sabato 25 luglio 2015

STROMBOLI&VULCANI ATTIVI: "odi et amo"

Stromboli: la Sciara di Fuoco si inabissa per oltre 500 metri nel mare
(il vulcanologo Marco Neri dice sino a 2400 m) .
Qui si apprezza in cima la periodica e piccola eruzione (attività detta "stromboliana").



Io che ci faccio qui?

Come si fa ad abitare qui? è la prima domanda. Quando si approda a Stromboli si avverte la differenza. Non è come guardare un Vesuvio apparentemente spento che sfumacchia con la fumarola; non è come l'Etna che erutta continuamente e sembra per questo addomesticabile. In realtà non ci sono vulcani tranquilli. Ma qui a Stromboli, ovunque approdi, dopo aver navigato a zig-zag attraverso le Eolie, senti che vi è Iddu, anche perché non c'è altro spazio che Iddu, il vulcano, un cono e basta e noi camminiamo e nuotiamo già sul vulcano anche quando ci sembra di mirarlo dal basso. L'uomo è qui usurpatore audace e fragile. Strana ed antica la convivenza e coabitazione dell'Homo sapiens con gli ambivalenti vulcani, con questa terra che ti da vita e morte con grande disinvoltura e senza preavvisi, come si conviene a deità arcimillenarie. Viene in mente la morte di Plinio il Vecchio durante la eruzione del Vesuvio: curiosità scientifica o solo fatalità? Odisseo paga la sfida onnipotente a Nettuno.
Nel 1980, a Stromboli,  in corrispondenza della chiesa di San Vincenzo, sono stati rinvenuti resti di un abitato del Bronzo antico riferibili alla cultura di Capo Graziano, cultura delle Eolie che risale al III millennio a.C.: le prime testimonianze della cultura di Capo Graziano sono a Filicudi, ove si si apprezzano scambi commerciali con il mondo elladico e miceneo. Ma già nel IV millennio a.C. le Eolie erano frequentate per il vetro vulcanico, la ossidiana, pietra resa preziosa dalle caratteristiche di tagliare come un rasoio: resti di ossidiana di Lipari sono stati scoperti in Francia, in Dalmazia; ne ho vista una del Neolitico rinvenuta in Capitanata. Con il commercio si scambiavano merci e idee, si sa.

(By Google Earth)

Qui si sono succeduti Ausoni, Etruschi, Greci (che hanno dato il nome di "trottola", Stromboli), Siracusani, Cartaginesi, Romani, Arabi e Normanni. Data la posizione lontana, Stromboli non ha subito l'impatto diretto di epici scontri come Lipari (guerre puniche nel 260 a.C., attacchi musulmani dell'836 d.C.). D'altronde questa è una isola lontana dalla terraferma che può rimanere "isolata" settimane in caso di mare molto mosso (gli abitanti hanno sempre provviste).
Le Eolie (o Lipari) sono un arcipelago a N della Sicilia che si compone di sette isole disposte ad Y coricata (Vulcano, Lipari,  Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea, Stromboli) con isolotti-scogli. Per esempio Strombolicchio, alto una cinquantina di metri (con faro) è in orbita intorno a Stromboli e rappresenta forse la parte più antica della attività vulcanica risalente a 200.000 anni fa: è la punta di un iceberg di lava che si levò dalle profondità marine. Stromboli come lo vediamo ora potrebbe risalire a non più di 5000 anni fa.
Strombolicchio




Tutto il gruppo insulare delle Eolie è di natura vulcanica e non arriva a 115 Kmq. L'attività endogena
è assente a Filicudi, Alicudi e Salina mentre a Lipari (ricca e sfruttata per la pomice e ossidiana) si riscontrano sorgenti termali e fumarole; Vulcano ha un vulcano attivo che ha eruttato l'ultima volta nel 1888-90. Stromboli ha una bocca eruttiva che si manifesta con attività appunto dette "stromboliane" ogni 15-30 minuti, massimo qualche ora, talora con spruzzi ignei.



Lame di fuoco sulla Sciara di Fuoco (foto UniRoma3) 

Quando vuole "Iddu", ci ha detto un taxi-driver. Non si può scappare in caso di eruzione vera. Accadde nel 1919, nel 1930.

