venerdì 30 agosto 2024

INFERNO DANTESCO: PUBBLICATO il Saggio: "Per conoscere lo loco dov'io fossi”. Paesaggi dell'Inferno di Claudio Leone

 


📘Recensione "Per conoscere lo loco dov'io fossi”. Paesaggi dell'Inferno di Claudio Leone 





È stato pubblicato quest'anno, per Fondazione Mario Luzi editore, "Per conoscere lo loco dov'io fossi”. Paesaggi dell'Inferno di Claudio Leone, docente di Lettere e redattore di questa Rivista.

Claudio Leone

Il presente libro analizza i paesaggi dell'inferno dantesco, ossia quei vari scenari che danno forma ai cerchi e ai gironi dell'oltretomba immaginato dal poeta fiorentino. Il testo origina dalla ricerca per la tesi di laurea magistrale di Leone, discussa sotto la direzione del Prof. Davide Canfora, ordinario di Filologia Italiana, Filologia e critica dantesca e Letteratura Italiana presso l'Università di Bari. Leggiamo dalla Prefazione le sue parole:

Il lavoro di ricerca di Claudio Leone, oltre ad avere tratti assai apprezzabili e ben riconoscibili di originalità, ha il pregio importante di affrontare la lettura del capolavoro dantesco non soltanto con il rispetto, inevitabile e quasi sacrale, che accompagna da sempre i versi della Commedia, tanto più in questi tempi di celebrazioni, bensì anche con la lucidità di uno sguardo che cerca le cose reali, da cui è nata la poesia.

La ricerca qui condotta mira ad analizzare i paesaggi infernali, chiamati "paesaggi strutturali" perché danno forma alla struttura oltremondana, nella loro configurazione "morfologica", letteraria e storico-urbanistica. Infatti, per ogni paesaggio viene dapprima descritta la fisionomia, che spesso può sfuggire nella sua ricostruzione puntuale durante la lettura, e le sue modalità di esplorazione da parte del Dante-personaggio. In seguito, sono elencate le fonti letterarie che lo hanno ispirato: Dante, poeta di profondissima cultura, coglieva suggestioni dai testi dell'antichità classica, dalla Bibbia e dalle fonti coeve di vario genere, spesso fondendole tra loro. Infine, il testo cerca di cogliere il rapporto tra i paesaggi descritti nella Commedia e ciò che Dante vedeva con i propri occhi (gli occhi di un uomo del Medioevo), quindi boschi, città, torri e mercati. Si pensi alla famosa selva iniziale, che richiama i boschi presenti ai margini delle città medievali e luogo pauroso in cui albergavano persone di dubbia moralità (come già notava l'illustre italianista Piero Camporesi) o la città di Dite, che occupa il centro dell'Inferno dantesco, che è costruita come una città medievale, probabilmente proprio Firenze. Su questa identificazione tra la città di Dite e Firenze, questo testo propone un'interpretazione ulteriore, a partire dalla disposizione delle tombe e sulla scorta di una glossa di Boccaccio. Questa apertura del testo dantesco al mondo del visibile e del concreto si inserisce in un quadro di ricerca dantesco più ampio, ma che ricorda anche al lettore come “entrare” in un’opera. A tal proposito, scrive ancora Davide Canfora nella Prefazione:

Leone, direi, dà corpo ad un pensiero che sempre dovrebbe accompagnare i lettori delle opere di ogni epoca. Bisogna leggere il testo liberandosi delle proprie vesti, del proprio sguardo, dei propri giudizi e dei propri pregiudizi: e anche del contesto in cui ci muoviamo, delle abitudini che abbiamo, dei luoghi in cui siamo collocati. Bisogna entrare nel mondo dell’autore. Entrare nel suo racconto. [...] 
Bisogna cercare di capire in quale mondo Dante si muoveva, di che colore erano i muri delle case davanti ai suoi occhi, quanto alte apparivano le torri destinate a fornirgli l’immaginazione dei giganti infernali. Questo il merito della ricerca di Claudio Leone, che ho avuto l’onore di seguire, pochi anni fa, da relatore di tesi.




Il testo è disponibile nei maggiori store digitali (Amazon, IBS, Feltrinelli).

Claudio Leone, Per conoscere lo loco dov'io fossi. Paesaggi dell'Inferno, Fondazione Mario Luzi editore, Roma 2024.

