venerdì 4 luglio 2025

RECENSIONE SPOILER: JURASSIC WORLD - RINASCITA

 

La pellicola è il sequel stand-alone di Jurassic World - Il dominio (2022) e il settimo film del franchise di Jurassic Park.

 

  JURASSIC WORLD - RINASCITA 

 

Con Jurassic World: Il Dominio si era ufficialmente chiuso il cerchio di una saga cinematografica iniziata nel lontano ‘93 con il rivoluzionario Jurassic Park di Steven Spielberg. Sembrava la fine definitiva dell’epopea dei dinosauri sul grande schermo. Ma poi, ecco arrivare Jurassic World: Rinascita, un nuovo capitolo che riapre le porte di un mondo preistorico dove l’uomo e le creature più temibili della storia continuano a incrociare i propri destini.


REGIA E SVILUPPATORI :
A dirigere questo film è Gareth Edwards, regista di successo già noto al grande schermo per aver diretto Godzilla (2014) e Rogue One: A Star Wars Story (2016). La sceneggiatura è di David Koepp, sceneggiatore dei primi due Jurassic Park, inoltre è presente Steven Spielberg come produttore esecutivo del film. 
CAST PRINCIPALE:
Scarlett Johansson – interpreta Zora Bennett, esperta di operazioni segrete. Due volte candidata all’Oscar (Jojo Rabbit, Marriage Story) e nota per il ruolo di Vedova Nera nel MCU 
Jonathan Bailey – è Dr. Henry Loomis, noto sul palco e schermo per Bridgerton, Wicked, vincitore di un Laurence Olivier e candidato Emmy 
Mahershala Ali – interpreta Duncan Kincaid, leader del team navale. 2 Oscar come miglior attore non protagonista (Moonlight, Green Book) 
Rupert Friend, Manuel Garcia‑Rulfo, Ed Skrein, Luna Blaise e altri completano il cast


LA TRAMA IN BREVE:
Il film si apre con una sequenza flashback sull’isola proibita di Saint-Hubert, nell’Atlantico, la InGen ha creato dinosauri transgenici, tra cui il pericoloso Distortus rex, un T-Rex mutante a sei arti che riesce a fuggire a causa di un malfunzionamento, costringendo la struttura all’abbandono.
Diciassette anni dopo, nel 2027, la Terra è diventata ostile per i dinosauri sopravvissuti, ormai rifugiati in aree isolate. Zora Bennett, agente sotto copertura, viene ingaggiata da Martin Krebs della ParkerGenix per una missione segreta: prelevare sangue da grandi esemplari di dinosauri sull’isola, utile a sviluppare un farmaco contro le malattie cardiovascolari.
Zora, il paleontologo Dr. Henry Loomis e il capo squadra Duncan Kincaid ottengono un primo campione da un Mosasaurus. Durante il tragitto, il team salva la famiglia naufragata di  Reuben Delgado, che stavano intraprendendo un avventura in mare, ma un attacco di Spinosaurus e Mosasaurus causa la morte di due membri della squadra e separa i Delgado dal gruppo.
Il team riesce poi a prelevare campioni da un Titanosaurus e da un uovo di Quetzalcoatlus, perdendo però un altro membro, Leclerc, durante un attacco. Nel frattempo i Delgado incontrano un piccolo Aquilops, battezzato Dolores, e sfuggono a un T-Rex grazie a un gommone.
I gruppi si riuniscono nel laboratorio abbandonato, dove vengono assaliti dai Mutadon, ibridi tra raptor e pterosauri. Il Distortus rex distrugge l’elicottero di salvataggio e uccide Martin Krebs. Il gruppo trova infine una barca collegata alla struttura tramite una pista sotterranea e riesce a fuggire dal D-rex, precedentemente distratto dal sacrificio di Duncan, poi rivelatosi vivo. Con i campioni in salvo, Zora e Henry decidono di distribuire il nuovo farmaco senza brevetto, rendendolo accessibile a chiunque ne abbia bisogno.


