LE SOLLECITAZIONI ''UTOPICHE''
DI MASSIMO CACCIARI NELLA CAPITALE EUROPEA
DELLA CULTURA PER
IL 2019
Grande evento
culturale l'11 giugno a Matera, per la ''lectio'' tenuta dal filosofo Massimo Cacciari
sul ''tramonto delle Utopie''.
Perché si
intuisca il rapporto fra il tema proposto e la città di Matera, è necessario ricordare i
cinque concetti chiave contenuti nel Dossier di candidatura
''Matera 2019'', che sono: Futuro
remoto, Radici e percorsi, Riflessioni e connessioni, Continuità e rotture, Utopie
e distopie, e che
hanno contribuito all'ottenimento della denominazione. Ovviamente è all'ultimo concetto chiave che
si aggancia la proposta del professore-filosofo, nella sua ampia e storica
ricostruzione del suo significato -
E' partito dal citare tre filosofi che hanno introdotto
per la prima volta l'idea utopica e cioè Moro, Campanella e Bacone (Cinquecento); quindi ha descritto quanto nel tempo
evolvesse o regredisse tale pensiero, a seconda delle diverse e contrapposte
tesi, con l' apporto di Marx e Weber (Ottocento), sino alla moderna Utopia che,
per quanto al tramonto, non può considerarsi ''chiusa'', nel senso che
rimane aperta a prospettive e progettualità. E' probabile che tale utopia possibile,
realistica e concreta, pur nei suoi limiti, rappresenti l'ipotesi di uno
sguardo oltre l'orizzonte del presente, e quindi la possibilità di immaginare
un' oltre.
Il filosofo, che
è stato lontano (e con modalità forse un
po' accademica ma efficace) dal lin-
guaggio più semplice che usa nella comunicazione
politica (''otto e mezzo'', ecc.), ha
prospettato comunque una ''infuturazione'' della società moderna, benchè
sottesa (e minacciata?) da grandi questioni planetarie.
E questa
conclusione non può che rassicurarci, oltre che per il destino più ampio
dell'umanità, anche per quello più particolare di una comunità "locale" come Matera che si accinge a
divenire capitale europea, e che è andata a scovare fra le sollecitazioni utili
al conseguimento del titolo, quella di un'utopia ''indispensabile'', se è vero
che Matera possa rappresentare se stessa come città-simbolo di tutte le culture dimenticate, rimettendo in questione le
risposte scontate e per lo più inefficaci alla crisi europea, al fine di produrre, si spera, un nuovo modello di
sviluppo.
Perciò non vi
nascondo che sono uscito soddisfatto dalla sala delle conferenze del Palazzo
Lanfranchi, ove si è tenuta la dissertazione, a pochi metri dal gigante
pittorico del ''Lucania 61'' di Carlo Levi, che ha dipinto la terra lucana, sì
povera e contadina, ma certamente non umiliata, come qualche noto giornalista
(Sorgi) ha cercato di passare imperdonabilmente.
Cacciari ha
precisato il suo concetto di Utopia, in una ulteriore dichiarazione ad emittente locale, sottolineando ancora quanto essa possa rappresentare una
''energia'' capace anche di superare la ''disillusione nichilista''. Ovvio che
il messaggio è importante anche per le generazioni giovani, bloccate spesso in
una immutabilià del copione personale che impedisce loro, per l'appunto, di
''infuturarsi''nel sociale. Grazie Massimo Cacciari per averci infuso solidale ottimismo tra tanti scenari spesso cupi del tempo attuale. (Italo Zagaria,italo.zagaria@virgilio.it)
La precisazione del concetto di Utopia, da intendere come "energia", meriterebbe di mostrare anche un "risvolto pratico" .... forse estraibile [??] dai commenti già tentati [ma privi di riscontri] all'articolo
RispondiElimina(U)Topia: il noi e uno spazio rinnovato
https://www.che-fare.com/utopia-uno-spazio-rinnovato/
Chi vivrà vedrà.