Se dovesse succedere quando d'estate gli abitanti da quattrocento diventano quattromila non ci sarebbe scampo. Nel 2002 la Sciara di Fuoco franò generando un piccolo tsunami e l'isola fu chiusa ai turisti per sei mesi. Insomma si vive con un occhio rivolto alla bocca di Iddu.





L'isola è arcimonitorata da una stazione INGV, da studiosi di varie università: telecamere e radar a interferometria scandagliano le superfici ossessivamente. Catene di boe sorvegliano i moti del mare, reti di altoparlanti e percorsi di evacuazione sono ben stabiliti. "Non servono a nu c...", ci dice subito il tassista, dopo avere illustrato le dotazioni scientifiche di sicurezza. "Non capiscono nu' c...", allude agli studiosi internazionali che stazionano a Stromboli. Lui non vuole parlare di Dolce e Gabbana che hanno una villa sull'isola e li bolla con omofobia per nulla celata. Quando, durante il tragitto dal porto all'abitato, qualcuno taglia la strada al mezzo elettrico, gli spara in dialetto un "Levati di torno, Orecchie-di-Coniglio" (che non deve essere un complimento ma ci fa ridere un sacco). Il tassista è scettico e scocciato ma simpatico quando canta Modugno e ci indica la casa dove albergò la Bergman all'epoca del film neorealista di Rossellini "Stromboli, Terra di Dio". Noi ricordiamo che in quella estate del 1949 si girò qui "Stromboli" ed altrove "Vulcano": l'episodio di antagonismo tra film simili è più noto per la rottura tra la grande Anna Magnani (che non la prese bene)  e Roberto Rossellini che le preferì la stupenda bionda Ingrid Bergman. A sera, dalla barca osserviamo al moto ondoso la minieruzione, dondolandoci di fronte alla Sciara di Fuoco. Iddu si è fatto vedere e noi scattiamo foto, commentiamo con stupore, senza dimenticare che non si scherza con il fuoco.  (ardito nunzia lucia - voto a.m.)


La Sciara di Fuoco, una "cicatrice" aperta della Terra

Ecco!

Iddu dal mondo subacqueo

giovedì 16 luglio 2015

Pablo Picasso e le sue passioni. Pablo and his passions.


Taormina, 16 luglio 2015. Dal 5 luglio si è aperta la mostra “Pablo Picasso e le sue passioni”  che si terrà sino al 6 settembre presso il magnifico Palazzo Corvaja, in piazza Vittorio Emanuele II, a due passi dal teatro antico. Un percorso ideale nell’opera del Maestro alla scoperta delle passioni che lo hanno accompagnato in tutta la sua turbolenta e discutibile esistenza e nell’evoluzione del suo linguaggio artistico. Oggi è una giornata afosa, le strade sono comunque affollate a Taormina ed il mare lontano appare piatto e azzurro sotto il pennacchio fumoso dell’Etna che sornione vigila (o incombe?).




Palazzo Corvaja: atrio interno

Le opere qui esposte raccontano tutti i temi cari al grande artista spagnolo: il teatro e il circo (tema amato sin dagli inizi della vita parigina con l’amico George Gershwin; per non parlare della tauromachia, spettacolo crudele e controverso che avrebbe rapito anche Hemingway; poi le donne e la politica. Picasso, unico genio artistico del Novecento ad aver attraversato con maestria movimenti e tecniche lontane tra di loro unificandole in un fremito creativo irripetibile. La mostra presenta un connubio di opere originali e foto che illustrano momenti di vita intensi e tragici del Maestro: le sue Donne, Muse spesso finite in tragedia per seguire la spirale narcisistica dell’Artista. Citiamo Dora maar che, pittrice anch’essa, ebbe la fortuna di immortalare fotograficamente i lavori di Guernica.  Per altro la mostra è solo un aperitivo dell’ opera omnia che va studiata dagli albori (Museo Picasso di Barcellona). Va detto, senza voler sminuire l’iniziativa culturale, che il biglietto di sette euro sembra eccessivo rispetto a quanto proposto. Interessante e da non perdere, se si è sul posto incantevole. (tina ardito & achille miglionico).

