mercoledì 18 settembre 2024

 

 

 

Fonte del Lago - Val Brembana

 

 

La fonte del Drago

Dentro i crateri luminosi della tua esistenza
Nella fogna, dove sbucano i rettili
Con ampie zampe catturano le conchiglie lasciate sulla tua riva
Solo lacrime nel tuo nido
Dove affiora un drago
Ti annienta con lo sguardo
Ti cicatrizza e riapre le ferite come farebbe un medico nell’abisso del male
Vortica, ruota, sbatte contro le pareti offuscate del tuo animo
Incosciente respira aria piena d’odio
Irrazionale come la sua vita
I suoi denti affilati aprono i recessi dell’incubo e il sangue spruzza via tra i canali atrofizzati facendo schiudere uova infantili laceranti
Proteggiti dai suoi colpi, finché puoi
Purifica la fonte del drago
Attraverso il nulla mostrati e serra i cancelli indeboliti con fiamme imperturbabili
Non rimanere un passo indietro dall’oscurità, la tua giovinezza non può cedere così

Il sentiero del drago

Viaggia tra i campi degli esiliati
Mandati a combattere in un sogno ormai naufragato
Saette volano nei cieli, la montagna trema e galoppa un destriero inseguito da un demone
Una donna, assomigliante a Demetra, agita lo scettro e attira a sé dei serpenti pieni di cera sulla testa
Nell’oblio cercano riparo due giovani, colpiti dall’annebbiamento che li ha costretti alla fuga dal servo dell’iniquità
Questo è ciò che mi mostrano il sangue, le vertigini, i simboli dimenticati occultati con un codice a cui nessuno ha mai dato fede
E allora riaffiora la nemesi, il centro degli scatti emotivi che pugnalano la percezione della vita all’infuori di me
Ma il drago non ha parole per tutto ciò, sospinge da solo la propria roccia mentre io guardo invano il vaso pieno di lacrime

 (by Gabriele Cufe)

mercoledì 11 settembre 2024

USO SMARTPHONE UNDER 14 ANNI E STOP SOCIAL PER UNDER 16. FINALMENTE QUALCOSA SI MUOVE

 

 


 

 

 

USO SMARTPHONE UNDER 14 ANNI E STOP SOCIAL PER UNDER 16. FINALMENTE QUALCOSA SI MUOVE. SONO ANNI CHE IL SIEB SI MUOVE CONTROCORRENTE IN QUESTO SPAZIO DI LIBERTA' E A TUTELA DI UN CORRETTO NEUROSVILUPPO INFANTILE E ADOLESCENZIALE

Professionisti di aiuto, artisti e protagonisti della cultura chiedono finalmente in maniera trasversale (apartitica) il divieto di smartphone per gli under 14 e lo stop ai social per i minori di 16 anni

Pedagogisti, psicologi, medici e personalità del mondo dello spettacolo hanno lanciato un appello al governo italiano per vietare l'uso di smartphone ai minori di 14 anni e l'accesso ai social media ai ragazzi sotto i 16 anni. Secondo gli esperti, l'esposizione precoce ai dispositivi digitali e ai social può avere gravi conseguenze sullo sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti.
Tra i promotori della attesa (per noi) petizione ci sono Daniele Novara, pedagogista e counselor - direttore del CPPP e
Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta
Intervistato da la Repubblica, Novara chiarisce che "vorremmo arrivare a una limitazione come per alcol e tabacco, che sono vietati ai minorenni. A quel punto, anche i genitori si allineerebbero. Per altro, nel nostro caso, il divieto sarebbe solo fino a 14 anni, e a 16 per i social. Non siamo contrari alla tecnologia, nemmeno a scuola se ne fa un uso didattico".
E' UNA PETIZIONE APOLITICA E APARTITICA CHE VUOLE ESSERE TRASVERSALE. Il ministro Valditara vieta i cellulari a scuola anche per scopo didattico. Ritorna il diario. In Francia stanno bandendo nelle scuole superiori tablet ecc.
"Siamo contrari a mettere uno smartphone nelle mani di un bambino di 10 anni. Basterebbe dargli un telefonino di vecchia generazione, se è per comunicare. Il problema è proprio lo smartphone. È come consentire a un ragazzino di guidare un'automobile: nessuno lo farebbe, ma - nel dubbio - la legge lo vieta. È una questione di tempi giusti, anche in questo caso".
"Non è un appello simbolico, né una provocazione. Ci siamo confrontati con politici e istituzioni e c'è un consenso trasversale, da sinistra a destra. I tempi sono maturi, contiamo che l'Italia sia il primo Paese a dare una svolta. Non possiamo stare a guardare un'intera generazione annegare negli smartphone. La situazione è fuori controllo", conclude Novara.
FIRMATE LA PETIZIONE SE CONCORDATE SULLA REGOLAMENTAZIONE DEL WEB

 

martedì 10 settembre 2024

Incontro con Alessandro Preziosi IL TALK dell'8 Settembre a Trani

 

 

 


 

Incontro con Alessandro Preziosi
IL TALK
Tuffarsi come metafora del vivere

A destra e sinistra Alessandro Preziosi tra il pubblico, al centro Alessandro Preziosi è con Francesco Donato

Corte Davide Santorsola, Palazzo delle Arti Beltrani, perno del polo culturale tranese, ha ospitato per la serata dell’8 settembre il talk-intervista dedicato all’attore Alessandro Preziosi.
L’attore volto di spicco del cinema, del teatro e della tv italiani ha all’attivo 25 anni di carriera che racconta non lesinando tra i ricordi, le preferenze e le motivazioni che lo hanno introdotto e spronato nel corso della sua affermazione professionale.

