"La mia patria è la luce""L'abitudine distrugge l'occhio" (Fulvio Roiter)
Non nascondo che le sue foto di maschere veneziane mi hanno influenzato in giovinezza suggerendomi di approfondire la fotografia. Un mistero poetico aleggia nelle sue foto del Carnevale.
E' scomparso il 18 Aprile, all'età di 89 anni, il fotografo veneziano Fulvio Roiter. Era nato a Meolo (Ve) il 1 novembre 1926. Il Maestro di fotografia è spirato «serenamente, senza alcun accanimento», all'ospedale di Venezia.
Roiter con la sua Leica |
Studiò come perito chimico, e dal 1947 si è dedicato alla fotografia, privilegiando per venticinque anni circa l'uso del bianco e nero. Membro del gruppo fotografico veneziano "La Gondola", divenne professionista dal 1953, realizzando il primo reportage fotografico in Sicilia che pubblica (1954); nel 1957 cura un reportage su Brasilia. Ha collaborato dal 1968 con la casa editrice Atlantis Verlag AG di Zurigo (ebbe risonanza il volume "Viva Mexico" del 1979); nel 1981 ha fondato la casa editrice Dagor Books. Famosi i suoi reportages su Venezia e sul Carnevale di Venezia. Ha pubblicato un centinaio di volumi fotografici: citiamo "Venise à fleur d'eau" (1954); "Ombrie terre de Saint François" (1955); "Andalousie" (1957); "Naquane" (1966); "Essere Venezia" (1977) che fu dichiarato il miglior libro agli incontri internazionali di fotografia di Arles (1978); "Laguna" (1978); "Cantico delle creature" (1982); "Visibilia" (1992); "La mia Venezia" (1994); "Vaticano" (1997); "Il nuvolario" (1998); "Champagne" (1999); "Viaggio italiano" (1999); "Sardegna. Tutti i colori della luce" (2005). Numerosi i riconoscimenti e premi assegnatigli (il Premio Nadar è del 1956).
Si interessò anche di etnofotografia dal 1964, raccontando la vita di tribù africane. (achille miglionico)
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