(redazionale)



POESIE NEL CASSETTO by Lucia Papagni

 

 

NUOVI ARRIVI IN REDAZIONE

 

 


“SCONTENTO “

Piansi
e una tetta
mozzò il mio pianto

Crebbi

Un giocattolo
rese
per un tempo
il mio cuore contento

Imparai
a piagnucolare
un abbraccio
un bacio
mi soddisfaceva
per un lasso di tempo

Da adolescente
lo sguardo fugace
del desiderato di turno
mi faceva
vivere “la cotta”

Giunse
l’età della competizione
essere il più bello
Il più ‘fico’
il più bravo
il più più
a scuola
a lavoro
e per un breve tempo
mi soddisfece

Allora
incominciai
a cercare qualcos’altro
che riempisse
il vuoto
‘il desiderio di Eternità ‘
che ci assale

Provai
la religione
la scienza
la filosofia
e altro
ma …

Poi
il matrimonio
I figli
e sempre più
mi allontanavo
da me stessa

Mi guardai intorno
e pensai
forse mi manca qualcosa
una bella casa!
Il lavoro desiderato
l’avevo

E dopo anni
di duro lavoro
mio
e dei miei cari
giunse la bella casa
con un bagliore
di felicità
seguito
da un pozzo
di cosciente
insoddisfazione

Realizzai
che chi sembrava felice
RECITAVA
e chi aveva
materialmente tutto
ancor più annegava
nel buio dello scontento

I più famosi
cantanti, attori, scrittori
i più ricchi
giungevano
a volte
per lo più giovanissimi
ad atti estremi
a capovolgimenti
di vita impensabili

E compresi
che la vita
ti porta a un limite
in cui
sprofondi nella depressione
o vivi
il “chi si accontenta gode “
oppure
continui a CERCARE

CERCA
DENTRO DI TE
E SCOPRIRAI
CHE SEI UNICO
SPECIALE
PARTE
DI UN TUTT’UNO

ESSERE
COMPLETO
Apparentemente
INCONOSCIBILE

by Lucia Papagni






A VOLTE

A volte non si vuole sentire
A volte non si vuole vedere

Parole melate
abbracci mancati
o troppo pronunciati
distorcono la visione
annebbiano la mente

E nulla
di detto
fatto
e quasi dimostrato
può togliere il velo

Solo l’esperienza
ti getta giù
nella realtà funesta
che abilmente
QUALCUNO
ha forgiato
per te,
UNO
DI CUI TI FIDAVI:
il tuo PROSSIMO
e TE STESSO

by Lucia Papagni
 

“Ho l’ansia!”: un universo linguistico (nascosto) #ansia tra #linguistica e #psicolinguistica

 


Inside Out 2, il sequel del cartone firmato Disney Pixar, ha sbancato al botteghino e sui social, ove tanti adolescenti e no hanno ritrovato per esempio  nell'attacco di panico di Riley quel mix di turbolenza psichica difficile da spiegare a coetanei, genitori e professionisti di aiuto. Così - del film  ne abbiamo parlato - se prima, nel quartier generale delle emozioni, c’erano Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, ora i personaggi storici lasciano nella adolescenza spazio a nuove coloratissime figure: Ansia, Imbarazzo, Invidia e Noia. E scatta la simpatia: chi non ha provato tenerezza per la rappresentazione di Imbarazzo? Uno dei primi pensatori che hanno affrontato il tema della angoscia umana e dei suoi derivati è Freud e Freud pensava e scriveva in tedesco. Che cosa ci suggerisce la linguistica così embricata alla evoluzione biologica e culturale? Ce lo spiega una giovane germanista, Flavia Volpe con un contributo affascinante che ci rimbalza nel pregresso e antico.






“Ho l’ansia!”: un universo linguistico (nascosto)


Ognuno di noi ha pronunciato almeno una volta la frase “Oggi ho l’ansia”. In questo contesto la parola “ansia” racchiude un intero universo di emozioni, spesso connotate negativamente. Questo articolo si propone di esplorare le diverse sfaccettature del termine “ansia” e di illustrare come una singola parola possa rappresentare una difficile sfida di traduzione.

L’ansia: etimologia ed origini


Il termine “ansia” viene dal latino anxia, forma femminile dell’aggettivo anxius ‘ansioso’, che a sua volta deriva dal verbo latino ango ‘stringere’. Questo termine esprime un forte stato emotivo caratterizzato da un senso di oppressione e costrizione. Secondo il dizionario Treccani, l’ansia è “stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa”. La traduzione di un concetto così ampio in una lingua straniera può risultare complessa e delicata. Per questo motivo, è utile scomporre il termine “ansia” nelle sue diverse accezioni di significato. In tedesco, ad esempio, è fondamentale distinguere le possibili traduzioni di ansia per raggiungere quella che Eugene Nida definisce “equivalenza dinamica”. Di seguito, si propone un'analisi delle diverse sfaccettature del termine “ansia” espresse in tedesco attraverso i concetti di paura (Angst), preoccupazione (Sorge), agitazione (Unruhe) e oppressione (Beklemmung/Druck).