L’attore pluripremiato ha all’attivo diversi Telegatto, il Premio Gassman, il Premio Alberto Sordi e il Premio Giffoni Festival Award, e sono alcuni tra i tanti premi e riconoscimenti ottenuti; Alessandro Preziosi vanta infatti una carriera di tutto rispetto: versatile, curioso e convincente in moltissimi dei ruoli affidati nella molte fiction e miniserie televisive di successo (Elisa di Rivombrosa, Il Capitano, La Bella e la bestia, I Medici) nelle interpretazioni cinematografiche (I Vicerè, Mine vaganti, Mio fratello mia sorella, Sant’Agostino) e sui palcoscenici dei teatri (Cyrano di Bergerac, Amleto, Re Lear, Vincent Van Gogh) solo per citarne alcuni

Intervistatore a sorpresa, Francesco Donato, volto già noto di TeleSveva, ha sostituito in extremis con grande professionalità l’atteso e amato regista Fabrizio Corallo - autore di docufilm e intervistatore raffinato, di cui il Giornale si è interessato in tanti successi di carriera - assente quest’ultimo e suo malgrado per un ritardo dei voli da Venezia.
Per molti di noi il Talk con Alessandro Preziosi ha ricalcato aspetti della vita personale dell’attore già noti ma anche tanti altri insospettabili retroscena.


Eccellente studente, burlone e napoletano – qualità che ama sottolineare – giovanissimo lascia la promettente carriera di avvocato e si cimenta nella recitazione entrando nell’Accademia dei Filodrammatici di Milano.
Prima ancora di terminare l’Accademia viene scritturato per il ruolo di Laerte nell’Amleto con Kim Rossi Stuart, per la regia di Antonio Calenda e da lì a seguire una carriera in ascesa tra ruoli impegnativi e altri più leggeri.
Sempre favorito dalla critica ama il cinema che vive come luogo in cui potersi meglio “psicoanalizzare”.
Col palco ha un legame che ritiene sacro poiché in scena sa di poter realizzare sempre il meglio e il peggio di se stesso e la finzione che è nel copione recitato rappresenta la possibilità di accogliere sempre nuovi stimoli.
Si occupa anche di regia teatrale, ha inciso un disco di musica sudamericana e uno di musica house, sta attualmente preparando il testo dell’incontro tra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio al Vittoriale.

La recitazione, con le diverse regole, nei differenti modi e tempi comunicativi che tv, cinema e palco richiedono, lo ha messo di fronte a quella che ritiene la più grande possibilità per un essere umano: usare pienamente e totalmente tutte le potenzialità del proprio corpo e della propria voce.

Ama cogliere del suo vissuto quella serie di coincidenze che lo hanno indotto a compiere scelte e realizzare incontri determinanti.

Coerente col proprio sentire, ritiene che il suo desiderio nel cassetto che immagina aperto sia proprio quello di continuare ad imparare a sentire.
In questo racconto a cuore aperto torna costantemente sul valore comunicativo della recitazione, sulla paternità e su di una metafora che ama particolarmente:

TUFFARSI COME METAFORA DEL VIVERE


Quando ci si tuffa da uno scoglio così come nelle proprie scelte non vi è alcuna possibilità di ripensamento e nessun passo indietro è possibile, l’azione non può in alcun modo essere interrotta.

Padre di Andrea Eduardo (nato nel 1995 dalla relazione con Rossella Zito) ed Elena (nata nel 2006 dalla storia d’amore con Vittoria Puccini) confessa di essere messo male con l’uso dei social – potremmo definirlo un po' boomer – a metà tra l’incapacità e la volontà di comprendere pienamente l’uso e abuso dei social e la necessità attivare la limitazione dell’uso dei social proprio come faremmo con i nostri figli più piccoli attraverso il parent control.

A tratti il talk ha rivelato un Alessandro Preziosi del tutto inedito e inaspettato, giocoso e timido insieme, esempio costante di attenzione per l’ascoltatore. Serata piacevole e colta.







Lidia M. Ratti, UX writing





lunedì 9 settembre 2024

La famiglia #Hitler: tra follia e brama di potere

 

 

 

 




La famiglia Hitler: tra follia e brama di potere

Adolf Hitler è ritenuto uno dei dittatori più crudeli e spietati mai esistiti. La storia della sua famiglia è lo specchio della decadenza della società e del delirio psicologico dell’Europa dell’inizio del XX secolo. Potere, successo e superomismo sono solo alcuni dei tratti distintivi della figura di Adolf Hitler e dei suoi parenti. Questo contributo analizza la storia e la psiche della famiglia Hitler tra il 1837 e il 1945.


