Cresce l'interesse per i Tesori di Puglia, crocevia del
Mediterraneo
Importanti conquiste
si stanno ottenendo per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio
enogastronomico. Basti pensare alla Legge sull’etichettatura dell’origine del
latte per formaggi e latticini, la prossima entrata in vigore della normativa
sulle confezioni di pasta dell’etichettatura di origine del grano e dulcis in fundo, la richiesta da parte dell’associazione di
tutela e valorizzazione dell’olio d’oliva di Puglia per l’iscrizione all’elenco
degli IGP (Indicazione Geografica Protetta). In quest’ ottica La Puglia si fa
forte, dopo la burrata di Andria IGP, anche dell’ avanzamento delle pratiche di richiesta per la mozzarella di Gioia del
Colle della dicitura e disciplinari per il riconoscimento del Dop .
Per quanto riguarda l’olio Extravergine pugliese IGP verrà garantita un’ alta
qualità del prodotto con parametri chimico-fisici ed organolettici eccellenti.
Il disciplinare infatti prevede solo oli
ricchi di polifenoli, trattasi di antiossidanti naturali, necessari perché si possa parlare di olio di qualità, e si possa quindi conseguire il marchio IGP. Certificando
la proprietà, dovrà essere imbottigliato
entro l’anno di produzione e necessariamente prodotto con olive pugliesi, e quindi queste
trasformate da frantoi pugliesi
in olio, e confezionate a una distanza
definita dal luogo di produzione. Si aspetta il via libera da Bruxelles per
celebrare finalmente un’autentica ricchezza del nostro territorio. Un olio
integralmente Made in Puglia. Un
ulteriore successo riguarda il settore caseario, che vede la mozzarella Di
Gioia del Colle aggiudicarsi la proposta a riconoscimento di origine protetta Dop. La produzione di latte per i
prodotti caseari riguarderà 16 comuni distribuiti nell’area murgiana barese - tarantina
. Il disciplinare di produzione proposto dal Mipaaf (Ente di Controllo che
fornisce l’insieme dei servizi e regole necessarie per ottenere lo status di
prodotto di qualità tramite esami sul prodotto, certificazioni e attestati)
prevederà la lavorazione del latte entro
le 36 ore dalla mungitura, un’ alimentazione dell’ animale che prevede
l'utilizzo di almeno il 60% di produzioni locali, tra foraggere e cereali.
Inoltre nella trasformazione vi sarà l'obbligo del siero innesto, quindi
l'assenza di prodotto chimico per la lavorazione . Pertanto vi sarà un’ulteriore
garanzia del benessere dei bovini, prevalentemente di razza Bruna e Frisona, con il pascolo nei
campi con non meno di 150 giorni l'anno.
Perché è diventato così importante tutelare i nostri prodotti
e quindi i nostri agricoltori, allevatori, e, in primis la nostra italianità, nonché il nostro essere pugliesi? Certamente
non dobbiamo guardare in un’ottica di chiusura economica territoriale. Vanno
garantiti prodotti di qualità, con la crescita di consapevolezza da parte degli
acquirenti su ciò che si acquista, mettendoli nelle condizioni con indicazioni
precise e particolareggiate su ciò che comprano, provenienza e lavorazione e
ulteriori elementi di giudizio. Elementi di conoscenza utili al poter e
saper scegliere un prodotto di qualità
con alti criteri di produzione, sia per quanto riguarda la sostenibilità sia per
i valori organolettici dei prodotti consumati. Ciò significa dare nuovi sbocchi occupazionali ,
tutelare l’autenticità del made in Italy , affermare con forza
i valori e l’orgoglio della dieta mediterranea,
patrimonio immateriale dell’UNESCO, rilanciando di fatto un’alimentazione sana ed equilibrata. Dare la
possibilità al consumatore di poter scegliere i prodotti, con una maggior trasparenza e consapevolezza di
cosa si acquista, sicuri di una filiera garantita e certificata. Tale
comportamento non solo sposta il consumo
verso la qualità ,ma rilancia il potere stesso del consumatore di poter
controllare il consumo. Spesso prevale un’ottica disparata e confusa del consumo, frutto di un mercato feroce, figlio di una globalizzazione selvaggia, che annulla le tipicità, le differenze, e ci
vuole omologati, relegando il consumatore
ad essere vittima e ultima inconsapevole
ruota del carro. Basti pensare alla salsa di pomodoro cinese, ai prosciutti
provenienti dell’est europa, all’olio tunisino, al grano Canadese, al miele cinese. Prodotti spesso passati per Made in Italy. Ma tante sono le truffe e
le contraffazioni presenti sul mercato, che ogni anno polizia, carabinieri e
guardia di finanza scoprono a danno dei consumatori . Prodotti spesso
trasportati per lunghe tratte, quindi insostenibili dal punto di vista della
mobilità, e sicuramente prodotti con bassi standard di garanzia. In questo
contesto e scenario, importanza rilevante riveste l’etichettatura da apporre sul prodotto
finito, riportando la dicitura di origine della materia prima. Si sta
riscoprendo l’importanza del km 0 delle produzioni locali, volano essenziale di
rinascita di interi comparti agroindustriali, composti da migliaia di piccole e
medie aziende artigianali, Si! Proprio l’artigianato potrebbe diventare la chiave d’accesso per l’affermazione dei nostri
prodotti sul nostro territorio e all’estero. Un salto di qualità e una chiave di svolta
possibile e doverosa, che ci dobbiamo porre come rimedio, come cura , ad un crisi che è piu’ profonda di
quella economica e materialistica esistente oggi, quella dell’ uomo come cultore di antichi
saperi, conoscenze e mestieri
dell’Italia del tempo andato. L’italia
da sempre fucina di talenti in ogni ambito lavorativo, grazie al giusto mix di
passione e conoscenza. Tra queste eccellenze spiccano sicuramente quelli enogastronomici,
vera summa del gusto, frutto di secoli
di scambi culturali lungo il crocevia del Mediterraneo. Una ricca e variegata presenza
di sementi e colture, oltre che una
radicata quanto storica pastorizia, rendono, pur sofferente, la nostra Italia, “ il Bel Paese “. Consci di questo orgoglio che
ci accomuna tutti, dal nord al nostro amato e sofferente Sud, dobbiamo in modo consapevole e conseguenziale,
renderci partecipi del destino del nostro Paese, e non smettere mai di sognare e
lasciarci trasportare dal sogno, non in
un era senza tecnologia , ma in un’era in cui la tecnologia e la ricerca di
filiera abbiano la loro giusta collocazione e
riconoscimento , un loro ottimale quanto etico utilizzo per migliorare la qualità delle produzioni, senza per questo perdere di vista la qualità
del cibo che produciamo, danneggiando il
meno possibile l’ambiente e la qualità di vita di tutti noi, che di quei
cibi siamo primi fruitori. Non dobbiamo essere semplici passivi consumatori, ma veri protagonisti del nostro futuro, con un
occhio al nostro passato, e un presente che sia ponte per le prossime
generazioni, di cui siamo tutti responsabili, cercando di assicurare loro un
vivere dignitoso e decoroso. Tuteliamo quindi i nostri prodotti, facendoli
viaggiare e conoscere nel mondo intero, perché affermando la loro qualità,
affermiamo anche il nostro orgoglio italiano e, per l’eccellenza dei nostri
prodotti, di gente del sud.
Nicola Dileo
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