1.1. La paura

Il termine italiano “paura” deriva dal verbo latino paveo che significa ‘tremare, avere paura’. Questo, a sua volta, originerebbe dal protoindoeuropeo *paw- ‘colpire, scuotere’. L'individuo che prova paura è infatti emotivamente scosso.

La principale traduzione tedesca di “paura” è die Angst, termine che deriverebbe dal protoindoeuropeo *angʰu- ‘stretto, opprimente’ che condivide la stessa radice del termine latino ango. Similmente all'ansia, la paura è un'emozione che opprime e toglie il fiato. Tuttavia, mentre Angst si riferisce a una paura derivante da una condizione emotiva interiore, der Furcht ‘il timore, la paura’ indica una reazione a una minaccia esterna.

1.2.La preoccupazione

Il termine italiano “preoccupazione” deriva dal latino prae- ‘prima’ e occupo ‘impiegare, occupare, prendere’. Questo termine descrive uno stato emotivo in cui ci si preoccupa di qualcosa in anticipo, generando una condizione di agitazione.
In tedesco, la preoccupazione è espressa dal termine die Sorge, probabilmente derivante dal protoindoeuropeo *swergʰ- ‘stare attento, soffrire, essere malato’. Dalla stessa radice derivano i termini inglesi sorrow ‘dolore, dispiacere, tristezza’ e sorry ‘scusa, mi dispiace’. La preoccupazione indica in questo caso una sofferenza emotiva, un dolore interiore e uno stato di allerta per qualcosa. L’espressione sich Sorge um jmdn./etwas machen indica la condizione di “essere in ansia per qualcuno o per qualcosa”, mentre l’aggettivo besorgt può significare ‘preoccupato’, ma anche ‘ansioso’.

1.3. L’agitazione

Il termine “agitazione” deriva dal latino agō ‘agire, fare, discutere, trattare, ecc.’ che trae origine dal protoindoeuropeo *h₂eǵ- ‘guidare’. Il termine indica l’atto di agire, di fare qualcosa.

Il termine tedesco die Unruhe ‘irrequietezza, agitazione’ deriva dal prefisso Un- e il sostantivo Ruhe ‘tranquillità’. Quest’ultimo originerebbe dal protoindoeuropeo *h₁reh₁- ‘riposare’, che è anche la radice del verbo inglese to rest ‘riposare’. Die Unruhe descrive uno stato emotivo caratterizzato dalla mancanza di quiete e riposo.

1.4. L’oppressione

Il termine oppressione trae origine dal verbo latino opprimō ‘sopraffare, pressare, prendere di sorpresa, attaccare, nascondere’. Questa parola latina potrebbe essere ricondotta al protoindoeuropeo *pr-es- ‘premere, spingere’.

Il termine tedesco die Beklemmung ‘oppressione, angoscia’ deriva, invece, dal verbo klemmen ‘stringere, serrare’. Quest’ultimo originerebbe dal protoindoeuropeo *glembʰ- ‘chiudere, stringere’ ed è etimologicamente comparabile ai termini “ansia” e “Angst”. Al contrario, il termine der Druck ‘la pressione’ è riconducibile al protoindoeuropeo *trewk- ‘ammassare, premere’. Pertanto, Beklemmung e Druck descrivono uno stato emotivo caratterizzato da una sensazione di essere pressati, chiusi e stretti.

Considerazione finali

L'ansia si configura come un concetto di notevole complessità, caratterizzato da una pluralità di sfumature che ne arricchiscono il significato. Al termine dell'analisi etimologica e semantica dei termini correlati all'ansia, risulta utile sintetizzare i principali aspetti emersi. In primo luogo, l'ansia si manifesta come uno stato emotivo capace di scuotere e impattare negativamente l'individuo, una caratteristica espressa dal termine italiano "paura". Tuttavia, l'ansia rappresenta anche una condizione che costringe, opprime e comprime, come evidenziato non solo dall'etimologia dei termini italiani “ansia” e “oppressione”, ma anche dalle parole tedesche Angst, Beklemmung e Druck. Inoltre, l'ansia è associata a un'emozione che genera dolore, dispiacere e tristezza, concetti racchiusi nel termine tedesco Sorge. Infine, l'ansia indica una mancanza di riposo che si traduce in uno stato di agitazione e irrequietezza, reso esplicito dalla parola tedesca Unruhe. In conclusione, per una corretta traduzione di un termine così complesso, è fondamentale considerare le percezioni, le emozioni e le intenzioni comunicative del parlante.

Bibliografia

Agitazione. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/agitazione [23.08.24]

Angst. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/Angst#German [23.08.24]

Ansia. Etimo italiano. https://www.etimoitaliano.it/2015/07/ansia.html [23.08.24]

Ansia. Treccani. https://www.treccani.it/vocabolario/ansia/ [23.08.24]

Ansia. Wikitionary. https://it.wiktionary.org/wiki/ansia [23.08.24]

Beklemmung. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/Beklemmung [23.08.24]

Druck. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/Druck [23.08.24]

Nida, E. (1969). The Theory and Practice of Translation. Leiden: E. J. Brill.