Il padre Alois
Alois Hitler nacque nel 1837 a Strones, in Bassa Austria, da Maria Anna Schicklgruber, una domestica di 42 anni. Inizialmente, fu battezzato con il cognome della madre, poiché Maria Anna si rifiutò di rivelare la paternità del figlio. Madre e figlio andarono a vivere con il nonno di Alois, e successivamente con il mugnaio Johann Georg Hiedler, che Maria Anna sposò nel 1842, rendendolo patrigno di Alois. Tuttavia, Johann Georg, un mugnaio itinerante, non riuscì a offrire una stabilità familiare, e Alois, all'età di 10 anni, fu mandato a vivere con il fratello di Johann Georg, Johann Nepomuk Hiedler, nel villaggio di Spital, vicino al confine con la Repubblica Ceca. La paternità di Alois è oggetto di dibattito, con teorie che indicano Johann Georg, Johann Nepomuk o un ebreo di Graz di nome Leopold Frankenberger come possibili padri. Quest'ultima ipotesi è emersa durante il processo di Norimberga grazie alla testimonianza dell'avvocato di Hitler, Hans Frank, ma non è stata confermata da documenti storici. Fino al 1860, agli ebrei non era permesso risiedere in Stiria.
Johann Nepomuk accumulò una discreta fortuna, lasciando ad Alois un'eredità significativa. Alois frequentò la scuola elementare a Spital e imparò il mestiere di ciabattino. Nel 1855, all'età di 18 anni, si arruolò nelle guardie di frontiera del servizio doganale austriaco, prestando servizio in varie località fino a diventare ispettore doganale a Braunau nel 1875. Nella vita privata, Alois ebbe una condotta irregolare, con una relazione extraconiugale che portò alla nascita di un figlio illegittimo. Nel 1873 sposò Anna Gasl, una donna benestante molto più anziana di lui, ma il matrimonio fallì a causa delle numerose infedeltà di Alois. Nel 1880, divorziò da Anna e iniziò una relazione con la cameriera della locanda cittadina Franziska “Franni” Matzelberger, da cui ebbe due figli, Alois Jr. e Angela. Franziska fece allontanare la cugina di Alois, Klara, assunta come domestica, per evitare che il marito potesse avere una relazione anche con lei. Dopo la morte prematura di Franni nel 1884, Alois sposò proprio Klara Pötzl, nipote di suo zio Johann Nepomuk, nel 1885.
 

La madre Klara Pötzl
Klara Pötzl era descritta come una donna pia, laboriosa ed affettuosa. Da Alois ebbe sei figli. I primi tre Gustav, Ida e Otto morirono in tenera età per difterite. Nel 1889 nacque Adolf, un bambino molto cagionevole di salute, di cui lei si prendeva costantemente cura. Nel 1896 nacque la sorella Paula e successivamente il fratello Edmund, morto in tenera età a causa della rosolia. Insieme ai suoi figli Adolf e Paula crebbe anche i figli del marito Alois jr e Angela. Alois maltrattava Klara e a stento le rivolgeva la parola. Si ipotizza che sgridasse i bambini in continuazione e che passasse sempre più tempo nella taverna locale, bevendo. Alois jr scappò di casa dopo una violenta lite con il padre, mentre Adolf veniva probabilmente picchiato dal genitore. Nel 1903 Alois Hitler ebbe un collasso mentre era alla locanda intento a bere vino e a leggere il giornale. Morì poco dopo lasciando alla moglie e ai figli una discreta eredità. Nel 1906 Klara si ammalò di tumore al seno. Le cure furono molto invasive e dolorose, ma non le evitarono la morte. Adolf era grato al medico ebreo Eduard Bloch per la cura della madre e gli permise negli anni ’40 di emigrare negli Stati Uniti. La perdita della madre fu devastante per Adolf, che era profondamente legato alla madre.
 

La sorella Paula 

Nel 1911 Paula ricevette l'intera pensione della madre. A quel tempo Paula viveva con la sorellastra Angela ed i suoi tre nipoti, Leo, Geli ed Elfriede. Angela era vedova dal 1910 e aveva problemi finanziari a causa della morte prematura ed improvvisa del marito. Paula a quel tempo frequentava il liceo di Linz, dove imparò a stenografare con l'obiettivo di diventare segretaria. Dal 1920 al 1930 Paula lavorò come impiegata presso la Compagnia di assicurazione statale federale a Vienna. Nel 1920 riprese i contatti con Adolf e nel 1923 si recò a Monaco di Baviera, facendo visita al fratello durante il periodo di detenzione. Adolf Hitler tenne i suoi parenti rigorosamente lontani dalla politica. Nel 1930 fu licenziata perché si scopri la parentela con Adolf. Nel 1936 Adolf le ordinò di vivere in incognito e assumere il cognome Wolff. Questo era un soprannome d'infanzia del fratello, che egli aveva usato anche nel corso degli anni venti per motivi di sicurezza. Hitler sembrava avere in scarsa considerazione la sorella, e in un'occasione definì Paula e la sorellastra Angela “stupide oche”. Pare che volesse fidanzarsi con un ebreo, ma Adolf fu contrario. Il fratello fece arrestare anche il medico Erwin Jekelius, uno dei principali responsabili del programma nazionalsocialista di eutanasia in Austria, e gli fece rompere il fidanzamento con la sorella. Paula lavorò come segretaria in un ospedale militare fino al termine della seconda guerra mondiale. Fu arrestata dai servizi segreti americani nel maggio 1945 e interrogata più tardi lo stesso anno. Nel giugno del 1945, quando era ancora sotto custodia delle forze di occupazione americane, disse, tra le altre cose: “Non credo che mio fratello abbia ordinato i crimini commessi contro innumerevoli persone nei campi di concentramento. Devo parlare bene di lui, è mio fratello. Non può più difendersi”. Alcune fonti indicano una sua condivisione degli ideali nazionalisti del fratello, che vedeva come “eroe tedesco” al pari di Napoleone per la Francia. Tuttavia, non aderì mai ufficialmente al nazismo né fu mai una militante politica. Morì nel 1960 a Berchtesgaden.

