Non riesco ancora a riflettere né come uomo né come psichiatra.
Orrore e improvvisa solitudine assalgono chi esprime gesti di disperazione e chi vi assiste impotente.
Chiedere aiuto è così difficile per molti adolescenti e adulti? evidentemente sì, e soprattutto nel coacervo (o bozzolo?) di emozioni non riconosciute e non traducibili né in parole di aiuto né in emoticon digitali.
Vedo sempre più come sia facile - in tanta odierna e apparente ricchezza di comunicazione - quanto sia facile smarrire il senso e la misura della relazione. Nel piacere e nel dispiacere. Nella gioia e nella disperazione. La Speranza ("esperar" in spagnolo è anche "attendere") naufraga nella non-condivisione delle emozioni e il dolore è trasmesso digitalmente in immagini ultime ed estreme. Ma non è un messaggio in bottiglia che il naufrago vero lancia al mare. E' buttare la vita con la bottiglia. Nel pattume indifferenziato del Nulla.
Accidenti, non sono riuscito a tacere. Un appello ai ragazzi: parliamo, parliamone. Nessuno è solo se non decide di esserlo. (a.m.)
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