martedì 30 ottobre 2012

Elogio della Follia 14: I GIUDICI OPTANO PER LA ONNIPOTENZA

Io, Erasmo, sono olandese e non ho problemi ma al posto vostro, Italiani, comincerei a sentirmi mancare il terreno sotto i piedi. Ah, già, è proprio questo il fattaccio. Insomma parlo del terremoto dell'Aquila e di quella sentenza che ha condannato i sette membri della Commissione Grandi Rischi per non aver previsto la importanza del sisma. Troppe parole sono state spese in questi giorni sull'argomento. Voglio solo aggiungere che, come Giovanna d'Arco era più "monarchica " del Re di Francia, così la magistratura sembra più scientista degli scienziati dei fumetti: il magistrato sembra allontanarsi sempre più dai bisogni del cittadino e  poco incline a rinunciare alla vertigine della "potenza", anzi della onnipotenza umana. In qualunque cosa tu creda, o magistrato, in dio o nella natura non importa, sappi che sia divinità che natura si rifanno alla teoria del caos, per cui un evento è sì prevedibile che accada ma non possiamo stabilire quando. Ti faccio un esempio che mi ha fatto un amico ansioso: "Mia madre che è pure ansiosa posso prevedere che mi telefonerà, sulla base delle osservazioni, una decina di volte nel giorno per preoccuparsi di dove io stia ma non potrò mai dire a che ora precisa ella farà squillare il telefono". E credo che un sisma sia qualcosa di estremamente più complesso di una madre...
E che dire di quell'altra sentenza tutta italiana che ha condannato una docente per aver punito e quindi "umiliato" - a detta dell'accusa - un pericoloso bulletto della classe? Come può "mortificare la dignità" una punizione come quella di ricopiare cento volte una frase  come "io sono deficiente" ? Oddio, stupidina invero la punizione dal punto di vista pedagogico ma non credo che abbia sortito effetto alcuno sul ragazzino mentre invece ha ipercoinvolto consulenti tecnici (?) e giudici in una diatriba insensata. La docente avrà sbagliato pedagogicamente ma il ruolo dei docenti, già così vilipeso da alunni e genitori, ne risulta ulteriormente indebolito. Ahinoi.
 Lo ripeto: io sono olandese e non ho problemi di incertezza di pena nel mio piccolo grande Paese. Da noi si pagano le tasse e chi non lo fa va incontro a seri problemi. Da noi vi è la certezza della pena (anche non severa). Da noi la magistratura tende a ridurre i conflitti piuttosto che a innalzarli. Da noi non c'è il contenzioso che solo voi avete al mondo: altissimo. Attenti ai soldi ma distratti negli omicidi (a meno che non possano fruttare soldi). Finché avrete nella sola Roma un numero di avvocati pari a quello della intera Francia, credo che non farete una gran figura nella Europa Unita.





giovedì 18 ottobre 2012

CASA DIVINA PROVVIDENZA: siamo alla mobilità di centinaia di dipendenti


MANIFESTAZIONE INTERSINDACALE CASA DIVINA PROVVIDENZA BISCEGLIE del 18 Ottobre 2012



18 Ottobre 2012. Raccontiamo questa vicenda in quanto a noi vicina e comunque  emblematica dei tempi critici che viviamo.
“Oramai vivo con   mia figlia da mamma che ci ospita e ci fa mangiare – confessa con la voce emozionata N. una operatrice della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie – Casa mia l'ho chiusa e me ne vergogno...L'ultimo acconto di stipendio è di agosto...Bollette non pagate...mi hanno staccato il gas e tra poco la luce...mutuo non pagato.”
Questa è solo una delle voci che si levano dalla folla di dipendenti della CDP che sanno oramai di essere in procinto di essere messi in mobilità, il che presuppone il licenziamento. La assemblea generale è stata convocata dalle OO.SS. sul piazzale antistante il Duomo di San Giuseppe. Fa caldo per il mese di Ottobre e si fa fatica a contenere la rabbia dei lavoratori: dopo la introduzione dei vari rappresentanti sindacali, c'è chi grida dalla folla, chi parla al microfono pacatamente, chi urla la propria disperazione di genitori e chi semplicemente scuote il capo chiedendosi come si possa essere arrivati a questo punto. E anche chi è assente, come se il problema aziendale non lo riguardasse.
Al termine scomposto della assemblea, cominciata alle ore 10.00,  spontaneamente la massa si avvia verso l'arco monumentale, incurante della vicina Amministrazione, che notoriamente rimane arroccata sulle proprie illogiche e irriverenti posizioni (rifiuta infatti l'affiancamento regionale, una sorta di supervisione del potere centrale,  con un fallimento alle porte!): la Amministrazione dell'Opera fondata da Don Pasquale Uva, è in contrasto aperto con OO.SS. e Istituzioni tutte e procede come "un carrarmato" , senza tener conto delle posizioni politiche espresse da destra e da sinistra e senza rispettare le proposte di interazione avanzate dalle Istituzioni.
I lavoratori senza un programma predefinito vanno rumorosamente verso la Casa delle Ancelle, le suore della Congregazione, chiedendo a gran voce di vedere la Madre Generale, legale responsabile dell'Ente. La porta è chiusa e tale rimane finché accorrono sul posto i primi Carabinieri. Ma i lavoratori, pur animosi, mantengono un contegno sempre civile. Accorre la stampa. Quando si affaccia il direttore amministrativo dell'Ente, nulla succede ("come quando" - maligna l'operatore' P.N.,  "si presenta alle riunioni  con la Regione, dove parla sempre il consulente 'liquidatore'... "
Tutti sanno che altrove è descritto il destino dell'Ente. E tutti migrano verso il cancello principale che si affaccia sulla trafficatissima via Bovio e lì occupano la strada bloccando il traffico di punta con bus di linea. Si coglie la disperazione del gesto, di chi sente di non essere ascoltato da nessuno.
“I miei si sono venduti i gioielli di famiglia – dice a bassa voce un infermiere sulla cinquantina, trattenendo le lacrime – per racimolare duemila euro e andare tutti avanti e sopravvivere.” Come dargli torto? Sorridiamo di comprensione in silenzio. Tra crisi globale, nazionale, e mala gestione locale non c'è proprio da scherzare, infatti. (vitantonio lobascio)

