -  prevedeva e prevede diversi appuntamenti culturali qualcuno rinviato qualcuno sopravvissuto grazie ai media. 


Così la Mostra  Il centenario. Alberto Sordi 1920-2020 a Roma nella villa dell’attore in piazzale Numa Pompilio è stata rinviata: contattare info@centenarioalbertosordi.it). 
Il biopic Permette? Alberto Sordi diretto da Luca Manfredi, con Edoardo Pesce nei panni dell’attore, è andato in onda il 24 marzo su Rai1 ma non è riuscito a catturare al di là di un lavoro corale apprezzabile.
Il docufilm di Fabrizio Corallo si beve tutto d'un fiato per la snellezza e bravura del regista-sceneggiatore che sta consolidando la sua fama e bravura nel confezionare docufilm: dopo il grande successo di Sono Gassman!, del 2018, andato in onda nel gennaio 2019 su Sky Arte, ha anche collaborato come sceneggiatore con Carolina, la figlia di Franco Rosi,  al documentario Citizen Rosi diretto da Didi Gnocchi e Carolina Rosi (2019): lo abbiamo visto ed è veramente bello e istruttivo. 
"Siamotutti Alberto Sordi?" prodotto da Surf Film e Dean Film in collaborazione con LA7, Sky Arte, Istituto Luce Cinecittà e 3D Produzioni segue Sordi nell'arco della sua formazione e del consolidarsi della sua carriera raccontandolo attraverso le sequenze di alcuni tra i più significativi dei  film da lui interpretati; filmati tratti dalle sue tante apparizioni televisive e pubbliche e interviste appositamente realizzate a compagni di lavoro, esponenti di punta del cinema recente, storici e critici, tutti chiamati a raccontarne i vari aspetti della poliedrica personalità tra riflessioni, aneddoti, ricordi e curiosità. 




Tra gli intervistati gli attori Carlo Verdone, Giovanna Ralli, Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Riccardo Rossi; intervengono  i critici Goffredo Fofi, Valerio Caprara e Masolino D'Amico. Non potevano mancare esperti osservatori del costume nazionale come Renzo Arbore, Vincenzo Mollica, Maurizio Costanzo e altri ancora; amici e collaboratori come il presidente onorario della Fondazione Museo Alberto Sordi, Walter Veltroni; il consulente artistico Fondazione Museo Alberto Sordi, Luca Verdone;  lo sceneggiatore Enrico Vanzina; il presidente Anica  Francesco Rutelli; il regista Marco Risi; le scrittrici Gigliola Scola e Chiara Rapaccini; la giornalista Gloria Satta. Il Presidente onorario del Campus Biomedico di Roma,  Professor Paolo Arullani ci rivela che il suolo dell'intera opera sia stato donato da Sordi.

Una godibile carrellata di emozioni e rivelazioni più o meno intime che donano luce ad aspetti esistenziali e professionali del grande Albertone:  persino sulla sua presunta avarizia, che non ha impedito all'Artista in vita e dopo la morte di fare beneficenza a tanti, per esempio al Campus Biomedico e ad istituti per anziani.


Ora passiamo ad intervistare Fabrizio Corallo.

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Fabrizio Corallo







- E' il suo momento più maturo e proficuo, dal punto di vista artistico, Fabrizio Corallo. Lei è regista-sceneggiatore molto ricercato per i docufilm. Un riconoscimento alla capacità di lavoro e cultura, bisogna ammetterlo, malgrado la sua naturale ritrosia.  Già dal titolo scelto e dal punto interrogativo si comprende come descrivere gli italiani non è impresa semplice. Sordi ci è riuscito?

- Dagli anni '50 in poi e sino alla fine dei suoi giorni Alberto Sordi esprimendosi quasi sempre in felice sintonia con registi e sceneggiatori come lui in stato di grazia ha mostrato con le sue denunce del malcostume italiano, in forma di satira, quello che siamo e che forse avremmo preferito non essere.

- Ideologicamente come era Albertone?