Adolf Hitler
Adolf crebbe quindi in un contesto familiare rigido e anaffettivo, ma si legò fortemente alla figura materna. Non considerò mai del suo stesso livello la sorella Paula, così come la sorellastra Angela. Adolf era uno studente introverso e più volte incline al suicidio. Già dopo il fallimento del putsch di Monaco aveva meditato di suicidarsi, ma fu dissuaso prima di essere arrestato. La morte della nipote Angelika “Geli” Raubal, figlia della sorellastra Angela, lo fece deprimere a tal punto da meditare di lasciare la politica e di togliersi la vita nel 1931. L’attaccamento a Geli era morboso tanto quello con la madre Klara. Si ipotizza infatti che in realtà Geli non si sia suicidata, ma che l’abbia uccisa lo zio e che sia rimasto a vegliare il suo corpo. Si pensa che con la stessa pistola che ha causato la morte di Geli, Adolf Hitler si sia suicidato il 30 aprile 1945. Sulla figura di Hitler circolano, inoltre, numerose leggende. Secondo una diceria anglosassone Hitler avrebbe sofferto di monorchidismo, ovvero avesse un solo testicolo, e che i suoi malesseri fossero il risultato di un rapporto endogamico vista la probabile parentela dei genitori. A peggiorare la sua salute fisica e mentale avrebbero contribuito le miscele preparategli dal medico Theodor Morell. Durante la guerra divenne vegetariano perché credeva che il consumo di carne fosse la causa del suo continuo dolore allo stomaco. Non si conosce bene la natura delle sue frequentazioni amorose, né dei suoi eventuali figli illegittimi. Eva Braun fu la più nota delle sue amanti. Eva era una fotografa e lavorava nello studio di Heinrich Hoffmann, amico di Adolf Hitler. Dopo la morte di Geli, iniziò una relazione segreta con Adolf, ma tentò il suicidio sparandosi un colpo in gola nel novembre 1932. Salva, nel 1935 ritentò il suicidio ingoiando dei sonniferi ma non riuscì nell’intento neanche stavolta. Era mentalmente instabile tanto da cambiare più volte aspetto e acconciature. Nel 1945 decise di rimanere fino all’ultimo fedele al compagno Adolf, che fieramente sposò, prima di suicidarsi insieme a lui con del cianuro. Il suo corpo e quello del Führer furono cremati dall’Armata Rossa e i resti furono gettati nel fiume Elba.
(Flavia Volpe, germanista)

 

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Per approfondire il tema si suggeriscono letture e ri-letture:

"Lui è tornato" di Timur Vernes, uscito 10 anni fa. Dal libro un film del 2015.



Edizione italiana edita da Bompiani. Recensito su INCULTURA: https://blogincultura.blogspot.com/2014/01/una-ipotesi-irritante-lui-e-tornato-er.html 

 

Lui è tornato (Er ist wieder da) è un film del 2015 diretto da David Wnendt basato sull'omonimo bestseller di Timur Vermes.

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1913 è un coinvolgente libro di Florian Illies che narra su base documentale ma romanzata l'incrocio di tanti personaggi storici quando magari non erano noti. Per esempio Hitler era un perfetto sconosciuto in indigenza.


1913 è l'anno chiave del Novecento, l'anno che avrebbe condizionato un secolo ( e non solo). A dispetto dell'incombente tragedia - lo scoppio della prima guerra mondiale - si manifestarono un fermento culturale e l'imporsi difficile di tanti talenti. Mentre Franz Kafka arriva quasi a impazzire d'amore, Ernst Ludwig Kirchner disegna le cocotte di Potsdamer Platz; Virginia Woolf ha pronto il suo primo libro mentre Robert Musil consulta un neurologo; Igor Stravinskij è alle prese con la stupefacente e innovativa prima di Le sacre du printemps (La Sagra della Primavera) e incontra la sua futura amante, Coco Chanel; Picasso e Matisse vanno a cavallo insieme; Freud e Jung incrociano le spade; Louis Armstrong si esibisce per la prima volta in pubblico e Charlie Chaplin firma il suo primo contratto con una casa cinematografica; Prada inaugura a Milano la sua prima boutique; montando la ruota anteriore di una bicicletta su un comune sgabello da cucina Marcel Duchamp compie la grande rivoluzione concettuale del Novecento. A Monaco, un uomo venuto dall'Austria dipinge acquerelli con le vedute della città e cerca di venderli. Si chiama Adolf Hitler.  