lunedì 15 ottobre 2012

LUTTO: LO PSICHIATRA MAURO PAPAGNI


Il mondo della psichiatria  è in lutto per la scomparsa prematura del dr. Mauro Papagni, avvenuta all'ospedale civile di Gorizia, ove il medico risiedeva ed esercitava dal 1975. Nato 64 anni fa ad Acerenza, storica e fiera cittadina della provincia di Potenza, Mauro Antonio aveva vissuto sino alla adolescenza a Bisceglie, in Puglia, e si era laureato in  Medicina e Chirurgia alla Università degli Studi di Bari; si era quindi trasferito in Friuli Venezia Giulia per specializzarsi in Psichiatria presso la Università di Trieste ed ivi lavorare. Nel 1976 era in Friuli tra i soccorritori, dopo il nefasto terremoto, una esperienza sulla quale non amava dilungarsi. Mai una sbavatura, mai vanterie o visioni egocentriche nella riservatezza che caratterizzava Mauro: sempre e ovunque emergeva una grande professionalità guidata da altrettanto grande  humanitas. Ha prestato servizio nell'Ospedale psichiatrico di Via Vittorio Veneto a Gorizia, ora "Parco Basaglia".
La carriera dirigenziale lo ha portato ad assumere l'incarico primariale del Centro di Salute Mentale della azienda sanitaria isontina. Gran parte della vita professionale si è svolta anche a livello privato.
 Giovedì mattina 11 Ottobre u.s. noi eravamo lì, alla Chiesa del Sacro Cuore di Gorizia, e ci si è avvicinato un signore riconoscendo le fattezze di Mauro nel volto del fratello Saverio: "Suo fratello l'ho conosciuto vent'anni fa... Mi ha salvato la vita allora... Non potevo non esserci, avendo letto la notizia sul Piccolo [di Trieste, n.d.r.]...", ha detto commosso. Una folla di persone era alla chiesa di Gorizia ed una folla di persone si è presentata alla Parrocchia di sant'Agostino in Bisceglie ove si è celebrata una messa Sabato pomeriggio 13 Ottobre.
Alla fine degli anni '90 lo psichiatra Mauro Papagni si era formato, tra l'altro, in analisi transazionale con il gruppo di Gorizia organizzato dal SIEB: ma la nostra amicizia risaliva ad un decennio prima, attraverso il fratello Saverio, neurologo e psicoterapeuta, anch'egli formatosi in AT.
Lascia sì un vuoto tra di noi Mauro Antonio Papagni ma lascia anche  un pieno di ricordi indelebili. (a.m.)


Ecco, lo spirito è partito
sul sentiero dell'ombra.
Quando raggiungerà l'arcobaleno
la terra canterà.
Ecco, è partito
con l'acqua del mattino.

(da un canto Apache)

giovedì 4 ottobre 2012

55 ANNI FA COMINCIAVA L'ERA SPAZIALE: SPUTNIK





Per chi è troppo giovane e/o non studia neanche la storia recente quello era il periodo della Guerra Fredda e dell'antagonismo tra Occidente e Russia sovietica, tra Patto Atlantico che annoverava tutti i Paesi democratici (veramente) della NATO e Patto di Varsavia che era l'impero comunista egemonizzato da Mosca. Il 4 Ottobre 1957 , dunque, un gigantesco missile balistico R-7 fu lanciato verso il cielo da una base segreta della Unione Sovietica. Non recava a bordo un micidiale ordigno nucleare pronto a colpire una metropoli europea o nordamericana. Era stato lanciato il primo manufatto umano con strumenti scientifici a bordo perchè si ponesse in orbita intorno alla Madre Terra. Sputnik si chiamava quel satellite artificiale di una ottantina di chili e la parola in russo vuol dire "compagno di viaggio" (in cirillico Спутник ). Era cominciata la Era Spaziale. Oggi.

Auguri Sputnik. Ci piace pensare che continui a roteare sulle nostre teste oramai in pensione:  una delle tante lucette che attraversano i nostri cieli. E tu lì che ti affanni a scansare (o forse sei scansato) nella folla di sconosciuti  che trafficano intorno alla Terra, come sulla 5^ Strada di New York, tutti presi a telecomunicare (anche cazzate). Ai tuoi tempi trasmettevi solo cose scientifiche e non il Grande Fratello ("No, no, non hai compreso: non quello di George Orwell che poi è un romanzo che non puoi conoscere perché nel 1984 eri già FUORI... è solo una trasmissione televisiva... Be' lascia perdere... Auguri e basta."). Ti guardano, se ti guardano,  con le loro antenne "dall'alto verso il basso" chiedendosi che cosa è quella palla lucente e vecchia. Non sanno - come fanno tanti sulla Terra quando non rispettano gli anziani - che, senza quel maturo signore dalla livrea ancora brillante alla luce solare, loro oggi non esisterebbero neanche o sarebbero solo dei macinacaffè. (a.m.)

R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...