- Conservatore, moderato e cattolico convinto ma anche osservatore implacabile di vizi e storture e profondo conoscitore dei meccanismi psicologici...Sordi ha dato vita nelle sue commedie a tanti ruoli di uomini immaturi, opportunisti, servili e incapaci di solidarietà e altruismo. Nel suo cinema riecheggiano certe costanti nazionali come la furbizia, il cinismo, il familismo amorale, la mancanza di senso civico, considerati troppo spesso dagli italiani quasi come una dote, un patrimonio, un'autodifesa allarmata e quasi gelosa della proprio "particulare" (per dirla alla Guicciardini). 

- Non tutto può essere folklore. C'è dell'autocompiacimento mi dice.

- Al di là degli occasionali e divertiti autocompiacimenti i personaggi "scomodi" di Sordi sono però rappresentati sempre criticamente ed esortano lo spettatore a riflettere su difetti e colpe di un'umanità priva di coscienza etica.

- C'è il rischio identificatorio se non si è dotati di capacità riflessive. 


- I livelli di lettura sono tanti. Sordi ha portato in scena tanti "mostri" del suo tempo nei loro aspetti divertenti con l'intento esplicito di condannarli e fustigarli anche se troppo spesso il suo pubblico ha finito con l'identificarsi in lui senza farsi troppe domande, nutrendosi passivamente degli splendori e delle miserie rappresentate nel glorioso genere della commedia all'italiana. Però secondo Ettore Scola - che prima di dirigerlo in film memorabili lo aveva conosciuto bene nei primi anni 50 come autore dei suoi programmi radiofonici e sceneggiatore di tante commedie - "il  pubblico di Alberto non è mai stato “ricattato” dalla sua simpatia e dalla sua bontà, piuttosto è stato ammaliato e colpito dalla sua grandezza come attore e come uomo. Il suo merito principale è stato quello di non aver camuffato le bassezze con un'ipocrita rispettabilità: non era un ritrattista ma un inventore di caratteri. Era soprattutto un disturbatore ed un dissacratore, è andato sempre contro i luoghi comuni, contro le convenienze".

- Convincente  la nota sulla dissacrazione. Tra il ridere e sorridere sui fatti umani è vero che dopo un film di Sordi - anche quelli tragici - si prova un misto di vergogna e compenetrazione. Ci si chiede "ma io mi comporto mai come lui?", che poi è il sottotitolo del docufilm.

- Certo. Secondo il critico Maurizio Liverani "Sordi con il suo umorismo sarcastico e beffardo non ha rappresentato soltanto l'arrivismo e la faciloneria: la sua più che una storia degli italiani è una loro imitazione allucinata e iperrealista che diventa disturbante".

-Di Gassman lei era frequentatore e amico di famiglia. Quali difficoltà hai incontrato nell’affrontare la vita di Albertone che non conosceva alla pari di Vittorio?

- Molte e poche. E' stata una esperienza unica farsi accompagnare da Carlo Verdone nella villa di Sordi che lui sì frequentava. Tra le tante interviste e tra i tanti materiali di repertorio sempre suggestivi da rivedere, alcune sono proprio chicche inedite. Come i materiali che De Laurentiis mi ha concesso per il film e che appartengono agli anni dell'accordo che Dino firmò con Sordi per alcuni film memorabili, molti dei quali con Silvana Mangano di cui Alberto era platonicamente innamorato. Una splendida esperienza fare un docufilm sentito.

- Hasta la próxima allora.


(a.m.)


