sabato 23 febbraio 2013

FINALMENTE VIETATE SIA VENDITA CHE SOMMINISTRAZIONE DI ALCOLICI SOTTO I 18 ANNI




Era ora. Da Febbraio 2013 (con la risoluzione 18512 del Ministero Sviluppo Economico, cui ha fatto seguito Nota interpretativa del Ministero degli Interni) è fatto divieto di vendita (in supermercati, negozi ecc.) e somministrazione di alcolici sotto i 18 anni. Gli esercenti hanno l'obbligo, pena gravi sanzioni sino all'arresto, di richiedere al giovane la carta di identità per accertarsi realmente dell'età del richiedente. 

Si chiarisce una contraddizione che era sorta tra codice penale vigente (l' art. 689 del c.p. prima vietava la somministrazione ai minori di 16 anni ed infermi) e ed il DL 13 Settembre 2012 convertito in Legge 189/2012 (art. 7 comma 3 bis) in vigore dall'11/11/2012, dopo la pubblicazione su Gazzetta Ufficiale.
Si era venuta a creare in Italia una assurda contraddizione: non si poteva "vendere" a chi avesse meno di 18 anni ma si poteva "far bere" alcolici in un bar ad un sedicenne. Se vogliamo, vendere sarebbe meno grave di somministrare (io posso comperare per uso altrui). Ma  non era così in quanto in ogni stagione e soprattutto di estate si sono viste all'uscita dei supermercati casse di birra trasportate bellamente da ragazzini (e  accompagnate da bottiglie di superalcolici).

RISCHIO DA ABUSO. Il rischio è questo: se il ragazzo, pur non disponendo di massa adiposa (che ritarda l'assorbimento, diciamo così), "regge" alcolici spesso mescolati in quantità, ciò significa che è già alcoldipendente (un etilista, un alcolizzato insomma); se non ha mai bevuto e beve profusamente in una serata va incontro a coma etilico, che è una urgenza medica. E qui  solleviamo appena il problema che spesso la miscela ingurgitata dai ragazzi è anche più letale e neurotossica: tra alcool e sostanze psicodislettiche sinergiche o antagoniste. 
I cannabinoidi in primis sono diffusamente abusati in quanto ritenuti addirittura "non dannosi" dagli stessi genitori che ne hanno fatto uso al tempo di John Lennon. In realtà oggi non è più l'erba di una volta e le sostanze ivi contenute hanno maggiore attività psicotizzante rispetto a prima: abbiamo osservato, con altri specialisti, diversi casi giovanili di psicosi slatentizzate da abuso prolungato : i cannabinoidi aumentano il rischio di contrarre una malattia psichiatrica sino a 8-10 volte di più rispetto a chi non ha fatto abuso. Qualcuno - internet "docet" - li giustifica dicendo che sono "terapeutici": anche qui c'è un equivoco. Ogni sostanza utile è anche testata per usi medici ed è vero che  i cannabinoidi sono stati provati su alcune malattie neurologiche. Persino gli oppiacei (eroina e morfinici) sono insostituibili analgesici  e si riservano alla cura palliativa degli ammalati di cancro: non per questo li usiamo il sabato sera o per una cefalea. Un cenno poi agli "eccitanti":  da amfetaminici come il vecchio MDMA ( nota come Ecstasy, MDXTCEAdam) a sostanze come la taurina contenuta in abbondanza in bevande notissime che sponsorizzano anche la Formula Uno (una lattina equivale ad una decina di tazze di caffè). 

Un utile consiglio per i genitori è vigilare compagni e compagnie. Con discrezione. Può essere utile acquistare un etilometro economico (costa quanto un termometro digitale) da usare al sospetto di ebbrezza perché i ragazzi sanno come coprire (be' anche noi coprivamo): conoscono la differenza tra effetti da liquori dolci e secchi, sanno come l'orario di assunzione fatto in prima serata da "sballo" può lenire gli effetti al rientro in tarda nottata, usano  collutori, caramelle mentolate ecc. per aggirare le abilità olfattive materne. Stiamo seminando panico ingiustificato? No, è solo corretta informazione. Un etilometro a soffio da alitare può farci capire l'alcolemia che abbiamo di fronte e capire valori pericolosi da intossicazione acuta (sino all'ingresso in coma: vedi Tabella in fondo).
Ma come giustificare ai figli questo controllo - che andrebbe esercitato anche sull'orario di rientro ? non potrebbe essere una persecuzione ingiustificata? 

PATRIA POTESTA'. Va da sé - e questo va espresso da entrambi i genitori all'unisono e con forza assertiva di adulti - che i genitori, sino al compimento della maggiore età, sono assolutamente nell'obbligo (e piacere, speriamo) di essere i caregivers dei minori ed esercitano la patria potestà come da Legge: sono cioé responsabili della salute degli stessi  (li portano dal medico di base, dagli specialisti e li curano ecc.) e giuridicamente anche degli atti che compiono. 




