Uno Sguardo Antropologico: società liquida tra sacralità e consumismo dell’"usa e getta. La mercificazione del sacro. Come si è trasformato un rito religioso in vetrina narcisistica ad uso dei social.
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La Prima Comunione, per la Chiesa Cattolica, rappresenta un momento di profonda sacralità, la commemorazione del sacrificio di Cristo e l'incontro intimo con l'Eucaristia. Un rito di passaggio spirituale, carico di significato religioso e comunitario. Tuttavia, per molti bambini e le loro famiglie che si affacciano a questo sacramento, l'esperienza rischia di essere oscurata da una deriva consumistica e da una mentalità "usa e getta" che permea la società contemporanea.
Ci troviamo di fronte a un paradosso stridente in una società liquida: un evento intrinsecamente spirituale trasformato in una vetrina di sfarzo e consumismo.
La celebrazione della Prima Comunione si è trasformata, per molti, in un evento sociale sfarzoso, caratterizzato da ricevimenti in ristoranti di lusso, con menù elaborati, molteplici cambi d'abito per il bambino protagonista e, persino, bomboniere personalizzate e differenziate per bambini e adulti.
Questa tendenza solleva una profonda contraddizione con il significato intrinseco del sacramento. Mentre la Comunione è un atto di umiltà, di semplicità e di profonda spiritualità, lo sfarzo e l'ostentazione rimandano a valori materiali ed esteriori, spesso distanti dal messaggio evangelico. L'attenzione si sposta dal dono spirituale ricevuto al dispendio economico, dalla gioia interiore per l'incontro con Cristo alla preoccupazione per l'organizzazione di una festa "perfetta" e appariscente.
La differenziazione delle bomboniere tra bambini e adulti, ad esempio, introduce una logica di distinzione e di gerarchia che mal si concilia con l'uguaglianza fondamentale di tutti i fedeli di fronte a Dio. Il messaggio che rischia di passare è che l'importanza dell'evento risieda nella quantità e nel valore dei doni ricevuti, piuttosto che nella grazia spirituale accolta.
È importante riflettere sul messaggio che stiamo trasmettendo ai nostri figli. Vogliamo educarli al valore profondo dei doni spirituali, o vogliamo indurli a considerare la Prima Comunione come un'occasione per ricevere regali e vivere un'esperienza di lusso effimero?
Certo, celebrare un evento importante come la Prima Comunione è naturale e auspicabile. Condividere la gioia con la famiglia e gli amici è un aspetto bello della vita comunitaria. Tuttavia, è fondamentale mantenere un equilibrio, evitando che l'aspetto esteriore e materiale prenda il sopravvento sul significato spirituale.
Un modo per preservare il vero valore del sacramento potrebbe essere quello di riscoprire la semplicità e l'autenticità. Organizzare un momento conviviale sobrio e significativo, magari privilegiando un pranzo in famiglia o un piccolo rinfresco dopo la cerimonia. I bambini, spesso inconsapevoli della profondità del gesto religioso, diventano protagonisti di un'ostentazione che li vede indossare abiti costosi, ricevere regali sontuosi e collezionare bomboniere personalizzate. La celebrazione si tinge di dinamiche economiche locali, con un "mercato" di regali e denaro che alimenta un'aspettativa di "tutto è dovuto".
Questa trasformazione riflette la "società liquida" descritta da Zygmunt Bauman, dove la fluidità, la precarietà e la superficialità sembrano plasmare ogni aspetto dell'esistenza, inclusi i riti tradizionalmente ancorati a valori più solidi. Anche le relazioni, in questo contesto, rischiano di diventare "amori liquidi", effimeri e orientati al soddisfacimento immediato, in linea con la logica dell'"usa e getta".
Da un punto di vista antropologico, questa deriva consumistica nella celebrazione di un sacramento può essere interpretata come una manifestazione di diverse dinamiche profonde:
- La mercificazione del sacro: L'ansia e l'incertezza esistenziale tipiche della società contemporanea possono portare a una ricerca di rassicurazione attraverso oggetti e apparenze. Il rituale religioso, privato della sua autenticità spirituale, viene riempito di orpelli materiali, quasi a voler esorcizzare la fragilità della condizione umana attraverso il possesso e l'ostentazione.
- La performance identitaria: In una società dove l'immagine ha un peso sempre maggiore, la Prima Comunione diventa un'occasione per "performare" uno status sociale, sia per il bambino che per la famiglia. L'abito firmato, la bomboniera ricercata, il regalo costoso diventano simboli di appartenenza e di successo, oscurando il significato intrinseco del sacramento.
- La cultura dell'oggetto transazionale: La mentalità dell'"usa e getta" si insinua anche nelle relazioni interpersonali, come evidenziato dal concetto di "amori liquidi". L'altro rischia di essere percepito come un oggetto da consumare e scartare una volta esaurita la sua "utilità". Questo si riflette anche nella superficialità con cui spesso vengono vissuti eventi come la Prima Comunione, ridotti a un mero evento sociale da "consumare" e archiviare rapidamente.
-Dinamiche narcisistiche: L'esasperazione dell'individualismo e la centralità dell' "io" nella società contemporanea possono alimentare dinamiche narcisistiche.
La celebrazione della Prima Comunione o di qualunque cerimonia religiosa o laica rischia di diventare un'occasione per autocelebrazione e per la ricerca di validazione esterna attraverso l'ammirazione degli altri per lo sfarzo messo in scena.
In questo scenario, l’ antropologia può offrire un "riparo", un percorso di consapevolezza e di riappropriazione di significati più autentici. Attraverso l'esplorazione del proprio mondo interiore, delle proprie paure e dei propri desideri, l'individuo può iniziare a decostruire le dinamiche consumistiche e narcisistiche che influenzano le proprie relazioni e la propria percezione degli eventi significativi della vita.
L’ approccio psicosociale può aiutare a:
- Riconoscere e comprendere le radici dell'ansia e del bisogno di compensazione materiale.
- Elaborare le ferite narcisistiche e sviluppare una più sana autostima, indipendente dalla validazione esterna.
-Riscoprire il valore intrinseco delle relazioni umane, al di là della logica dell'"usa e getta".
- Riconnettersi con la dimensione spirituale e simbolica di eventi , sottraendoli alla logica puramente consumistica.
In conclusione, la deriva consumistica che spesso avvolge la celebrazione della Prima Comunione rappresenta una sfida alla sua autenticità spirituale e riflette dinamiche più ampie della società contemporanea. L’ approccio psicosociale, con la sua attenzione alla profondità dell'animo umano e alle dinamiche relazionali, può offrire un prezioso strumento per aiutare individui e famiglie a ritrovare un senso più autentico e significativo in questi momenti importanti, sottraendoli alla superficialità e alla transitorietà di una cultura "usa e getta". È un invito a riscoprire il valore del "non usa e getta": relazioni autentiche, valori spirituali profondi e una connessione significativa con il sacro. (Sabina Pistillo)