Biografia. Fabrizio Corallo è nato il 29 Aprile 1957 a Bari, città in cui si è in seguito laureato in Giurisprudenza nell' Università degli Studi oggi intitolata ad Aldo Moro. Si occupa di cinema e di spettacolo dal 1979: è stato assistente alla regia di diversi film diretti tra gli altri da Renzo Arbore ("Il Pap'occhio", 1980), Pupi Avati ("Le strelle nel fosso" e gli sceneggiati Rai "Jazz band" e "Cinema!"), Stelvio Massi ("Il conto è chiuso") Sergio Martino ("Sabato, domenica e venerdì"). Vive e opera a Roma dal 1980 ove ha lavorato come redattore, consulente ed esperto di cinema e di spettacolo per vari programmi tv di Rai 2 (tra cui "Blitz" di Gianni Minà e "Mixer" di Giovanni Minoli) e di Rai 3, rete con cui ha collaborato fino al 2015 come autore di testi e consulente per l'ufficio stampa.
Fin dal 1980 ha iniziato a scrivere articoli ed inchieste dedicati al cinema e allo spettacolo per varie testate: La Gazzetta del Mezzogiorno, Panorama, L'Espresso, Il Messaggero, Il Venerdi di Repubblica, La Domenica del Corriere, L'Unità, Film Tv, Cinecittànews, Quotidiani Associati, Il Quotidiano di Lecce, L'Ora.
Giornalista pubblicista dal 1982, ha scritto dal 1981 al 2000 per La Gazzetta del Mezzogiorno; ha iniziato a collaborare fin dal 1990 con Il Mattino di Napoli ed è stato titolare per oltre 10 anni di una rubrica mensile del magazine di cinema "Ciak". Nel 1987 ha firmato con Puopi Avati la sceneggiatura del film ad episodi "Sposi" Ha collaborato e collabora con molte reti televisive, non solo la RAI.
E' stato coautore con Valerio Caprara del volume sul regista Dino Risi "Maestro per caso" (Gremese, 1993) e ha firmato con altri autori volumi di cinema sugli attori Ugo Tognazzi, Michele Placido, Margherita Buy e Carlo Verdone pubblicati in occasione di diverse edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce. Nel 2006 è stato l'autore di Una bella vacanza, un documentario incentrato sulla vita e i film di Dino Risi trasmesso da Rai 3 in occasione del 90esimo compleanno del regista, premiato con una Menzione Speciale ai Nastri d'argento del 2007 e presentato in varie manifestazioni internazionali, tra cui una rassegna del 2009 al MoMA di New York .

Collabora da tempo all'organizzazione ed alla promozione di festival e manifestazioni dedicati al cinema e con varie case di distribuzione per cui scrive interviste a registi e attori per i pressbook utilizzati in fase di uscita dei film e per i contenuti extra da associare al lancio nel mercato Home Video. Nel 2010 è stato l'autore dello special "Quel Pap'occhio di 30 anni fa" con Renzo Arbore, Isabella Rossellini e Mariangela Melato, pubblicato in home video da 01 distribution insieme al film Il Pap'occhio di Renzo Arbore in occasione del trentennale della sua uscita in sala. E' stato a lungo consulente di vari canali Rai (Rai 3, Rai Movie Rai Premium, Rai 1, Rai Educational) realizzando interviste e testi per vari programmi e occupandosi di pubbliche relazioni e rapporti con gli ospiti. Dal 2013 scrive sulle pagine di cultura e spettacoli de "Il Fatto Quotidiano" e continua a collaborare con "Il Mattino di Napoli".

Nel 2014 ha ideato e diretto il programma tv con Renzo Arbore e Raffaele La Capria "Napoli Signora" realizzato da 3D produzioni e in onda su Rai Storia dopo un'anteprima al Prix Italia di Torino. Nel 2015 è stato l'autore di "Quando la radio..", un programma tv sulla storia della radiofonia con Renzo Arbore e Marco Presta realizzato da 3D produzioni e in onda su Rai Storia.

Nel 2016 ha ideato e diretto il documentario "Dino Risi Forever-Cento anni ma non li dimostra", presentato alla Festa del Cinema di Roma e in una rassegna del MoMA di New York in occasione dei centenario della nascita del regista e premiato con un Nastro d'Argento Speciale.

Sempre nel 2016 è stato l'autore di"..Le chiamavano jazz band", un programma tv con Renzo Arbore e Pupi Avati realizzato da 3D Produzioni in onda su Rai Storia. Ha poi proseguito la sua attività di giornalista conducendo una serie di talk show con attori e registi organizzati in Puglia dalla Apulia Film Commission.

Nel 2017 è stato l'autore di "Mariangela!", un programma tv con Renzo Arbore e Lella Costa dedicato all'attrice Mariangela Melato realizzato in 4 puntate da 3D Produzioni per Rai Storia e Rai Tre e premiato con una Menzione Speciale ai Nastri d'Argento 2018; sempre nel 2017 è stato uno degli autori de "Il nostro Totò", un programma di Rai 2 di Renzo Arbore realizzato in occasione del cinquantenario della scomparsa del grande comico. Ha condotto inoltre una nuova serie di talk show con attori e registi della Apulia Film Commission e ha proseguito la sua attività di giornalista per varie testate, tv e manifestazioni di cinema, teatro e letteratura. Nel 2018 ha scritto e diretto "Sono Gassman! Vittorio re della commedia", un docufilm sulla vita e la carriera di Vittorio Gassman presentato alla Festa del Cinema di Roma e vincitore del Nastro d'Argento per il miglior documentario di spettacolo del 2019.



