mercoledì 29 settembre 2021

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HAI MAI MANGIATO UNA POESIA?
LA CAMERIERA DI POESIA È A SERVIZIO IN CITTÀ


A Corato, dal 17 settembre al 17 ottobre, in Piazza di Vagno è possibile prenotare gratuitamente il proprio posto per assistere alla performance “La cameriera di poesia” di Claudia Fabris, organizzata nel contesto del festival “Verso Sud”. Ho provato in prima persona la performance e di seguito le mie impressioni su questa esperienza.

CORATO, 23 SETTEMBRE- Avevo prenotato il mio posto per il turno delle 18. Arrivato in piazza, dopo qualche minuto di attesa, compare, dal buio delle scale fino ad affacciarsi in piazza, Claudia Fabris, che ci accoglie, ci saluta e ci porge subito i menù. La performance funziona così: dapprima, si prendono le ordinazioni “poetiche”. Sul pieghevole che ci è stato offerto si possono trovare antipasti, primi piatti, piatti unici, dolci e “parole sotto sale”, il vocabolario che l’artista sta scrivendo dal 2013. La “cameriera” ci spiega che gli antipasti sono poesie molto brevi, i primi piatti sono poesie di media lunghezza, mentre i piatti unici sono poesie più lunghe e se ne ordina una per tutti i partecipanti. I dolci, invece, sono poesie accompagnate da musica, cantate o con doppia voce. Ogni sezione del menù si divide in piatti “della casa”, cioè scritti originali di Claudia Fabris, “classici” e “contemporanei”. «È un pasto comunitario» avverte, quindi ciò che ciascuno ordina sarà “mangiato” anche dall’altro.

Una volta prese le ordinazioni si scende in questo locale sotterraneo tutto di pietra. Decorato e accogliente, pieno di lucine che offrono punti di luce ambrata e calda, libri, piccole candele, lettini e sedie a sdraio. Al centro vi è una grande libreria che fa il paio con quelle poste alle pareti laterali, mentre a un lato c’è un piccolo banco, con mixer e microfono, che è la postazione della “cameriera”.


Ci porge delle cuffie: ecco spiegato come avverrà la performance. Claudia Fabris ci leggerà le poesie da noi ordinate, mentre noi staremo tutto il tempo accomodati sul letto o sulla sdraio, liberi di goderci il momento come preferiamo.

L’atmosfera è molto rilassata, è evidente la cura, materiale e immateriale, dell’artista nel metterci a nostro agio, così mi siedo sul letto. Accendo la cuffia e la performance comincia. La voce calda e ammaliante di Claudia ci introduce al servizio con “pane” e “coperto”. La voce si accompagna a dei suoni naturali e registrazioni di voci di altri poeti.

Poco dopo prendo coraggio e sprofondo nel letto, ho gli occhi chiusi ma forzatamente, il corpo è rigido, mentre nelle mie orecchie le parole incalzano.


Poi, pian piano qualcosa succede: il corpo è morbido, gli occhi- che prima serravo e poi riaprivo- si chiudono spontaneamente, con grazia e dolcezza.

Le immagini della poesia iniziano a crearsi dentro di me, le vedo. Senza che io lo voglia, visualizzo le immagini suggerite dai vari componimenti. Tutto accade in modo immediato e senza il coinvolgimento della mia coscienza. Lo sciabordio dell'acqua che sento in cuffia crea l’acqua: vedo l'acqua, sono nell'acqua, e la sento. Sento la freschezza delle onde marine sul corpo e poi vedo il blu delle profondità nelle quali sono immerso.

Poi vedo un pesce. Poi una frattura nella terra e poi una donna. Le parole che ascolto, man mano che le poesie si avvicendano, generano immagini. Se si parla di acqua vedo acqua e così via. 


Sento di sprofondare in uno stato di coscienza alterato, come se stessi scavando più in profondità, perché ora inizio a vedere soltanto colori e forme che si muovono e si intersecano tra di loro e quando si uniscono mutano ancora forma e colore

È ormai solo pura forma e puro colore e questi cambiano di continuo. Solo verde, giallo, rosso, blu in cerchi, quadrati e cascate di forme geometriche. Sono come le immagini che vedi quando stai per addormentarti: le illusioni ipnagogiche.


Mi ero quindi addormentato? Non lo so. Non so davvero dire cosa sia successo, l'unica cosa sicura è che ero in uno stato di coscienza alterato, diverso, non nella veglia. Se torno indietro con la memoria non ho neanche coscienza precisa di cosa sia successo e cosa io abbia fatto in quei momenti (quanto lunghi, non so). Ho fatto esperienza di cose che non sapevo, ho visto cose che non immaginavo. Ero io e non ero io allo stesso tempo. Claudia ha toccato forse parti più profonde e sepolte della mia psiche


A proposito di Claudia Fabris. Mi chiedo quale sia il suo ruolo nella performance, a che archetipo ricondurla. 

Questo pensiero mi si presenta di tanto in tanto mentre, steso, ascolto la sua voce meravigliosa. Sì è presentata come una cameriera di poesia, poi ho iniziato a vederla come una psicoterapeuta che innesca e partecipa a un processo col suo gruppo di terapia, sempre mantenendo però il suo ruolo. Pian piano, però, inizio a vederla come una maga: le sue parole sembrano incantarmi. Lei sta creando dei mondi con la parola, il suo abracadabra poetico forgia e nel frattempo ammalia, ci fa sprofondare in un sopore magico, profondo e innaturale. Qualcosa di ricco e strano, mi vien da dire. 


Mi ridesto un poco, Claudia parla di Pino Sciola1, artista sardo che faceva “cantare” le pietre. Il suo proposito artistico era di dimostrare che la pietra era cosa viva, perché capace di cantare. 

