sabato 23 gennaio 2010

TEATRO - Rumors

di Michele Miglionico


Non è un caso se Neil Simon è uno dei commediografi novecenteschi più rappresentati al mondo. Il suo lavoro nel cinema e nella televisione testimonia come da sempre riesca ad agganciare i gusti del pubblico, senza compromettere il proprio spessore artistico. Siamo nell'America di fine anni Ottanta, quando non erano ancora stati inventati i telefoni cellulari, in una candida e sobria casa residenziale (ben evocata dalla scenografia di Antonella Conte). Il vice-sindaco di New York Charlie Brock e sua moglie Myra (di cui, non a caso, non indichiamo gli interpreti) festeggiano il decimo anniversario di matrimonio e per l'occasione invitano a cena quattro coppie di amici, a ben guardare dipendenti o colleghi. I primi ad essere arrivati sono gli avvocati Ken Gorman (Nino Formicola/Gaspare) e la sua svanita moglie Chris (Eleonora d'Urso): quando si apre il sipario, sono già su di giri perché c'è da gestire una piccola crisi in casa Brock. Man mano li raggiungono il commercialista Len Ganz (Andrea Brambilla/Zuzzurro) e la sua Claire (Alessandra Schiavoni), lo psichiatra Ernie Cusack (Marco Zanuffo) con l'infantile Cookie (Elisa Gabrielli), e infine l'aspirante senatore Glenn Cooper (Simone Francia) e la nevrotica Cassie (Elisabetta Becattini), sull'orlo del divorzio. Se in un primo tempo si cerca di nascondersi a vicenda ciò che di sconveniente sta avvenendo fra le quattro mura, in una cascata di equivoci, il consesso di alto-borghesi dovrà far fronte comune contro la minaccia di un poliziotto (Paolo Giangrasso), con un duplice obiettivo: salvaguardare la carriera politica del padrone di casa e il buon nome di tutti gli invitati. "Rumors" vuol dire "pettegolezzi, voci di corridoio" e allude al lato oscuro dell'alta società, che dietro l'ipocrisia cela maldicenze e segreti da nascondere, ed è ciò che l'autore vuole mettere a nudo in questa "commedia truccata da farsa", come l'ha definita il regista Massimo Chiesa, il quale lavora con successo da quattordici anni con l'inossidabile coppia Brambilla-Formicola, tutti già cimentatisi con Neil Simon. Si avvertono l'esperienza e la complicità alle spalle: la messa in scena è rodata, impeccabile. Tutti gli attori reggono i serratissimi tempi comici e suscitano le dovute reazioni nel pubblico, pur sul filo del rasoio tra le esigenze sfarsesche del testo, il rischio - a volte tradotto in realtà - di andare sopra le righe e il tentativo di rendere verosimile una vicenda quasi surreale. Una menzione meriterebbe Alessandra Schiavoni, la cui interpretazione della pettegola e pungente Claire Ganz non si può immaginare più adeguata, efficace - e divertente.

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