venerdì 10 aprile 2020

Lettera a tutti gli Sciacalli in epoca di #pandemia da #Coronavirus #Covid19


Lettera a tutti gli Sciacalli (Trasgressori, Untori, Sabotatori, Irosi , Trimalchioni ) e agli Sciacalli elettronici senza volto


Voi Sciacalli siete eroi di niente e lavorate per distruggere. Non avete capito che stiamo cercando di salvare anche voi sciacalli accomunati dal  "cerebrum non habet" di Fedro.

Questa è una guerra contro il genere umano. Ma la faremo finire. Assieme.


Nessuna pandemia elimina interamente una specie vivente: non sopravviverebbe lo stesso agente patogeno, il microrganismo. Sappiatelo, è legge di Natura. Ma la pandemia, fino a non scompare, stermina senza distinzione di età, genere, classe, nazionalità, etnie, cultura. Come il quarto cavaliere dell’Apocalisse (Morte-Pestilenza), stermina a caso: come il nazista che spara dalla finestra nel film di Spielberg “Schindler's List” (1993). Vengono meno nonni, genitori, figli, medici e infermieri, cassiere, operai, volontari, tutori dell’ordine, criminali, guardie e ladri ecc. Che brutto scrivere “ecc.”, eh? Quello dei TG è un bollettino di guerra cui stiamo facendo l'abitudine. Si tratta di tantissime persone e storie irripetibili, quelle storie che rendono la vita comunque una bella sfida da affrontare. Come tutte le guerre, anche questa è scoppiata troppo all’improvviso, sul filo del bicchiere di spumante con cui ci siamo augurati un anno migliore. Per concludere il conflitto anche negli esiti catastrofici, ci vorrà tanto sacrificio e dolore, e verrà il  dopo-guerra, quando potremo cantare che ce l’abbiamo fatta senza chiederci troppo come risollevarci. 

Homo sapiens è così, cade e si rialza. 


Ma come tutte le guerre anche questa prevede gli Sciacalli di ogni tipo, antichi e moderni.  Inutile chiedersi perché esistano sciacalli in frangenti così dolorosi di per sé. Sappiamo solo come agiscono. 
Concittadino caro, se non sei uno Sciacallo lascia perdere, puoi anche non leggere oltre. Sei un bravo Cittadino che sa collaborare con lo Stato, sai già che lo Stato siamo noi e sai come comportarti (come per le piccole cose come la raccolta differenziata che riguarda immondizie). Voglio rivolgermi a quelli che probabilmente non leggeranno  oltre, dicendo “Ah, il solito buonista che predica bene e razzola male”; quelli che sanno solo offendere, vittime anch’esse della propria ira. Pazienza. In democrazia ( e fuori) non ci possono mettere a tacere.

Cari Sciacalli, 


in periodi storici così difficili, vi preghiamo di non contribuire a diffondere messaggi disfattistici, destabilizzanti, protestatari,  e collerici.  Nessun governo avrebbe potuto fare qualcosa di diverso in una emergenza simile tant’è che ogni governo democratico del mondo, di qualunque colore politico, ha promulgato misure sovrapponibili a quelle italiane e noi con la nostra gloriosa Protezione Civile e con tutti le forze messe in campo, siamo modello per gli altri (anche per quelli che ci avevano deriso per il clamore  e che ora contano morti più di noi). 

Pensate che la SARS del 2002-04 (da SARS-CoV-1) fece in tutto novecento morti tra cui il medico microbiologo italiano che la identificò per primo:  Carlo Urbani (1956-2003). 


Quel sacrificio è simbolo di tutti gli Operatori Sanitari caduti “sul campo” ed è faro per i viventi. Con il virus SARS-Cov-2, l’attuale,  contiamo ogni giorno migliaia di caduti e dappertutto! È una guerra (anche alla nostra presunta e presuntuosa onnipotenza ) e  bisogna imparare ad attendere, difendersi con il cervello, essere pazienti perché non finirà presto.