Quindi, applicava dei tagli alle pietre che, una volta sfiorate, emettevano dei suoni simili a un canto. Ascoltiamo questo canto. Sento il bisogno di allungare la mano e toccare la parete di pietra che è accanto a me. La sento bagnata, morbida. Come se fosse viva e mi stesse sorridendo divertita. Claudia ci anticipa che il prossimo suono ha provato anche lei a produrlo da quella stessa pietra e non poteva collegare il suono che sentiva a quello che vedeva, non riusciva proprio a crederci. Sembra una sinfonia, un qualcosa di corale. E qui accade che il mio sguardo è come se acquisisse una seconda vista. Stavo guardando già da molti minuti la volta di pietra sopra di me, ma sembra che solo ora la stia guardando per davvero. Così con lo sguardo e la testa comincio a muovermi continuamente da destra a sinistra e poi ancora e di nuovo, a coprire interamente l’arco. È come se vedessi la pietra illuminarsi e viva risuonare e cantare come in una sinfonia.


Ho riacquisito un po' di lucidità, cerco di seguire il testo, di visualizzarlo ma ben presto sprofondo di nuovo in questo strano stato della coscienza.

La mia intelligenza fatica, si aggrappa ma non ci sta dietro. Prima di abbandonarmi realizzo che la poesia è primariamente voce, mentre noi ci fermiamo solo al testo, nelle analisi linguistiche e nelle strutture metriche. La natura sacra della poesia, il rapimento estatico che comporta, non sono solo cose scritte sui libri o anticaglie del passato. Sento come di aver sbagliato tutto nell’interpretare la poesia, ma non ho tempo per giudicarmi: sono già nuovamente ammaliato.

È arrivato il momento dei dolci, recitati ritmati, cantati o con doppia voce, accompagnati dalla musica. Claudia Fabris sta eseguendo Nature Boy di David Bowie, la mia scelta. Canta un verso in inglese e poi si ascolta la sua traduzione in italiano e così via ancora. L'effetto è quello di una magia ritardata o di una magia cosciente. La parte inglese incanta, quella in italiano si offre alla coscienza.

Poi, «come in ogni ristorante che si rispetti», caffè amaro, macchiato, brandy, vodka, sake, liquore africano e mille erbe. La nazionalità di ogni autore e l’effetto della sua poesia generano questa ripartizione alcolica. Un colpo poetico dietro l'altro, poesie brevissime che mirano al centro e fanno colpo. Sono emozionato. Risorge in me l'idea che l'uomo è una cosa piccola, che deve prendersi cura di sé e dell'altro e che deve vedere il bello anche nelle difficoltà.

Siamo giunti al termine, forse l'ho capito con un po' di ritardo. Non si sente più nulla nella mia cuffia. Claudia è andata via. Penso che sia un qualcosa di maieutico o una ritirata della maga, quand’ecco che ritorna con una grande borsa stretta a due mani e la porge davanti a ciascuno di noi, invitandoci a pescare qualcosa da dentro. Sono le sue “parole sotto sale”, titolo anche del suo libro, un “piccolo dizionario poetico” in cui ciascun componimento offre l’etimologia poetica di una parola2.

Pesco la mia, è “Formazione”. Per una serie di motivi personali (e quasi tutti relativi alla sola giornata di oggi) sembra la parola giusta per me. Sembra, ancora una volta, un’incursione magica e profonda nei miei pensieri più celati. 

Mi guardo intorno e sollevo il busto. Sono, siamo tutti intontiti. Ma paghi, soddisfatti. Io mi sento sazio, nutrito, ristorato. Dentro di me ribolle la voglia di dire “grazie”.

E qui ho un'illuminazione. Mi sento esattamente come dopo una bella mangiata. Ed ecco che trova soluzione e compimento un rovello, uno dei tanti fili che ha attraversato la mia mente in quella che mi è sembrata una vita a parte più che un'esperienza. Lei non è stata né la maga, né la cuoca, né la psicoterapeuta.

È stata esattamente quello che ci ha detto essere sin dal principio: una cameriera di poesia che ci ha servito e ristorato, attenta ai nostri bisogni e premurosa di farci tornare a casa più che sazi e accuditi. Abbiamo timidamente ripreso a parlare, a mezza voce le dico "grazie", ma non credo mi abbia sentito.

Non fa niente, basta così. Il conto, grazie.

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 Claudia Fabris (Padova, 1973) è poetessa, performer e fotografa. Autrice di Parole sotto sale. Piccolo dizionario poetico (ed. AnimaMundi). Tra le sue performance più note, oltre a La Cameriera di poesia, la performance itinerante Nostra Signora dei palloncini, nella quale- senza preavviso- cammina per le strade di una città, con le ciocche dei suoi capelli portate in alto da palloncini gonfiati con elio e una sacca da cui pescare le sue “parole sotto sale”, e Riciclaggio poetico del denaro, nella quale, seduta a un banco, timbra le banconote offerte dagli avventori con timbri che riproducono le sue poesie, garantendo alla poesia di circolare attraverso uno dei mezzi più facilmente scambiato.

Per prenotarsi

Su richiesta è possibile concordare appuntamenti personalizzati. L’accesso è gratuito, per accedere è necessario esibire il green pass. Info e prenotazioni: 340.9582910 - infoeprenotazioni.versosud@gmail.com , www.picktime.com/camerieradipoesia

Claudio Leone

https://www.fondazionesciola.it/

2 https://www.animamundiedizioni.com/prodotto/parole-sotto-sale-piccolo-vocabolario-poetico/

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