Oppressione. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/opprimo#Latin [23.08.24]

Paura. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/paura [23.08.24]

Preoccupare. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/praeoccupo#Latin [23.08.24]

Sorge. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-Germanic/surg%C5%8D [23.08.2024]

Sorge. Leo Wörterbuch. https://dict.leo.org/tedesco-italiano/in%20sorge%20um [23.08.2024]

Unruhe. Wikitionary. https://en.wiktionary.org/wiki/Unruhe [23.08.24]




Flavia Volpe

Dottoranda in Deutsche Philologie all’Università di Vienna e Content Creator della pagina “La vita in Germania”.

martedì 27 agosto 2024

Lettera alla Redazione di una Lettrice di Trani che ci parla di emozioni sul set.




LETTERA ALLA REDAZIONE


HO 36 ANNI E VIVO A TRANI, HO DECISO DI SCRIVERE QUESTA LETTERA PER CONDIVIDERE E TRASMETTERE EMOZIONI VISSUTE QUESTA ESTATE 2024. HO PARTECIPATO VIVAMENTE COME ATTRICE AD UNO SPETTACOLO TEATRALE DI MARCO PILONE IL 7 MAGGIO INTITOLATO “E’ STATA UNA BELLA SERATA” (MARCO PILONE E' ATTORE, REGISTA E AUTORE LEGATO ALLA ASSOCIAZIONE TEATRO MIMESIS DI TRANI).  E HO PARTECIPATO AD UN MUSICAL SU SAN FRANCESCO CON DON MICHELE INTITOLATO: “FORZA VENITE GENTE” IL 24 E IL 25 MAGGIO u.s. INOLTRE POICHE’ SUONO DA ANNI IL CLARINETTO, HO PARTECIPATO AD UN SAGGIO DI MUSICA IL 4 LUGLIO CON LA MIA ASSOCIAZIONE DI MUSICA IL PRELUDIO INTERPRETANDO IL BRANO SU SAN FRANCESCO “FRATELLO SOLE SORELLA LUNA”. IN QUESTE MERAVIGLIOSE ESIBIZIONI HO PROVATO INIZIALMENTE TANTA PAURA, ANSIA MA POI CREDENDO IN ME, NELLE MIE CAPACITA’, CONOSCENZE MI SONO LASCIATA ANDARE E HO TRASMESSO AL PUBBLICO TANTA ENERGIA E PARTECIPAZIONE HO COSI PROVATO UNA GIOIA IMMENSA PERCHE’ TUTTI MI APPLAUDIVANO E ADDIRITTURA CHIEDEVANO IL BIS. IO NON CI CREDEVO, NON PENSAVO DI POTER COSI SMUOVERE GLI ANIMI DELLA GENTE, SUSCITARE TANTE BELLE EMOZIONI MI SENTO VIVA E SPERO DI POTER AVERE SEMPRE AUTOSTIMA. E’ BELLO AVERE L’APPROVAZIONE DEGLI ALTRI E SOPRATTUTTO VEDERE LE PERSONE A ME PIU’ CARE, I GENITORI E AMICI APPLAUDIRE ALL’INFINITO CON GLI OCCHI COLMI DI LACRIME. UN ESTATE INDIMENTICABILE E SPERO SIA L’INIZIO DI UNA NUOVA VITA. RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE CREDONO IN ME: I MIEI GENITORI LE FIGURE MEDICHE, GLI AMICI E QUELLA PARTE DI ME CHE MI INCITA A NON MOLLARE MAI E A METTERSI IN GIOCO SEMPRE.

ALESSANDRA ALBANESE



Grazie alla Lettrice per la genuina e sincera lettera che ci ha inviato e che attesta come passione e competenze vanno a braccetto e richiedano tenacia e coraggio per superare le nostre piccole o grandi ansie a livello psicosociale. 
Conosciamo personalmente Marco Pilone, un agente culturale di grande rilievo, non solo a Trani, uno che sa come coinvolgere e attirare nei suoi lavori teatrali sia a livello di pubblico sia a livello di attori (professionisti o dilettanti che siano).
La Compagnia Teatrale della parrocchia San Magno  (Trani) organizza da tempo eventi aggreganti.  "Forza venite gente!" parla di Francesco d'Assisi, della sua vita, attraverso uno spettacolo che prevede parti recitate, cantate e ballate. Sono ben quarant'anni che il musical ha successo. La parrocchia dedicata al martire  Vescovo tranese, si avvale di  un gruppo teatrale entusiasta di bambini, giovani, giovanissimi e adulti. Riproporre la vita del Poverello d'Assisi è sempre attuale e vincente in una società che appare centrata sulla cupidigia e visibilità mediatica. Con la direzione e regia di Don Michele Caporusso tutto appare spontaneo e attuale.
Continua così Alessandra a percorrere la strada che senti tua e continua a circondarti di persone attive e positive. Ad Maiora 👏

lunedì 19 agosto 2024

#THE ACOLYTE FINALE DI SERIE #disney +: PRIME IMPRESSIONI

 