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Per superomismo la Treccani on line recita: s. m. [der. di superuomo]. – Termine adoperato come l’astratto corrispondente a superuomo, per indicare l’atteggiarsi a superuomo o quanto ha attinenza con la dottrina del superuomo.

Superuòmo - ancora la Treccani recita: s. m. [comp. di super- e uomo, calco del ted. Übermensch] (pl. superuòmini). – 1. Uomo che eccelle e domina per le sue doti eccezionali di genio e volontà sugli altri uomini, soprattutto in riferimento al pensiero di F. Nietzsche per cui l’Übermensch è l’individuo che si manifesta nella essenza più autentica, come esplicazione – nella sua volontà di potenza che al di là di ogni legge lo porta ad affermarsi su tutti – della forza originaria della vita: l’interpretazione estetizzante di G. D’Annunzio del s. nietzschiano; il mito razzistico del s. posto alla base del nazismo.

venerdì 6 settembre 2024

Breve Storia degli Effetti Speciali nel Cinema: Dalle Origini a George Lucas e Oltre

 


 

 

Breve Storia degli Effetti Speciali nel Cinema: Dalle Origini a George Lucas e Oltre

 

Gli effetti speciali (SFX) hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia del cinema, trasformando il modo in cui vengono raccontate le storie sul grande schermo. Dalla magia degli albori ai moderni effetti digitali, il percorso degli SFX è lungo e affascinante. Un momento cruciale in questa storia è rappresentato dal contributo di George Lucas con la saga di Star Wars, che ha segnato un punto di svolta nell'evoluzione degli effetti speciali.


Le Origini: L'Età della Meraviglia (1895-1920)

 

I primi effetti speciali nacquero con il cinema stesso. Georges Méliès, uno dei pionieri, utilizzò tecniche come la sovrimpressione e il fermo-immagine per creare scene fantastiche. Il suo film "Le Voyage dans la Lune" (1902) è uno dei primi esempi di come il cinema possa trasportare gli spettatori in mondi immaginari, anticipando la direzione che il medium avrebbe preso nel futuro.


Il Periodo Classico: Miniature e Matte Painting (1920-1960)

Negli anni '20 e '30, l'industria cinematografica iniziò a svilupparsi, e con essa anche le tecniche degli effetti speciali. Le miniature e il matte painting divennero strumenti essenziali per rappresentare mondi impossibili. "Metropolis" (1927) di Fritz Lang, con le sue futuristiche città in miniatura, e "Via col vento" (1939), con i suoi maestosi paesaggi dipinti, sono esempi significativi di questa era.
 

L'Era d'Oro degli Effetti Pratici: Stop-Motion e Animatronica (1960-1980)

 


Il periodo tra gli anni '60 e '70 vide l'ascesa di tecniche avanzate come la stop-motion e l'animatronica. Tuttavia, la vera rivoluzione arrivò nel 1977 con l'uscita di "Star Wars: Episodio IV - Una Nuova Speranza". George Lucas, insoddisfatto delle tecnologie esistenti, fondò addirittura la Industrial Light & Magic (ILM), un'azienda che avrebbe ridefinito in una rapida evoluzione tecnologica gli effetti speciali cinematografici, rendnedoli reali più del reale.



Lucas e il team di ILM combinarono tecniche tradizionali con innovazioni radicali. Utilizzarono modellini dettagliati, motion control per riprese precise e compositing ottico per creare battaglie spaziali mozzafiato. L'uso pionieristico del matte painting e delle creature animatroniche, come i droidi e le marionette, rese "Star Wars" un'esperienza visiva senza precedenti.


La Rivoluzione Digitale: CGI e Oltre (1990-oggi)

Il lavoro di George Lucas ha aperto la strada alla rivoluzione digitale. Negli anni '90, la Computer-Generated Imagery (CGI) iniziò a dominare gli effetti speciali. Lucas tornò a spingere oltre i limiti della tecnologia con la trilogia prequel di Star Wars (1999-2005), che utilizzò estensivamente la CGI per creare ambienti e personaggi complessi, come il celebre Yoda digitale.
Questa rivoluzione culminò con film come "Jurassic Park" (1993) e "Il Signore degli Anelli" (2001-2003), dove la CGI era integrata perfettamente con effetti pratici, rendendo indistinguibili i confini tra realtà e finzione. Film come "Avatar" (2009) di James Cameron portarono ulteriormente avanti questa eredità, sfruttando la CGI per costruire interi mondi digitali.


