domenica 10 agosto 2014

La NEW ORLEANS RED DRESS RUN: fiumi di colore rosso, di musica e (s)ballo


New Orleans (Louisiana, USA), 10 Agosto 2014. La città di cui Renzo Arbore è cittadino onorario e che ha visto nascere mostri della musica come Louis Armstrong, nel caldo afoso di ieri si è immensamente colorata di rosso per la tradizionale ed ormai datata (dal 1988)  edizione della corsa che vede migliaia di adesioni. Vista dall'alto la città sembrava una rete di vasi sanguigni con globuli rossi danzanti. Tutti i concorrenti sono infatti rigorosamente vestiti di rosso e spesso gli uomini in modalità trans: assai evidente l'impronta trasgressiva e irridente che caratterizza la sfilata nelle strade del suggestivo French Quarter, il quartiere francese della Crescent City. 


La corsa, che qualcuno del luogo, ha detto essere originaria della California e legata alle ciliegie (non abbiamo visto confermata la notizia), parte da Armstrong Park e si allunga per tre-quattro miglia. Si comprende subito che in realtà lo sport c'entra poco e la festa è dedicata a bere alcolici: bisogna avere più di 21 anni per iscriversi. Ci si aggrega per lo start, ci si registra pagando una quota che andrà devoluta anche in beneficenza,  e si beve da subito. La festa, sponsorizzata dalla NOH3 (the New Orleans Hash House Harriers') si autodefinisce sinceramente come "a New Orleans Drinking Club with a Running Problem" . Di giorno le strade del French Quarter (ma qui nessuno più parla francese e pochi lo spagnolo) si sono accese di colore e musica. Un anziano che avevamo visto salire con noi sulla navetta proveniente dall'aeroporto e che per scherzo avevamo pensato che fosse un bluesman lo era davvero e ce lo siamo ritrovati a suonare alla grande in un locale: ci ha salutati dal palco mentre suonava avendoci riconosciuti (in USA troppe persone hanno un dire e fare arrogante e poco cordiale, qui al Sud meno). Di giorno la festa è andata avanti coinvolgente e simpatica: poi gli ettolitri di alcole ingurgitato hanno finito per rovinare il clima empatico favorendo malori, deambulazioni incerte, schiamazzi, provocazioni...Di sera sulla Canal Street abbiamo fatto ampi tratti in apnea e comunque attenti a fare slalom tra le vomitate abbondanti: peccato. Un poco di alcole rende socievoli, troppo fa tornare tristemente soli, come tanti figuri incontrati per strada spesso indifesi, talora minacciosi. Al mattino, malgrado la pioggia tropicale, il puzzo era ancora devastante (la pulizia ci è sembrata un optional) e circolavano auto della polizia e autoambulanze in quantità. Abbiamo incontrato anche una crime scene delimitata con triste nastro giallo e nero, ad un angolo della Canal, ai margini del French Quarter. Eppure una festa dovrebbe rimanere tale anche al termine. (a.m.)    





foto a.m.



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