The Acolyte - La seguace (Star Wars: The Acolyte) è una serie televisiva USA ideata da Leslye Headland e prodotta da Lucasfilm. Distribuita sulla piattaforma streaming Disney+ (dal 5 giugno 2024), la serie, di cui si è conclusa la prima stagione, ha avuto successo e molta eco tra i fan dell'universo - illimitato quanto quello vero - di Guerre Stellari ed ha sollevato naturalmente anche tanti malumori in una epoca digitale in cui le opinioni personali contano forse troppo e non rimangono più confinate in un bar, tra amici o in famiglia ma si moltiplicano sui più svariati argomenti. In Rete è forte la tendenza tuttologica per cui ci si sente all'occorrenza critici cinematografici, geopolitici, medici, virologi, astrofisici, esperti di alimentazione ecc. 
Seguo quando posso serie televisive (non pluriennali) di vario tipo, amo da ragazzo e adulto la SF cui mi hanno introdotto grandi AA. - come Isaac Asimov e Arthur C. Clarke, entrambi scienziati prima che scrittori . Mi affascinò da subito il vasto sapere  di Lucas nell'ideare la prima pellicola  della saga: infatti si è ispirato al pensiero del noto antropologo statunitense Joseph Campbell. George Lucas è stato il primo regista di Hollywood a subire l'influenza di Campbell. Lucas stesso ammise nel 1977 che la sua storia era stata ispirata, in parte, all'  L'eroe dai mille volti e altre opere di Campbell. 
A me la serie The Acolyte - La seguace è piaciuta senza si e senza ma, anche perché non è finita che la prima stagione: essa è  legata ad un mondo che ho visto crescere con gli occhi affascinati della mia stessa adolescenza. Certo colpisce chi segue film e serie della mitologica saga, la crescente capacità tecnologica di realizzazione in campo di SF per cui la finzione digitalica appare una iper-realtà. Per gli appassionati (e non) è la sesta serie televisiva live action ambientata nell'universo di Guerre stellari. Per chiarire la cronologia degli eventi pseudostorici occorre dire che le vicende narrate si svolgono 100 anni prima di quelle narrate in Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma. Il noto manicheismo rappresentato nella Saga si complica ulteriormente. Dove finisce il Lato Oscuro? e il Lato Chiaro? Buona lettura con  le considerazioni di Giuseppe Paparella, giovane e brillante neo-collaboratore della ns. e-zine. (a.m.)


Il cast




THE ACOLYTE FINALE DI SERIE: PRIME IMPRESSIONI

La nuova serie tv disney + targata star wars è giunta al termine. Sviluppata da Leslye Headland, è ambientata durante la fine dell'era dell'Alta Repubblica, un periodo antecedente agli eventi dei film principali di Star Wars. La trama esplora temi di mistero e potere oscuro, seguendo la storia di un personaggio che inizia come apprendista ("accolito") e viene attratto verso il lato oscuro della Forza. L’ottavo ed ultimo episodio della serie The Acolyte, chiude in maniera emozionante alcune importanti linee narrative, che hanno fatto da fulcro per questa prima stagione, e ne apre invece altrettante in vista di una seconda, di cui si parla ma di cui non si sa ancora niente (se ci sarà non ne abbiamo certezza, anzi) . 

IL FINALE DI THE ACOLYTE (no spoiler):

Questa puntata si intitola, come la serie, proprio “The Acolyte”, e ruota infatti intorno alla figura del vero Accolito che finalmente compie i primi passi verso il suo destino. Come detto l’episodio chiude le linee narrative principali che ci hanno introdotti alla serie, e che si sono diramate dagli eventi di Brendok, e ne introduce ulteriori fornendoci dettagli preziosi sul passato di altri protagonisti.

Anche in questa occasione gli scontri e i combattimenti, oltre ad essere coreografati alla perfezione, ci hanno mostrato elementi che si sono sposati perfettamente con la trama della serie. Per non parlare dei due camei principali, che hanno contribuito ad allargare notevolmente la narrazione per un’ormai certa seconda stagione. In questo senso i primi otto episodi rappresentano quasi “un’introduzione” che passo dopo passo ha ampliato la portata degli albori di quella che sarà la lotta tra lato chiaro e lato oscuro nella saga principale, coinvolgendo sia i jedi e i loro oppositori (sia politici che sith). Ma ora arriviamo al momento degli spoiler, quindi non proseguite se non avete visto il finale.

