domenica 14 giugno 2015

CENT’ ANNI DI GUERRA E PACE …Tra luci e ombre: un libro "giovane"



Il libro è curato dal professore  Paolo Farina del Liceo Statale Scientifico  R. Nuzzi di Andria. E’ un libro originale, scritto a più mani dai ragazzi del liceo IV A (anno scolastico 2014 e 2015) e fa parte della nona collana. E' un modo diverso di scrivere e insegnare l’italiano, la storia ed avviare gli alunni al fatidico esame di stato. Il Farina, docente di italiano e latino, ha messo all’opera in questi anni diversi suoi alunni del Iv anno di liceo ed ha curato in passato già otto collane tra cui Memoria e Libertà : i giovani e oggi, Pirandello? Così è (…se vi pare!), La Guerra di mio nonno Viaggio nella memoria andriese della Seconda Grande GUERRA, Guerre Dimenticate per essere voce di chi non ha voce, Un gommone carico di sogni alla ricerca del pomodoro promesso, Dillo Donna, Dipendentemente, Vip – Vittime in Puglia per mano di mafia. Tutti i suoi libri e quest’ ultimo parlano di diritti negati. In particolare Cent’ anni di guerra e pace tra luci e ombre è un reportage scolastico che documenta in modo storico guerre, conflitti etnici e quanto di violenza ha costellato le cronache e la storia recente: si va dal Vietman alle Torri Gemelle, dalla Seconda Intifada alla follia omicida dell'Isis, dall’ Ucraina o alla striscia di Gaza. Ma nel volume non si parla solo di guerra, ci sono anche esempi di "pace", di azioni ed attività pacifiste nel libro scritto dai ragazzi e curato dal prof. Farina: campagne non violente di Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela; si parla della Dichiarazione Universale dei diritti dell’ uomo, della caduta incruenta del Muro di  Berlino; non ci si dimentica del nazismo e fascismo e dell'Olocausto; ci si occupa del movimento di emancipazione femminile, di quello per la tutela dei minori ecc. In questo reportage scolastico non conta mettere tutto e tutti nel calderone, ma emerge la sentita esigenza dei giovani di sentirsi semplicemente costruttori di pace. Conoscere le guerre avvenute affinchè non ci siano più orrori nella storia, questo il messaggio (utopico?) del lavoro.  Si sviluppano nella collaborazione e nella ricerca di gruppo alla base di siffatti lavori utili riflessioni su temi antropologici di rilievo etico e morale; si solleva prepotente nella mente dei giovani l’obiezione di coscienza contro guerre e violenza ideologica. Naturalmente non basta documentarsi e documentare: occorre "praticare" la pace superando la  mentalità individualistica e di sopruso nella relazione con l'Altro. Qui c’è tanto da imparare per ognuno di noi. (sabina pistillo)


foto a.m.



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