Attrezzi del Maestro


Amore per la Tauromachia


Una stilizzazione dell'Artista

Una sala della mostra

Occhi che trapassano

Il Maestro al lavoro con la immancabile sigaretta
(foto a.m. con Fuji X-T1)




mercoledì 8 luglio 2015

KENYA: la follia jihadista colpisce ancora



7 Luglio 2015. Il 7 luglio 2005, estremisti collegati ad Al Qaeda fanno esplodere nella capitale inglese 4 ordigni su metrò e bus: 52 morti. A Soko Mbuzi Village, a circa 15 km da Mandera in Kenya, dieci anni dopo, Al-Shabaab uccide quasi nel sonno minatori che dormono nelle tende: 14 morti ed 11 feriti. Mandera è una città situata al pericoloso e duplice confine con Etiopia e Somalia, quella nazione smembrata che ha dato vita ad una "gioventù" (=al shabaab) che invoca lotta ai miscredenti e li stermina proditoriamente. Tutto (non) è cominciato il 21 settembre del 2013 con l'attacco a Nairobi, al Westgate Mall, e oltre 150 morti. In novembre e dicembre 2014, sempre a Mandera City due attacchi, il primo dei quali ad un autobus carico di cristiani (dopo aver diviso musulmani e cristiani a bordo) con 28 omicidi a freddo (veniva chiesto di recitare il Corano per smascherare i cristiani); l'altro attacco vede uccidere 36 lavoratori cristiani. E' sempre con i cristiani che i jihadisti consumano la rabbia omicida. 
Abbiamo sentito telefonicamente amici missionari da decenni operanti in Kenya e che non hanno mai tremato neanche dinanzi a morte certa o malattie: abbiamo sentito un velo di invincibile tristezza (e paura? non credo) nel loro resoconto e nelle loro raccomandazioni con le quali ci hanno sconsigliato il volontariato in zone considerate troppo a rischio per europei bianchi e cristiani. Il 20 aprile 2015, a Garissa, vengono sterminate nella università cristiana almeno 150 studenti. Dunque la lucida follìa jihadista imperversa poco disturbata dai nostri anatemi, dalle nostre invocazioni di libertà, dai nostri commenti europei così slegati e così attenti al "politicamente corretto": per molto meno l'Europa libera si è trovata nel baratro nazista. Si parla sempre di Islam pacifico (e concordiamo) ma non si può notare che in Italia non c'è stata ancora né una manifestazione significativa né una marea di islamici a protestare contro questo jihadismo astorico ed acritico, al quale approdano - per internet - persone e personaggi tra i più frustrati e frustranti: come la Fatima, che riempie le pagine cartacee ed elettroniche in questi giorni, dopo la intervista al Corriere della Sera (speriamo gratuita). 
Europa ferita a morte ma anche Africa sahariana e subsahariana colpite a morte. Forse è venuto il momento di fare silenzio (in ricordo dei martiri) e fare qualcosa di più fattivo per emarginare il fenomeno sociopatico che rischia di demolire millenni di storia. Perché qui è in gioco la sopravvivenza di popoli e della nostra cultura (ricordate e Oriente lux? si studiava a scuola). Su Archeologia Viva di Luglio-Agosto (2015, n.172) l'archeologo Paolo Brusasco ha sollevato un grido di dolore nel vedere distrutto dall'Isis il proprio lavoro e testimonianze mesopotamiche irripetibili. Qui si ferisce il mondo. (a.m.)




La mappa delle vittime in Kenya dal 2013



La ex-italiana





















Articoli di riferimento (2013):
THE DARK SIDE OF THE (CRESCENT) MOON: disastri religiosi

Perché il Kenya è colpito dal qaedismo? riflessioni 

IRAQ 2015: IL FUTURO PERDUTO DI CITTA' MILLENARIE  di Paolo Brusasco
http://www.archeologiaviva.it/index.php/news/227/SIRIA_E_IRAQ:_AGGIORNAMENTO_PATRIMONIO_CULTURALE.htm

venerdì 3 luglio 2015

FARMACOGENETICA: EVIDENZE E PROSPETTIVE IN AMBITO PSICHIATRICO. Convegno ECM

Si è svolto il 1 Luglio 2015 all'Hotel Riva del Sole, a Giovinazzo, in una giornata più estiva del solito, un Convegno di grande rilevanza scientifica e clinica sulla farmacogenetica.


