mercoledì 13 febbraio 2013

NATIONAL GEOGRAPHIC compie 125 anni. Di Esplorazioni.




Quest'anno noi di InCultura compiamo 10 anni dalla registrazione (ma la ezine ha invero qualche anno in più nella rete). I piccoli si inchinano dinanzi ai Grandi e National Geographic,  non è solo una testata giornalistica ma una vera associazione che raccoglie e promuove esplorazioni, e che compie ben 125 anni. Auguri.
Era una sera del 13 Gennaio 1888 quando, sotto una violenta nevicata che aveva colpito le Grandi Pianure, 33 scienziati e esploratori si riunirono al Cosmos Club di Washington per fondare una associazione con la missione di "incrementare e diffondere la conoscenza geografica e promuovere la protezione della cultura dell'umanità, della storia e delle risorse naturali." Che modernità: incrementare la sinergia tra discipline diverse per massimizzarle, non certo per ridurne l'importanza. Qualunque cultura antropologica - e questo lo sappiamo anche grazie alle esplorazioni promosse da National Geographic dalla data ufficiale del 27 Gennaio 1888 - si poggia sulla memoria transgenerazionale (storia) e conoscenza dei territori (geografia). Sapete? oggi nelle scuole italiane si sta tentando di fondere geografia e storia per togliere di mezzo due materie che ai ragazzi non piacciono (magari incrementando il già minaccioso abuso di informatica). D'altronde anche il latino sta per essere sepolto dai discendenti diretti di quei Romani che ci fanno gonfiare il portafogli del turismo. Ma torniamo a quella riunione del 1888 che pare fosse promossa da Graham Bell, l'inventore - assieme al piccolo Meucci - della telefonia. Giovani andate sul sito di National Geographic e soprattutto comperate la prestigiosa Rivista, una delle migliori al mondo. Così potete contemplare sul cartaceo foto assolutamente perfette nella narrazione - si dice che vanno scattate più di 10.000 foto per vederne pubblicata una. E i commenti giornalistici? sono quasi sempre di eccellenza e soprattutto fondati (ogni errore  confutato viene ammesso e corretto).
"Nessun mammifero se ne va in giro come noi," ha scritto Svante Pääbo, genetista dell'evoluzione. "C'è una sorta di Follia in questo." È vero. Un grande della antropologia, cui si deve il materialismo culturale - Marvin Harris (in foto) - scrisse un incipit nell'incipit di un volume sulla Umanità:  "All'inizio fu il piede": echeggiava  un altro celebre incipit (Vangelo di Giovanni). Gli incipit sono importanti, come quello di National Geographic. (achille miglionico)

1 commento:

  1. Nella storia dell'evoluzione dell'uomo tutto è importante, ma sicuramente sin dall'inizio fu il cervello e di conseguenza le nostre capacità cognitive che ci portarono ad essere ciò che siamo.

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