 Bisogna prima sopravvivere al virus con le restrizioni libertarie e poi sopravvivere economicamente 


Chi ha di più deve dare e chi ha di meno o nulla deve ricevere. Lo Stato siamo anche noi E lo Stato come Ente centrale lavora incessantemente per la salvaguardia personale e sociale; sta diramando aiuti enormi grazie all’aiuto della BCE che aiuta gli Stati membri (non sempre riconoscenti). 

E' notizia di oggi che la Bulgaria chiede di accedere alla Eurozona per accedere agli aiuti: dunque gli aiuti della UE sono già imponenti se vengono reclamati da Paesi estranei. Dobbiamo fare di più al di là della solidarietà europea già espressa. Dobbiamo condividere la ri-nascita.


In effetti sia la copertura delle spese straordinarie sia cospicue “iniezioni” di danaro vengono dall'Europa. In questi giorni ci si gioca anche l’idea di una Europa Unita per la mentalità rigida di alcune nazioni: senza pensare alle difficoltà immense che attendono il Regno Unito (per quanto?) che stoltamente non ne fa più parte. Brexit equivale ad essere soli.

Si assiste  anche una crescente solidarietà (internazionale e privata) che lascia ben sperare in una pax sociale.


La burocrazia italiana, talora seconda solo all'apparato russo, va semplificata nell'emergenza, in quanto tende a  rallentare l’accesso ai fondi stanziati. Si deve fare di più e meglio. In questo clima comunque a rallentare ci si mettono anche gli Sciacalli, sotto forma di hacker che attaccano i siti di pubblico servizio. Possibile che ci facciamo la guerra tra “poveri”? Onestamente, senza essere complottisti, io credo che si tratti di centri informatici pagati per destabilizzare l’Europa libera. Assurdo? 

Hacker-Sciacalli sono una realtà. Conosciamo già la esistenza di "Bestie" che a livello informatico dividono e catturano attraverso la rabbia sociale. 


E quanti “cattivi” incontriamo anche nelle file del supermarket o alla banca che con sorriso diabolico non indossano la mascherina, malgrado i più li invitino a farlo? Tutto in spregio delle misure di sicurezza interpersonale.
Io preferisco gli esempi civici e, quando mi decido a parlare è solo dopo aver ascoltato, dopo aver verificato a livello culturale, e dopo aver ponderato le parole. “Ma come? - obietterà qualcuno - dai dello Sciacallo agli altri che la pensano diversamente e pretendi di essere rispettato?”. Scusatemi se vi ho offeso più di quanto facciate voi con voi stessi, amo la dialettica ed accetto critiche. Lezioni di etica no, non le accetto dagli Sciacalli. 
E' in arrivo una strana Pasqua con coprifuoco. 

Vi auguro una buona Pesach (dall'ebraico: "passaggio") perché siamo di passaggio e in passaggio.


In tema pasquale, da laico, voglio fare una citazione da Paolo di Tarso:
10 Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. 11 Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. 12 Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». 13 È forse diviso il Cristo? 

[Dalla Prima lettera (autentica) ai Corinzi]




(achille miglionico)

  • Da leggere: "Quando mio marito Carlo Urbani fermò il virus" articolo su:  
  • http://www.vita.it/it/article/2020/03/22/quando-mio-marito-carlo-urbani-fermo-il-virus/154564/


NOTE: 

  • “Sciacallo” (da Dizionario TRECCANI)): 2. “fig. Persona che approfitta delle altrui sventure per rubare; in partic., chi, in occasione di cataclismi o eventi bellici, saccheggia case e luoghi abbandonati, deruba cadaveri o persone indifese; anche chi, nei sequestri di persona, si inserisce con false promesse nelle trattative per trarne profitto; talvolta, più genericam., persona avida, profittatrice….”
  • “Hacker” (da Dizionario TRECCANI): “…..In relazione agli scopi perseguiti,  si distinguono tre differentidi h.: white hat hacker, il cui operato corrisponde a un rigoroso rispetto dell’etica h.; black hat hacker, chi violi illegalmente sistemi informatici con o senza vantaggi personali; grey hat hacker, l’h. cui non siano applicabili queste distinzioni o che passi facilmente dall’una all'altra categoria.” Scegliete voi.


R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...