Il Futuro degli Effetti Speciali: AI, VR e Nuove Tecnologie

 

Oggi, gli effetti speciali continuano a evolversi. L'intelligenza artificiale, la realtà aumentata e la realtà virtuale stanno trasformando non solo la post-produzione, ma anche il modo in cui i film vengono creati. La saga di Star Wars rimane un esempio di come l'innovazione negli effetti speciali possa ridefinire il cinema, ispirando registi e tecnici a esplorare nuove frontiere.
Conclusione
La storia degli effetti speciali è una storia di innovazione, creatività e audacia. Dalle prime sperimentazioni di Georges Méliès agli straordinari risultati ottenuti da George Lucas e oltre, gli SFX hanno continuamente spinto i confini del possibile, trasformando il cinema in un'arte capace di far sognare. Con la tecnologia che continua a evolversi, il futuro degli effetti speciali sembra promettere ancora più meraviglia e stupore. (Giuseppe Paparella)


George Lucas



https://www.ilm.com

mercoledì 4 settembre 2024

QUANDO NON C'E' NESSUN MOVENTE #criminologia #psichiatria forense. Intervista allo psichiatra dr. Achille Miglionico

 

QUANDO IL MOVENTE E':  NON C'E' NESSUN MOVENTE

Intervista medico-medico allo psichiatra dr. Achille Miglionico

 

 

 #criminologia #psichiatria forense #strage Paderno #omicidio #omicidiosenzamovente #non-sense murder #strage #massmurder


- Poirot in uno dei film sentenzia duro al suo interlocutore che dubita del movente di delitto: "C'è sempre un movente". Oggi non è sempre così in tanti omicidi che affollano i notiziari. Dalla strage di Erba del 2006 alla strage di Paderno Dugnano di oggi ma anche nell'omicidio  di Sharon Verzeni, commesso da Moussa Sangare, emerge la perplessità del "senza senso". Ci puoi aiutare a capire?

- Ultimamente disegnare un profilo criminologico è divenuto più difficile, persino a posteriori in quanto si intersecano nella società liquida e nelle agenzie educative  cofattori multiculturali, precarietà economiche, storiche e geopolitiche, influenze e/o condizionamenti da parte della Rete e dei social. Di certo il processo di individuazione di un adolescente  si è ulteriormente complicato ("liquefatto" in alcuni casi?) rispetto alle generazioni precedenti e questo ha a che fare con la globalizzazione e la supremazia digitalica; si aggiunga anche la crisi enorme delle istituzioni scolastiche e della cultura in genere. 

- In fondo gli educatori sono le stesse persone che in famiglia incontrano difficoltà relazionali e difettano di autorevolezza coi propri figli. 

- Quando lavoriamo con il SIEB nelle Scuole, è palpabile lo smarrimento e per esempio osserviamo un lacunare e contrastato rapporto intra-staff e soprattutto tra docenti-discenti-genitori. La alleanza didattica che un tempo era quasi scontata oggi è un ricordo vago: aggressioni non solo verbali da parte di genitori e alunni non sono novità. 

- Tanti altri ruoli sono in discussione, anche quello degli operatori sanitari. Le aggressioni al personale sanitario si moltiplicano. 

- Lo insegniamo da anni nelle organizzazioni, i conflitti generano confusione di ruoli e la diffusione dei ruoli genera conflitti. 

- Siamo divenuti più centrati su noi stessi e competitivi?

- Sicuramente i più sono meno disposti al dialogo ed al confronto, quindi la relazione è più simmetrica che complementare. Siamo tendenzialmente autoreferenziali e "documentarsi" su un argomento anche tecnico con Internet fa di noi già un "esperto". Sono i cd laureati in Internet. I social sono una vetrina narcisistica e se prevale l'Io rispetto al Noi, non vediamo più gli Altri con gli stessi occhi; assieme alla importanza dell'Altro, scemano  la empatia ed il rispetto. La relazione, come noi diciamo spesso quasi in uno slogan, è scontro invece che incontro. La stessa competenza empatica è meno riscontrabile persino nelle professioni di aiuto che ne erano lampante esempio: medici che non ti guardano in viso al pronto soccorso li ho notati anche io e nei corsi di formazione a operatori sanitari non diamo più per scontato la inclinazione "Salvatoriale": motivazione e passione talora sono secondarie a considerazioni economiche e di mercato nella scelta del lavoro ("faccio il pompiere perchè ho letto che servono pompieri"). 

Ma la responsabilità dove va ricercata?  

- E' un processo storico inarrestabile. Le varie agenzie educative, la famiglia e la scuola, lasciano poco il segno se sono in contrasto. Se un genitore sconfessa l'altro la coppia parentale perde potere comunicativo; se un genitore protegge e  dà sempre ragione al figlio anche quando mette in atto un comportamento non ok,  non fa un favore al suo futuro; se disconferma l'istituzione scolastica, accusando il docente, svilisce la importanza di chi apprende e di chi insegna. 

- Ci fai un esempio?