RESA DEI CONTI SU BRENDOK (spoiler):

Dopo le rivelazioni sul passato, le prime sequenze dell’episodio finale di The Acolyte ci preparano alla resa dei conti su Brendok nel presente. Osha e Mae si ritrovano sul loro pianeta natale insieme al Maestro Sol e a Qimir, che anche in questa occasione ingaggeranno un epico scontro senza esclusione di colpi. In questi frangenti avviene il definitivo scambio tra le sorelle, che però ormai sappiamo rappresentare l’equilibrio costante di un singolo individuo tra lato chiaro e lato oscuro. Se all’inizio il lato oscuro era predominante in Mae e quasi assente in Osha, ora è il contrario. Le gemelle, infatti, vanno viste come un’unica entità in due corpi separati, e in questo abbiamo la metafora di un Force user che lotta costantemente tra luce e oscurità, tra Bene e Male, in eterna antinomia (come materia e antimateria).

Dal canto suo, anche il Maestro Sol dimostra definitivamente di non essere l’affidabile jedi che abbiamo conosciuto inizialmente. Egli, infatti, è convinto di aver agito nel giusto, anche in merito all’assassinio di Madre Aniseya, e non esita ad incolpare Mae per aver fatto degenerare tutto 16 anni prima. Sarà proprio questa convinzione del jedi, unita alla scoperta della verità su sua madre, che porterà Osha a compiere il definitivo passaggio al Lato Oscuro. Sarà lei, infatti, ad eliminare Sol con un Force choke alla “Darth Vader”, riuscendo a far sanguinare il cristallo kyber del suo ex Maestro. 



LA SCELTA DI VERNESTRA:

L’ uccisione di Sol porterà quindi le gemelle a ritrovarsi, ma la loro reunion sarà breve. Nel frattempo, infatti Vernestra le ha seguite su Brendok con una squadra di jedi, e tra i tanti risvolti interessanti sul personaggio scopriamo che Qimir fu proprio un suo ex padawan. Vernestra dimostra ancora una volta un’indifferenza quasi inimmaginabile nella giovane se stessa del passato: ella, infatti, sfrutta Sol utilizzandolo come capro espiatorio per insabbiare tutta la faccenda agli occhi del Senato Galattico. Sicuramente in cento anni passati da quando l’abbiamo conosciuta è cambiata enormemente, ma personalmente sono convinto che anche in questo caso le questioni non siano così acclarate come vogliono mostrarci e che sotto questo suo comportamento inaspettato ci siano ben altre ragioni che ancora non conosciamo.


I CAMEI E L’AMPLIAMENTO DELLA NARRAZIONE:

Nella scena finale della puntata, la Maestra Vernestra si ritrova proprio a parlare con Yoda, dimostrandoci che potrebbe esserci molto altro sotto. Si delineano dettagli per una seconda stagione che la vedrà più protagonista, ampliando il punto di vista dei jedi e del Senato sui sistemi galattici e politici che porteranno alla trilogia prequel. Sempre in contrapposizione tra i due lati della Forza, nella puntata finale avviene anche il clamoroso debutto in live action di Darth Plagueis, ufficialmente confermato come Muun anche nel canone audiovisivo.

Se da un lato quello di Yoda allarga la prospettiva narrativa sui jedi, il cameo di Plagueis “ridimensiona” la figura di Qimir e lo lascia per il momento un semplice Force user oscuro (ma non di certo meno interessante). È probabile, infatti, che il ragazzo sia una pedina nelle mani del Muun, che aspetta il momento adatto per capire chi dei due tra lui e Osha sia realmente degno di essere suo Apprendista Sith. Oppure che ci sia dell’altro, dopotutto mancano infatti ben 50 anni alla nascita di Palpatine, e tutto può ancora accadere.


CONSIDERAZIONI FINALI:


Finisce così l’ultima puntata della prima stagione di The Acolyte, questa serie ha sicuramente tanti pregi e alcuni lati "oscuri" da dipanare ma la considero in tutto e per tutto un ottimo prodotto di Star Wars. Infatti, questa serie gode di un primato: aver portato per la prima volta su schermo molti elementi rivenienti da opere cartacee, integrandoli perfettamente con la trama. Un esempio può essere il Voto di Barash, il Cortosis, il rituale del Sanguinamento, la Vergenza e molti altri elementi che rendono questa serie davvero originale. Come detto in precedenza però sono presenti alcuni difetti come, ad esempio, la scrittura talora frettolosa ( o tagli di montaggio?) su alcuni punti a causa dello scarso minutaggio degli episodi imposto dalla Disney.

