sabato 4 febbraio 2017

GLI EPIMETEI E IL VASO DI PANDORA MEDIATICO







Non c'è cosa che accada oggi che non sia successa anche ieri. Per questo il mondo reale della Storia ed il mondo immaginifico del Mito raccontano ancora così bene l'Uomo.

PROMETEO il PREVIDENTE e EPIMETEO l'IMPULSIVO OGGI. PANDORA SEGUE...

Prometeo incatenato, scultura in marmo di Nicolas-S. Adams, Louvre, Parigi



Durante il 28° Congresso di nazionale della Società Italiana di Criminologia (tenutosi a Bari nel 2014) mi colpì la relazione su “Imputabilità ai tempi di Epimeteo” del prof. Marco Marchetti (Med. Leg. Univ. Molise) che spaziando dalla mitologia perviene ai Sistemi 1 (pensiero intuitivo, veloce) e Sistema 2 (pensiero razionale, lento) di Kahneman, lo psicologo israeliano che vinse il Nobel dellEconomia nel 2002, con un economista«per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d'incertezza»   . 
Ricordiamo che gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni da Daniel Kahneman (Tel Aviv, 1934) hanno mostrato quanto illusoria sia la razionalità e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e propone come la mente sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. 
Non sfuggirà agli analisti transazionali che studiano la comunicazione e la mente relazionale come il sistema 1 sia vicino al concetto berniano di A1 (Piccolo Professore) ed il sistema 2 sia sovrapponibile al funzionamento di A2 (Stato dell'Io Adulto). Ma questa organizzazione della mente umana, come ben sappiamo,  può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla. Insomma l'intuizione può essere fallace ma generalmente ci permette molte attività veloci di esplorazione, studio, ricerca e ci consente di pilotare mezzi rispondendo in fretta alle mutate esigenze ambientali: un genere di azioni che solo successivamente analizziamo e digitalizziamo con l'Adulto razionale.
Marchetti poi citava  il pensiero evoluzionistico di Telmo Pievani, epistemologo di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche (ma presso lo stesso Dipartimento è anche titolare dell’insegnamento di Antropologia). Insomma noi “siamo sia buoni sia cattivi”, diceva al congresso Marchetti: noi siamo metaforicamente come i personaggi e lavoranti di un circo ove convivono – entro certi limiti – nani e domatori, giocolieri e animali ecc. ; siamo tutti accomunati dal Circo. Insomma siamo aggressivi e solidali (due aspetti contraddittori moralmente ma non filogeneticamente) ma si apprende socialmente a non essere aggressivi. Ed Epimeteo meno conosciuto del fratello Prometeo attesta la duplicità umana tra pensiero veloce e pensiero lento: nonostante  i due Titani siano fratelli (e cugini di Zeus), essi sono molto diversi. Prometeo (il cui nome significa "colui che riflette prima") è molto strategico e astuto (sottrae il fuoco agli dei per donarlo all'Uomo: il fuoco della Ragione?) mentre Epimeteo (il cui nome significa "colui che riflette in ritardo") può manifestarsi un "tardone" in quanto impulsivo. Noi necessitiamo secondo la visione di Marchetti di entrambi, con tutti i pro ed i contro allorché attiviamo un sistema per l’altro nel momento sbagliato. Per non scoperchiare incautamente  il Vaso di Pandora, foriero di tante negatività. Per riflettere quando c'è da riflettere. Per agire e programmare.


Noi vediamo che tanti Epimetei oggi abbondano in presenze e commenti nei social network. 

E quella stupenda invenzione tecnologica della Rete rischia di dare voce agli "imbecilli" di cui parlava Umberto Eco, gli Epimetei, impulsivi e aggressivi, rabbiosi e non meditativi:  forse perché la scuola non riesce più ad insegnare a pensare e la mancanza di lettura desertifica la mente in crescita. 



RIFLETTERE PRIMA DI AGIRE. 


Tutta la nostra riflessione è sorta dopo la questione sollevata da una foto incauta di genitori che attuano pseudoprotezioni nei confronti dei figli. Eppoi li espongono. Forse non attivano il Sistema 2.

In Italia, è noto, non si può più fotografare un bambino "vestitissimo" senza incorrere nella rabbia di un genitore o nei rigori della Legge ("tutto il mondo è pedofilo", sembra essere l'assunto di base) e così uno degli spettacoli più belli della Natura ( i bambini) è negato alla fotografia di strada e di viaggio ed è ammessa praticamente solo su commissioni (un "book fotografico" come si dice) e dopo permessi (da retribuire magari). Di questo rischio dell'arte fotografica mettono in guardia tutte le Riviste del settore. Certamente un tempo si era più "scanzonati" e per certi versi "sempliciotti" nel fare e consentire le cose: oggi però per muoversi in qualunque ambito del mondo reale è meglio avere un amico avvocato raggiungibile. Invece su Internet - nuovo paradosso della comunicazione mediatica - sembra che tutto sia lecito, quasi un dovere "dire la propria" o "fare", dall'insulto più atroce alla sdolcinatezza più stucchevole (per lo più estremi anche questi).Ogni comportamento è un atto di comunicazione e viceversa, ci dicono le teorie della Comunicazione (scuola di Palo Alto, analisi transazionale, etologia umana). Se invece di riflettere DOPO aver attuato i comportamenti, ricominciassimo a riflettere PRIMA di attuare un comportamento probabilmente avremmo meno "agiti" destinati a sollevare opinioni radicalestremistiche cui la Rete ci sta abituando. Le poche persone che fanno valutazioni caute e rispettose dell'Altro non prendono medaglie con su scritto magari "in medio stat virtus" ma rischiano di essere tacciate come moraliste, moderate, sorpassate ecc. Personalmente mi ritengo non radicalizzato in nessun ideologismo ed infatti, come tanti altri, non ricevo che poche attenzioni mediatiche. Mi piace occupare il mio spazio esistenziale e relazionale anche nel Web e cerco di riflettere prima di agire: ho la presunzione di fare meno male a me e agli Altri. "C'è posto per tutti al Mondo" ce l'ho scritto sulla medaglia che mi sono dato anni fa in una cerimonia assai intima (c'ero solo io); sul retro della medaglia, assai meno visibile in quanto sono io che devo ricordarlo a me stesso ed alle mie tendenze salvatoriali, c'è scritto "...non necessariamente vicino a me". Chiarito questo in monologo interiore reso ora pubblico, rimango perplesso come cittadino del mondo (non come professionista) dalle tendenze esibizionistiche e narcisistiche che i social network hanno slatentizzato nella nostra società ove tutto è "liquido", anche i nostri confini dell'Io. I genitori hanno il piacere e l'obbligo bioetico di accudire e proteggere i figli. Lei, signora fotografa, è sicura di aver protetto suo figlio? ha forse ricevuto il consenso valido del piccolo ad essere ripreso e pubblicato in un set certamente non esaltante (suo marito invece è senziente e consenziente, spero)? Molti autori del passato, noti ed ignoti, ci hanno tramandato foto di bambini che narrano qualcosa. Lei di che cosa parla? La sua idea di dolcezza se la poteva tenere chiusa nelle mura di casa, rispettando e riflettendo di più. Ma, lo so, lo scatto narcisistico è compulsione oggi ed ha contagiato anche me che non riesco a stare sempre zitto e nell'ombra della seconda fila. E voglio dire la mia in prima fila (achille miglionico)



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