Roma 29 e 30 novembre 2014




Prima di tutto voglio ringraziare, nella persona della dott.ssa Gigliola Crocetti, tutti coloro che hanno lavorato all'organizzazione dello stesso.
Non entrerò nel merito di tutti gli interventi, anche se tutti hanno avuto un certo interesse. Un piccolo suggerimento: non sarebbe meglio avere meno interventi e lasciare più spazio, quindi, a chi relaziona?

Alcuni interventi sono stati realmente molto interessanti e hanno dato non pochi spunti ai presenti sulle potenzialità del ruolo del counselor in molte aree di interesse.

Argomento bello e sicuramente da approfondire quello presentato l dalla collega, dott.ssa Chiara Povero, intitolato "Il counseling entra a scuola: esperienze di ascolto in un contesto di apprendimento e Insegnamento". In merito sento di dire qualcosa che ho fatto notare anche durante il mio intervento. Abbiamo parlato di sportelli di ascolto, di orientamento scolastico e non solo. Purtroppo, però, non possiamo far finta che questi temi non siano di pertinenza anche di altre professioni, per questo nel mio spazio ho sottolineato quanto sia importante darci delle regole rigide e dure a livello nazionale.

Apprezzato molto anche l'intervento del collega Alessandro Vergendo che ci ha fatto sognare. Il suo ruolo di "guida" per molti atleti, in sport di altissimo livello, ha aperto un campo di possibilità per chi ha l'età ma principalmente le capacità di potersi inserire in questo campo.
Non me ne vogliano le persone e colleghi che non citerò ma ciò non vuol dire che non abbiamo imparato da ognuno di loro qualcosa di interessante e che non abbiamo arricchito il nostro bagaglio professionale.
Nella prima giornata non posso però non nominare la dott.ssa Maria Adele Azzi che ha relazionato su "La supervisione professionale di gruppo sul territorio". Interventi come questi sono fondamentali. Tutti noi, nessuno escluso, abbiamo bisogno di supervisione, di un confronto con i colleghi e pensare di essere infallibili e onnipotenti è un errore non poco frequente in coloro che lavorano nelle cosiddette professioni d'aiuto.
Nella seconda giornata, molto interessante l'intervento del collega ed amico dott. Rino Finamore sul bellissimo lavoro "Addiction Counseling: dalle comunità terapeutiche alle istituzioni scolastiche" che stanno svolgendo in Basilicata, con ottimi risultati.
Dopo di lui ho avuto l'onore di fare il mio intervento ma chiaramente non ne parlerò, , e chi vorrà potrà ascoltare il video di seguito pubblicato. Indubbiamente, però, non posso non prendermi la fantastica carezza avuta dai presenti e non condividerla con chi legge e non era lì. Il mio intervento ha avuto un bel riscontro e al termine sono stato contattato da molti dei presenti che mi hanno espresso un feedback molto positivo.
Dopo di me la lezione magistrale del prof. Franco Nanetti , mi ha realmente affascinato molto poichè bella e interessante, ma di lui ne parlerà la mia collega, la dott.ssa Barbara Palladino .
La Lectio Magistralis del Professor Franco Nanetti, il cui titolo Counseling: "nuove scienze" ed esperienza dialogica non lascia dubbi circa l'apertura pragmatica e propositiva ai moderni metodi professionali di approccio comunicativo al mondo delle emozioni, si è rivelata un affascinante quanto immaginifico momento di riflessione filosofica, psicologica e pedagogica sul senso della autenticità e della relazione di tipo alchemico-empatico su cui basare il contatto con l 'altro e il suo mondo interiore.
Nel ricordare l'antico racconto Chassidico "Il principe tacchino", scritto dal filosofo religioso Rabbi Nahman di Breslav, Nanetti ha guidato il pubblico curioso e divertito nella grottesca metafora della "non oggettività della verità" che, accompagnata da una "inesauribile domanda di senso" e dal dubbio del "cosa attende di essere imparato?" conduce colui che vive il conflitto alla comunicazione con il proprio complesso mondo emozionale.
Attraverso, quindi, la crisi identitaria, vista come momento di confronto con se stessi e i propri limiti; con l'ausilio della figura del saggio (counselor), cioè di colui che accompagna l'altro nel ritrovamento della "congruenza tra l 'interno e l'esterno" (fungendo da ponte per la riattivazione dell' autenticità, con un approccio dialogico e con un confronto empatico), nonché con uno sguardo al corpo e ai suoi segnali e alle numerose neuroscienze; il principe (cliente) riacquista uno stato di equilibrio emotivo che gli consente di affrontare gli eventi con un atteggiamento ok, anche nel caso in cui una "vera soluzione non c'è"...
Per dirla, insomma, con parole dello stesso Nahman di Breslav: "ricorda che anche se la soluzione fosse estremamente negativa, tutto potrebbe trasformarsi in una situazione rosea...".
Ciò che permane, nonostante siano trascorsi alcuni giorni dall' incontro è la sensazione di umanità colta, affabile e ironica che il Professor Nanetti ha lasciato in chi lo ha ascoltato. Del resto, seppur in una Lectio Magistralis, egli ha saputo energizzare con grande leggerezza e semplicità, lo stato empatico in tutti i presenti. Lampante riscontro si è palesato nella quantità sorprendente di volti sorridenti e di mani tese a ringraziarlo per le emozioni suscitate.
Le conclusioni non possono che essere positive, ma dobbiamo lavorare per favorire una partecipazione più elevata dei giovani in – formazione (forse anche un'iscrizione più bassa per loro andrebbe considerata dalla dirigenza). Personalmente credo che un incontro tra la direzione della S.i.Co., i vari delegati regionali e qualche rappresentante delle scuole di formazione, potrebbe portare una sinergia non indifferente per affrontare il presente e il futuro-prossimo della nostra associazione nazionale.
dott. Paolo Miglionico
dott.ssa Barbara Palladino
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