Per il resto questa serie ci ha regalato spunti notevoli tra scenografia e scenotecnica tra tutti i prodotti live action di Star Wars.


(Giuseppe Paparella)


NOTE: 

accòlito (ant. acòlito) s. m. [dal lat. eccles. acoly̆thus, che è dal gr. ἀκόλουϑος «compagno di viaggio», comp. di ἀ- copulativo e κέλευϑος «sentiero»]. 



mercoledì 14 agosto 2024

#Cicladi VIAGGIARE PER ISOLE EGEE. #Mykonos #Delos #Arte Cicladica

 






Spiaggia di Ornos (a Sud di Mykonos)

Figura cicladica

LE CICLADI E IL MELTEMI


Le Cicladi - e in particolare Mykonos - non sono luoghi per certi incipit di romanzo del tipo "l'aria era immota e il silenzio della natura ci sovrastava". La natura e il mare sì che ci sono. Il silenzio è rotto e a tratti fischiante a causa del vento noto ad Ulisse che viene da nord-nord-ovest, una specie di maestrale non freddo, del mar Egeo. Spira forte e costante per giorni con raffiche improvvise e groppi che intimoriscono anche i velisti esperti. E' il meltemi
(dal turco: meltem; dal greco: μελτέμι o ετήσιας,) questo  particolare vento secco e non freddo che spira nel mar Egeo, particolarmente in estate. Ha origine grazie all'incontro tra l'alta pressione estiva del Mediterraneo occidentale e quella bassa tipica del Mediterraneo orientale.

Le isole di Andros, Tinos, Mykonos e Naxos sono più ventose a causa della loro posizione più esposta. Non è un caso che i club di kite e windsurf più famosi dell'Egeo si trovino proprio lì, e Tinos e Mykonos si contendono il soprannome di “isola dei venti”. A meno che voi non amiate il surfing di ogni tipo, conviene optare per le spiagge del sud che godono di ridossi piacevoli e consentono bagni da Caraibi: per esempio a Mykonos meglio Ornos. Il Meltemi rinfresca dalla calura nei vicoli stretti e tortuosi degli abitati e sulle spiagge di sabbia granulosa, altrimenti sarebbe alto il rischio di colpi di calore e di sole. Condizionatori d'aria accesi in discontinuità, bastano due finestre orientate diversamente aperte per consentire agio in una bottega o in casa. Quando partiamo da Mykonos cessa apparentemente il Meltemi e la temperatura sale subito: chissà il vento dove sarà andato a caricarsi di energia, viene da chiedersi. 

Santorini e Mykonos sono le isole più facili da raggiungere perché nei mesi estivi sono servite da voli anche diretti verso Atene, Mykonos e Santorini. Le isole Cicladi sono tante (oltre trenta più tanti scogli rocciosi) e alcune le abbiamo solo sfiorate in navigazione. Certo Santorini, ha un ruolo storico e vulcanologico importantissimo: fu al centro della grande e devastante eruzione che mise fine alla civiltà cretese e cicladica (& dintorni), che influenzò negativamente la civiltà egizia. Una catastrofe dovuta ad un supervulcano - con tsunami annesso di dimensioni immani -  avvenuta intorno al 1600 aC che cambiò il volto della storia di quelle popolazioni antiche. 

Santorini 



L'antica cultura delle Cicladi prosperò nelle isole del Mar Egeo dal 3300 al 1100 a.C. circa (età del Bronzo) con prove di insediamenti precedenti neolitici. Insieme alla civiltà minoica (Creta, dal 2600 al 1400 aC) e alla Grecia micenea (1600-1100 aC), il popolo delle Cicladi è annoverato tra le tre maggiori culture egee. L'arte cicladica comprende quindi uno dei tre rami principali dell'arte egea.

Gli idoli di pietra dai tratti essenziali del Bronzo cicladico sono unici ed hanno influenzato l'arte moderna di Brancusi, Modigliani, Giacometti, Hepworth, Moore e Ai Weiwei.

MYCONOS. 105 Km2, diecimila abitanti. Quando si sente dire che Mykonos non vale la pena ("troppo frequentata", "una specie di Ibiza" ecc.) si vede solo un aspetto turistico che privilegia intrattenimento (ce n'è tanto). D'altronde Amsterdam per alcuni è nota più per i cannabinoidi che per il museo di Van Gogh e Parigi val la pena per Pigalle. Punti di vista. L'isola offre divertimento, mare anche per bambini (a sud), ottima cucina e soluzioni alberghiere variegate, e tanta cultura con possibilità di escursioni in loco (per esempio al Faro di Armenistis e costa nord) o escursioni alle isole vicine, in primis a Delos, con nave che parte dal suggestivo vecchio porto, protetto da tante chiesette ortodosse.

