sabato 1 ottobre 2016

TOMMASO MORO ALLA CASA CAVA DI MATERA: UTOPIA DALLA A ALLA Z.









        MATERA, Casa Cava, Settembre 2016.
Si, l'ho visto lungo via Bruno Buozzi, poi è risalito verso il duomo incontrando il
conte Gian Carlo, suo contemporaneo.  E' ridisceso per risalire su via d'Addozio e
quindi giungere solerte alla Casa Cava -
       Era proprio lui, Tommaso Moro (Sir Thomas More), l'uomo politico e umanista inglese vissuto nel '500, cancelliere del regno, oppositore del suo re Enrico VIII  che mirava a porsi a capo della Chiesa in Inghilterra, quindi processato e condannato a morte.  Infine e soprattutto, autore di ''Utopia'' (dal greco 'ou'=non; e 'topos'=luogo; che significa ''non luogo''), opera per cui egli ha coniato nella storia l'omonimo termine, e di cui quest'anno ricorrono i cinquecento anni dalla sua pubblicazione.
 Ieri lui, Sir Thomas, è tornato fra noi vibrante, a proporsi su questa ''cosa irrealizzabile'',  l'utopia, dissacrata o posta sugli altari, disprezzata o beatificata, vilipesa o celebrata, ricordando a noi tutti che la sua isola immaginaria (Utopia), è vissuta da cittadini benevoli in comunanza di beni, con un governo di saggi, dove pure tutte le religioni sono ammesse, e...  tanto altro ancora.
Ho avuto la sensazione che il Sir riprendesse i relatori timidi o pessimisti, i titubanti o gli arrendevoli, gli esperti del ''Si, ma...'' berniano, gli almanaccatori della vita e della storia.  Con lo scorrere delle disserzioni, sembrava talvolta anche essere messo nell'angolo, da qualche sciabolatore esperto che tentava di infilzarlo.
       E' stata una lotta resistente e piacevole allo stesso tempo, la tre giorni dedicata a lui e alle sue speranze, attese e criticità.  Ovviamente non solo per la capitale della cultura 2019, ma anche per il significato ampio e globale che il termine sottende per la contemporeaneità tutta, alla ricerca instancabile di un equilibrio umano.  Ho detto a qualche amico incredulo sulle ''prove'' di un'utopia credibile e tangibile, di consultare la storia di Matera, passato e presente, croci e delizie, con le nega-
tività e le effettività, a mo' di ''riscontro'' della sua realizzabilità.
       E' l'aria che si respira in quell'antico granaio, ora auditorium utopico della capitale, che fa lievitare la nostra consapevolezza di cittadini ridestati e non più dimenticati dalla storia, emozionandoci nell'ascoltare gli oratori o guardandoci l'un l'altro stupefatti.  Osserviamo una nuova realtà della città, un mix di tanti turisti sensibili e cittadini dinamici, di osservatori, studiosi e popolazione incredula, tutti accarezzati e sollecitati dal sapere. Quel sapere che nutre la mente.
       L'incontro è stato promosso e realizzato nell'ambito della VI edizione di ''Materadio'', con
titolo 2016 ''Utopia: dalla A alla Z'', invitando nella Città dei Sassi vari osservatori. Si tratta, per chi non conosce questo appuntamento, divenuto ormai rituale ed atteso, di convegni, teatro, concerti,ecc. trasmessi in diretta su RadioTre, dalla Casa Cava e altre location limitrofe della città, con puntualità inconsueta (per eventi meridionali), dovuta appunto ai collegamenti con le trasmissioni.   Confidenza amabile hanno preso gli ascoltatori anche con gli intercalari dei cicalecci radiofonici, i notiziari, l'ora esatta, ecc.  Segnaliamo l'ilarità del conduttore-direttore di RadioTre, Marino Sinibaldi, sempre arguto e capace di rialzare l'attenzione del pubblico.  L'ansia di entrare in quella location straordinaria ma limitata nello spazio e nei posti disponibili, purtroppo, pur se mitigata da un ampio schermo esterno di rimando, rimane anch'essa un rituale di ogni anno, per ritornare ad esserci, come ad una prima di teatro e crederci. All’Utopia cui vogliamo ancora credere in questo mondo dissonante. (Italo Zagaria)



                                              
                                                                         

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