 -"Quando i figli sbagliano i genitori si inferociscono e difendono ad oltranza ..." recentemente mi ha detto sconsolata Emanuela, madre di 34 anni parlando di una violenza subita in spiaggia da suo figlio. Quando lei si è permessa di richiamare con calma e tranquillità il bulletto, la donna è stata aggredita dalla madre del bullo che ha gridato in aperta sfida: "Come ti permetti?!" minacciando lei di alzare le mani. "E' tuo figlio che alza le mani! Non il mio!  Fatti avanti con me se hai il coraggio e ti faccio vedere io!" Il tutto davanti a tutti, coram populo.  Quel bambino è stato già vittima di bullismo a scuola ove gli hanno tagliuzzato tutto lo zaino nuovo. "Anche qui hanno negato l'evidenza" narra Emanuela. Episodi di questo genere, ove lo scambio tra vittime e persecutori delinea il gioco berniano di "Ti ho beccato", accadono ovunque, all'angolo della strada, in coda all'ufficio postale, ai colloqui con i professori, in caserma, in ospedale. In Kenya, nella missione di Sagana,   un maestro di etnia kikuyu si lamentava già nel 2013 con noi medici del fatto che prima ogni adulto del villaggio aveva il diritto-dovere di istruire e riprendere un ragazzo per comportamenti inappropriati: "Tutti educavano nel villaggio. Non capisco. Da un po' di tempo se sgridi un ragazzo accorre il padre che sgrida te e ti chiede come ti sei permesso..."

- Problema globale dunque. In effetti la rabbia e la violenza appaiono sdoganate. La educazione e rispetto perdono il loro peso sociale. I media e la politica offrono modellamenti mediatici discutibili al riguardo... 

 - Il processo di frammentazione e contrasto delle agenzie educative non è nuovo ma in questo ultimo ventennio si è imposto un nuovo processore di dati, assai potente: il Web. Navigare in Internet è stata la grande rivoluzione culturale ma ora Internet naviga in noi attraverso gli smartphone comparsi proprio all'ingresso nel nuovo millennio. Ecco che tra le agenzie educative se ne è interposta una nuova, invadente e pervasiva, la Rete informatica. Un nuovo Genitore Sociale con fonti informative ambigue e modelli incontrollabili e spesso facili da occultare alla sorveglianza degli educatori. Questo Genitore Sociale è in competizione e spesso in contrasto con le agenzie educative tradizionali (che già confliggono tra di loro).

- Non si riesce a regolamentare l'uso degli smartphone in famiglia e neanche a scuola: è notizia di questi giorni che saranno banditi in Francia alle scuole medie superiori. Troppo tardi? 

Si può sempre rimediare con opportune misure. E' un bene che qualcuno si accorga che una conquista tecnologica non sempre è un vantaggio evolutivo. Il dato di fatto è che si legge sempre meno e si legge solo quello che si "scrolla" casualmente (in realtà decide un algoritmo per noi). Se un cervello non legge e scrive perde abilità linguistiche e psicolinguistiche, perde la capacità di organizzare il flusso delle idee, di elaborarle in uno alle emozioni, di esprimere con la parola. C'è chi indica l'incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo con il termine di analfabetismo funzionale o illetteratismo. Per quello che concerne il lavoro di psicoterapeuta la incapacità di descrivere e narrare il proprio disagio si traduce in difficoltà cliniche e operative. 

- Quindi il calo delle relazioni reali in favore di quelle virtuali non aiuta. Basta girarsi in un treno o in ristorante per vedere che la gente si rapporta più con il gingillo elettronico che con il vicino di sedia. Lo facciamo noi stessi. Una volta ci si trincerava dietro un quotidiano stampato per non parlare in treno. 

 

- Anche prima in Italia non eravamo grandi lettori rispetto all'Europa. Ricordo che si leggevano i quotidiani sportivi in primis. Comunque ora i dati ISTAT al riguardo sono preoccupanti e se li si collega ai dati INVALSI sulla comprensione dei testi ecc non c'è da essere ottimisti. I libri cartacei riempiono vuoti  mentali di ogni tipo e i romanzi ci fanno capire che non siamo i primi e unici al mondo ad avere trame, problemi ed emozioni.

- Comincio a comprendere quel vuoto, cui si allude e che talora viene riferito dai ragazzi.

- Noi abbiamo bisogno dell'Altro. La scienza ci ricorda che il Sé si forma con la intersoggettività. Tante persone e tanti adolescenti sono sì nella folla ma sono soli in compagnia.  E se non si parla, soprattutto tra coetanei, aumenta il vuoto relazionale, si diventa autoreferenziali. A chi comunicare il vissuto amaro che provo? all'amico che mi deride dicendomi che sono un debole o che vuole solo parlare di "cazzate"? mi scarico buttandomi dentro ad un videogioco di combattimento? metto in atto il voyerismo informatico e mi guardo vetrine tiktokizzate? Rimango chiuso in stanza? Ci bevo su? mi faccio "sballo" con abuso di sostanze? Come comunicare il vuoto relazionale che si fa esistenziale? Se poi in una famiglia ci sono gravi problemi o il problema è comunicare, la disfunzione cresce, si trincera e invalida. In studio vedo sfilare nerd di ogni età adolescenziale. Un giovane suicida ha lasciato scritti senza lettore alcuno che la madre, piagata dal dolore, edita postumi quasi per farlo tornare in vita. Oramai non si può nascondere che la principale causa di morte in adolescenza, dopo gli incidenti,  sono i suicidi. In studio, specie dopo la pandemia di Covid, vediamo tanti giovanissimi. Il calo di relazioni reali e il calo di prestazioni, i comportamenti ossessivi e fobici allarmano i genitori che chiedono di seguire i figli. Ma c'è una quota di ragazzi che sfuggono e vanno individuati come soggetti a rischio grazie alla osservazione di altri soggetti, insegnanti,  zii, senza i para-occhi che indossano taluni genitori, spesso nonni che non si accontentano di realtà edulcorate.