La farmacogenetica è lo studio della variabilità allelica di geni candidati per  un potenziale effetto sul metabolismo, sull'efficacia e / tollerabilità di un determinato farmaco: in pratica lo studio delle variazioni genetiche individuali che danno luogo a differenti risposte alla assunzione di un farmaco. 
Una predizione su base genetica della suscettibilità di risposta potrebbe aiutare a definire la scelta dell’agente terapeutico e la dose migliore per velocizzare la risposta e diminuire gli effetti collaterali. 
Molte delle variazioni farmacocinetiche sono dovute a differenze nel metabolismo dei farmaci a loro volta determinate da forme alternative polimorfe dei geni che codificano alcuni enzimi epatici. Il sistema meglio conosciuto è quello del citocromo P450. Un esempio che mostra la importanza dei gruppi eme:




I citocromi P450 sono i maggiori attori coinvolti nella detossificazione dell'organismo, essendo in grado di agire su una gran numero di differenti substrati, sia esogeni (farmaci e tossine di origine esterna) che endogeni (prodotti di scarto dell'organismo). P.e. alcuni composti organici (forse la bergamottina o la naringina) presenti nel succo e nel frutto del pompelmo (!) vanno ad inibire, bloccandone l’attività, l’enzima citocromo P450 3A4 (CYP3A4);  questo è responsabile, a livello intestinale ed epatico, dell’inattivazione di molti farmaci e xenobiotici. Insomma, ingerendo del succo di pompelmo (circa 250 mL) o la sua polpa, si avrà un blocco, fino a 24 ore, dell’attività del CYP450 3A4, che non potrà più degradare alcuni farmaci. 
E’ noto che il fumo induce l’attività del citocromo P450: in  particolare la nicotina è induttore (il contrario di inibitore) delle sue isoforme CYP1A2 e CYP2B6, enzimi particolarmente importanti per il metabolismo di numerosi farmaci. Un recente articolo pubblicato su “Australian Prescriber” punta l’attenzione su possibili interazioni tra fumo di sigaretta e farmaci: gli autori evidenziano come ciò contribuisca alla variabilità inter-individuale del metabolismo dei farmaci nei fumatori rispetto ai non-fumatori e come queste variazioni possano essere clinicamente rilevanti per quei farmaci con un indice terapeutico ristretto, aumentando potenzialmente la loro tossicità. Pertanto, quando un paziente in trattamento con clozapina smette di fumare (il che può accadere anche per il semplice fatto che venga ospedalizzato e negli H è vietato fumare!), è opportuno sia ridotta la dose giornaliera del farmaco (di circa il 10% fino al quarto giorno dopo l’interruzione del fumo). Se i pazienti riprendono a fumare devono aggiustare nuovamente la dose del farmaco. Un paziente è stato colpito da crisi epilettica alla dimissione dall'ospedale dalla interruzione forzata del fumo (effetto possibile con clozapina a dosi elevate). 
Il Convegno si è aperto con la introduzione del dr. Giuseppe Blasi. Ha aperto i lavori il solito e brillante dr. Guido di Sciascio con Implicazioni cliniche delle interazioni farmacologiche. IL dr. Jordi Espadeler di Barcelona ha parlato di Farmacogenetica: evidenze e prospettive in ambito psichiatrico (lo specialista catalano ha parlato in inglese e non in spagnolo).







Vi è stata la discussione di diversi casi clinici (anche il dr. Achille Miglionico ha fatto un report sull'uso clinico di test di farmacogenetica), dopodiché il dr. Antonio Rampino ha parlato di Profili di efficacia e tollerabilità dei farmaci: il contributo della farmacogenetica e farmacogenomica. La farmacogenomica è una disciplina medica emergente derivata appunto dalla farmacogenetica con lo scopo di applicare conoscenze sul genoma allo sviluppo di nuovi farmaci e alla individualizzazione delle terapie più appropriate in base alla etimologia. Lo scopo fondamentale della farmacogenomica nei disturbi psichiatrici è quello di migliorare la efficacia e la tollerabilità dei farmaci stessi utilizzati nelle diverse patologie. (achille miglionico e saverio papagni)

Blasi  (Bari) e Espadaler (Barcelona)

Espadaler

Guido di Sciascio


Di Sciascio (Bari) ed alle spalle un dirigente della ADRcongressi


R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...