 
LE SCENE DI AZIONE E I DINOSAURI IN CGI:
Se c’è un elemento che Jurassic World: Rinascita riesce a portare in scena con grandissima efficacia, sono proprio le sequenze d’azione. Edwards da alla luce un film che vibra di tensione e spettacolarità, ma senza mai dimenticare la dimensione umana e la suspense tipica dei primi  Jurassic Park. 
Fin dai primi minuti, il film mette in chiaro le sue intenzioni: ci troviamo davanti a una storia che vuole farci sentire piccoli e vulnerabili di fronte a creature gigantesche e incontrollabili. E questo si traduce in scene mozzafiato, spesso girati con uno stile più fisico e “sporco”, molto vicino alla macchina a mano, che restituisce una sensazione di realismo e pericolo immediato. 
Nelle scene più spaventose, Edwards gioca sapientemente con le luci (neon, bagliori improvvisi, riflessi metallici) per creare un ambiente quasi horror, dove il pubblico è sempre sul filo del terrore. Tutte queste sequenze mostrano la capacità del regista di fondere azione pura e tensione thriller, senza mai scadere nel caos gratuito.
La CGI di Jurassic World: Rinascita è uno dei punti di forza del film. Edwards ha scelto di usarla con misura, integrandola spesso con animatronics e scenografie reali. Questo approccio dona ai dinosauri una presenza fisica più convincente, soprattutto nelle scene ravvicinate, dove pelle, occhi e movimenti appaiono straordinariamente realistici.


RIFERIMENTI, I CAMEO E LA NOSTALGIA:
Nel film ci sono moltissimi riferimenti ai precedenti Jurassic Park, disseminati come piccoli easter egg per gli appassionati della saga. Innanzitutto, troviamo il pullman con la scritta “Crichton Middle School”, un chiaro omaggio a Michael Crichton, l’autore dei romanzi originali da cui tutto ha avuto inizio.
L’arrivo su Saint-Hubert richiama moltissimo quello sull’isola del primo film, ricreando quell’atmosfera di meraviglia e mistero. Allo stesso modo, la sequenza dell’attacco degli Spinosauri è un evidente riferimento al terzo capitolo della saga. C’è poi la scena dei Titanosauri, in cui il paleontologo Henry Loomis si commuove fino alle lacrime: è un momento che ricorda molto da vicino la famosa scena di Grant accanto al triceratopo malato nel primo film, dove scienza ed emozione si intrecciano profondamente.
Un riferimento davvero interessante riguarda la scena dell’inseguimento del gommone da parte del T-rex. Questa sequenza, infatti, compare già nel primo romanzo di Crichton e inizialmente era stata concepita per essere inserita anche nel primo film. Tuttavia, venne scartata per motivi di budget e per le difficoltà tecniche dell’epoca.
 L’attacco dei Mutadon, invece, è un chiaro richiamo alla scena dei raptor in Il Mondo Perduto, mentre la fuga di Krebs verso il porto con i campioni ricorda molto da vicino quella di Dennis Nedry nel primo film.
Infine, anche la scena conclusiva con la visione dei delfini sembra un omaggio diretto a Jurassic Park, chiudendo il cerchio dei riferimenti e regalando agli spettatori un senso di continuità con la saga originale.
Molte di queste scene sono inoltre accompagnate dalla mitica colonna sonora di John Williams, trasferendo al film quella magia dei primi film che si è andata sempre più spegnendo con la trilogia World.
Ma perché tutto questo? Il regista Gareth Edwards ha dichiarato apertamente che questo film è una lettera d’amore a Steven Spielberg e ai primi  Jurassic Park. Sottolinea come il progetto sia nato dal desiderio di far rivivere la meraviglia e la paura sperimentate guardando il film originale del 1993—quel mix di avventura e suspense che ha segnato un’epoca . Ha voluto riprendere non solo lo spirito ma anche l’estetica, optando per la pellicola Kodak e un approccio visivo più "organico", con una scelta di camera e lente che richiamano i glow e la profondità della saga classica.


L’IMPORTANTE MESSAGGIO DEL FILM:
Il film ribadisce con forza il tema che da sempre contraddistingue la saga: la manipolazione della realtà, la presunzione di onnipotenza umana, e il desiderio di giocare a fare Dio. Ma stavolta il discorso va oltre: il finale, con la decisione di distribuire il farmaco genetico senza brevetto, suggerisce un monito morale: se riprendiamo il potere di alterare la natura, dobbiamo assumercene la responsabilità, e restituire alla collettività ciò che è stato sottratto.
In sostanza, Jurassic World: Rinascita non si limita a ripetere il monito contro le presunzioni umane, ma ci spinge a domandarci: come usiamo la conoscenza che abbiamo? È giusto farlo per il bene comune, o solo per profitto? 

Parafrasando Spielberg: non basta lasciare il cinema affamato, serve anche lasciare il pubblico speranzoso.

(giuseppe paparella) 

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