Il famoso tramonto di Mykonos



Spiaggia di Ornos

Vicoli di Mykonos town


Non è casa di Aki

Delos (di fronte all'ingresso del porto, isola di Rineia

Porto di Mykonos al rientro da Delos

Faro di Armenistis (NO dell'isola di Mykonos)

Movida 



Faro di Armenistis 



I mulini a vento di Mykonos





DELOS. Solo 3,5 Km2 con poco più di dieci abitanti (è vietato soggiornare agli umani, non ai gatti). L'isola di Delos e il suo sito archeologico patrimonio Unesco  si trovano a 45 minuti di traghetto da Mykonos. Il mare è quasi sempre mosso e increspato (difendersi da eventuale mal di mare). E' stretta tra Rineia e Mykonos, ha un porticciolo che richiede perizia per ormeggiare travesto e correnti.

L’isola sacra di Delos (o Delo) è un lembo di terra roccioso. Delos, pur piccola e apparentemente insignificante,  è una delle isole più importanti delle Cicladi,  è stata sempre considerata dagli antichi il fulcro dell’arcipelago. Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1990, l’isola di Delos secondo la mitologia è stata il luogo di nascita di Apollo e Artemide e oggi è un vasto sito archeologico ricco di importanti monumenti che attirano migliaia di visitatori ogni anno. Delos fu un importante centro religioso e commerciale, grazie alla sua posizione strategica, centro delle rotte marittime. Meta di pellegrinaggi incessanti come Delfi sulla terraferma, alle pendici del Monte Parnaso a Nord Ovest di Atene. Dopo essersi difesa nelle guerre persiane, cadde nel 454 aC sotto gli ateniesi. Con l’avvento di Alessandro Magno ottenne nuovamente l’indipendenza e il suo potere economico. Fu il perno dei commerci del mediterraneo orientale e centro cosmopolita. Anche i romani riconobbero all’isola lo statuto di porto franco.  Interessante e sopra ogni aspettativa è il Museo Archeologico con al riparo i veri leoni della Terrazza dei Leoni, quasi un simbolo dell'isola.






Il sito archeologico copre quasi l’intera isola: dal porto una maestosa via sacra porta al Santuario di Apollo, dove ci sono templi e altari. A nord c’è il lago sacro, con la famosa Terrazza dei Leoni, e l’Agora detta degli italiani. Alcune delle case mostrano ancora dei magnifici pavimenti a mosaico. I monumenti coprono un arco di tempo che va dal periodo arcaico, attraversa l’età classica, fino al periodo ellenistico e sono suddivise in 4 aree principali: il quartiere marittimo, il teatro, il Santuario di Apollo al centro del sito a nord del porto e il distretto del Leone. 


Primi reperti

Statua di Apollo (seconda metà del II secolo aC)

I leoni veri nel Museo di Delos

Testa di leone ben conservata

Vaso con rappresentazione della guerra di Troia



La Terrazza dei Leoni (le vere statue sono nel Museo locale)


Museo di Delos

Lago Sacro

lago Sacro di Delos con alghe rosse

Isola di Delos alle spalle

Moletto del porticciolo di Delos, battuto dal vento



L'isola posta tra Rineia e Mykonos, è l'isola "sacra" di Delos, patrimonio culturale Unesco.


Santorini dallo spazio: impressionante il cerchio della caldera sommerso


NOTE E SITOBIBLIOGRAFIA


- Usiamo il termine italiano LUOGO perché non ci piace il termine impreciso e modaiolo di  LOCATION. Puntuale il portale della autorevole TRECCANI in Rete: " Luogo, ambiente, sito in cui si prevede che debba essere girata una scena di un film o di uno spettacolo televisivo; viene identificato mediante appositi sopralluoghi preventivi." https://www.treccani.it/

- McCoy F,W, Modelling the Climatic Effects of the LBA Eruption of Thera: New Calculations of Tephra Volumes May Suggest a Significantly Larger Eruption than Previously Reported  in https://www.agu.org/meetings/cc02babstracts/McCoy.pdf  


- La “capsula del tempo” di uno tsunami di 3.600 anni fa getta luce su uno dei più grandi disastri dell’umanità : //www.nationalgeographic.it/la-capsula-del-tempo-di-uno-tsunami-di-3600-anni-fa-getta-luce-su-uno-dei-piu-grandi-disastri-dell-umanita

- https://www.grecia.info/isole-cicladi/

- Isole  Greche,  in In Viaggio, editoriale Mondadori, n.284, maggio 2021.

- Arte cicladica e Museo di Arte Cicladica ad Atene: : https://cycladic.gr/en/ektheseis/kykladiki-techni/


( a cura di Achille Miglionico e Tina Ardito)


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