- Come si arriva dal vuoto, dal nichilismo, dal senso di inutilità a fare del male agli altri?

 - Quando la rabbia non si può esprimere al di fuori di sé diventa autoaggressività oppure la rabbia inespressa diviene un agito violento che tenta come un parafulmine di scaricare tanta energia e si aggredisce l'Altro. Si può essere rissosi ma il confine con la morte non è netto. Non ha senso neanche pestare a morte un poverino disteso a terra fuori di una discoteca come Omar Bassi, Nicolò Ciatti e tanti altri sventurati, spesso casualmente prescelti. Talora si uccide e ci si uccide.

- Qualcuno parla di raptus.

- La psichiatria non concorda. Non esistono raptus (se non in rari casi di schizofrenia), sfatiamo questo equivoco che serve più ai legali e giornalisti. Come dice anche Paolo Crepet quello che è successo a Paderno Dugnano "non è successo dal lunedì al martedì" malgrado si parli di famiglie "modello" e persone "solari". Ci sono sintomi e segni clinici non colti prima di certi agiti e non è semplice discontrollo degli impulsi o disturbo esplosivo intermittente. Crepet ci va duro quando dice che certi genitori sanno in tempo reale i voti dei figli (anche per contestarli, dico io o per fare confronti inutili) ma poi ignorano con chi escono i figli alle tre di notte. Al di là della cruda affermazione è vero che i genitori ci sono quando non dovrebbero esserci e talora non ci sono quando dovrebbero esserci. Ha ragione Crepet quando dice che la società così come si è andata strutturando "isola" il giovane. Il vuoto di cui parlavamo. Concordiamo con lui ed altri specialisti quando ci si propone come obiettivo primario di rendere la Scuola il set principale di ogni intervento da condurre a livello cognitivo ed emotivo per individuare difficoltà e affrontarle. Noi insistiamo sulla necessità di attuare e rendere solida la alleanza didattica tra genitori-docenti-studenti : si devono perseguire finalità uniche di in-formazione e formazione per combattere isolamento, bullismo, e ogni forma di prevaricazione; per educare alla libertà, alla tolleranza e rispetto della diversità; per aiutare l'adolescente a riconoscere il malessere proprio ed altrui e fare giusti invii.  

 - Tornando alla strage e al non-senso, alla apparente assenza di movente?

 - Nel lontano 1996 pubblicammo con altri  AA. (1) un case report dal titolo "Diagnostica e Copione in un caso di psicopatia omicida". Un contributo innovativo in quanto inquadrava in ottica criminologica e analiticotransazionale la lettura degli output e acting di un potenziale SK (omicida seriale). Attuale in quanto lo stesso omicida parlava con ottima cultura di essersi ispirato ad una fonte letteraria per compiere i suoi gesti efferati: la teoria dell'atto gratuito quale si evince nel romanzo sotie di Andrè Gide "I sotterranei del Vaticano" (1914). Come ebbe a dirci lo stesso omicida  "l'atto gratuito consiste in un atto compiuto al di là di ogni valore etico, al semplice scopo di ricercare la propria libertà" (= dall'angoscia del copione). Nel libro Todo modo Leonardo Sciascia, (1974) si rifà a Gide - e lo cita - , descrivendo l'omicidio come atto gratuito, commesso sia da Lafcadio (di Gide), sia dal pittore (rimasto anonimo) protagonista del giallo di Sciascia. Un poster simile richiamava suggestivamente quello espresso dallo psicopatico protagonista del discusso film "Natural born killers" di Oliver Stone (1994). Per non citare La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme, il famoso saggio della filosofa Hannah Arendt (1963). Insomma il non-sense, il non-senso esiste da sempre, soprattutto al servizio di Thanatos (θάνατος).

- Quando Homo sapiens fa del Male solo per il Male e non c'è alcun motivo. Ha ragione, Collega, a citare la Harendt. Nel mentre procede la intervista, ho sfogliato on line le News dell' ANSA. Tra le ultime trovo: "Paderno Dugnano, il 17enne autore della strage: è stato un atto 'come di emancipazione' " Ha affermato che voleva essere "libero dalla famiglia".

- E della famiglia si è liberato. Appunto senza movente. Un atto gratuito alla Gide. Molto triste. Attiviamoci.

- Grazie Collega del tempo. Torneremo sul tema se non ti dispiace. A maggior ragione perchè il SIEB organizza per Novembre 2024 la attesa GIORNATA FORENSE.

- A presto. 
 

 

 

 

intervistatrice: dr.ssa Martina Tatoli MD.



NOTE

(1) Miglionico A, Martucci E., Nicola D'Introno, Corfiati L., Diagnostica e Copione in un caso di psicopatia omicida, in AA. VV., T.A. Papers, Tribute to Eric Berne, Ed. scient. Ist. Osp. Opera Don Uva, IAT, SIEB, Ed. Don Uva, Bisceglie, pagg. 11-119, 1996.



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