LA VITA NON E' SOLO GIOCO E NON SI GIOCA CON LA VITA. Lo svago ed il gioco sono importanti per tutti, per figli e genitori. Il lavoro del minore dovrebbe essere lo studio (che promuove vera cultura ed autocontrollo da informazione corretta ed adeguata alla età) ed in quella area va attuato un sistema equilibrato di rinforzo positivo (sistema premiante e non premiante). Il divertimento va finalizzato ad incrementare le nostre risorse non a perderle. Le discoteche ed i locali dovrebbero funzionare già in prima serata e rientrare nelle fasce di orario sino a mezzanotte: non è un monaco a dirlo. Molti incidenti stradali (quanti fiori ai bordi delle strade!), anche in assenza di abuso di sostanze accadono perchè - è dato scientifico - treni di sonno tra l'una e le quattro di notte - possono assalire elettroencefalograficamente la nostra già ridotta vigilanza, senza avvisarci con il "classico colpo di sonno"): se quel treno di onde lente nel cervello dura un solo secondo, ricordiamoci che un auto a 50 Km/h fa 25 metri al secondo, a 100 Km ne fa 50... Metri al buio della notte e della mente. 

AD OGNUNO IL SUO RUOLO. I genitori hanno da riappropriarsi della funzione genitoriale così smarrita negli ultimi tempi, ove talora, invece,  sembrano loro stessi opporsi ai limiti adolescenziali e c'è anche chi, da genitore, reagisce energicamente a chi loro richiama  rischi e pericoli diseducativi ed adattativi: è recente notizia che un gruppo di mamme  al nord ha aggredito le guardie del corpo davanti alla discoteca perché ne avevano impedito l'ingresso per età; si notizia di genitori che accusano docenti invece di collaborare con la scuola (pronti a denunciare malvessazioni ed altro). I  rischi anonimizzanti della urbanizzazione, la caduta culturale ed etica mass-mediata, la sessualità "a pioggia" ecc.: la società preme ambiguamente sui giovani e sugli educatori tutti sminuendo e snaturando il ruolo di grandi e piccoli.  

NON CONCEDERE TUTTO.  Facebook viene concesso in ridicole età ("quando non ci si sa ancora allacciare le scarpe", mi disse una maestra); telefonini e smartphone, auto e moto e altro sono troppo spesso concessi anzi tempo ("Così fan tutti..." è la scusa rassegnata):  è solo debolezza? la speranza di "ingraziarsi i figli", di "recuperarli"? di compensare lo scarso tempo dedicato loro? 

RAPPORTI AMICHEVOLI CON I FIGLI O NO? Non si può essere amici dei figli (talora per rassomigliarvi e gareggiare con loro in bellezza e giovalità che declinano ) bensì è utile avere con loro un rapporto sia "amichevole" nello svago e nell'intrattenimento sia assertivo nel comunicare quanto ci si aspetta da loro, nel rispetto delle inclinazioni personali: il ruolo sarà strettamente genitoriale - e condiviso tra madre e padre, i quali non devono contraddirsi mai davanti ai figli (possono litigare sulle regole da impartire da soli). 

CONFRONTARSI TRA ADULTI. Consultate esperti locali, senza inseguire i persoinaggi televisivi che vanno da un set all'altro. Rivolgetevi con ritrovata umiltà a professionisti d'aiuto di chiara visibilità etica (usate voi Internet per sapere a chi vi rivolgete) quando avete dubbi ed incertezze educative. partecipate a forum reali, nelle librerie della vostra città: ci sono un sacco di benpensanti coi quali scambiare le nostre incertezze e certezze. 

Insomma: genitori, diciamo la stessa cosa ai figli, e vigiliamo: anche questo è amarli. (achille miglionico, medico psichiatra, psicoterapeuta)




Alcolemia (g/l)Effetti comuni
   0,2 - 0,9
EBBREZZA. Socievolezza, espansività, rossore in volto. Diminuzione dei freni inibitori. Euforia. Percezione e Riflessi rallentati.
   

   0,8 - 1,2
UBRIACHEZZA. Azione depressiva sui centri motori, perdita dell'autocontrollo e disturbi dell'equilibrio (individuo barcollante)
   1,2 - 2,0
Vera e propria ubriachezza, andatura barcollante (da atassia) ecc. sino a cadute spontanee, parola alterata (disartria) e sonnolenza invincibile. Possibile incontinenza degli sfinteri, pallore cutaneo, pupille dilatate. Vomito
   2,0 - 4,0
Perdita del tono muscolare, indifferenza all'ambiente circostante, assenza di reazione agli stimoli, immobilità, mutacismo sino a stato soporoso
   > 4,0
Confusione ingravescente sino a stato comatoso: disturbo elettrolitico grave e disidratazione (da poliuria secondaria a diminuita increzione di ADH: "l'alcool fa fare pipì");  depressione respiratoria e cardiovascolare, morte

I valori correlati sono indicativi. Un bambino può andare in coma già  a livello di ubriachezza di un adulto.

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