martedì 21 settembre 2010

ATTUALITA' - La pericolosa moda del balconing

di Michele Miglionico

Quando andavamo a scuola, che fosse l'anno scorso o dieci anni fa, per molti di noi il momento più atteso era la gita scolastica, che si camuffa con il nome di “visita d'istruzione”. Una tipica occasione per stare lontani da casa e trasgredire secondo il noto terzetto di Bacco (gli alcolici), tabacco e Venere (sesso!). Vi è capitato di fare pazzie in albergo, per esempio passare da un balcone all'altro per andare in camera di amici o delle ragazze, senza farsi fermare dai professori di guardia nei corridoi? A noi non è capitato di sperimentarlo in prima persona, ma di vederlo sì, purtroppo, con una certa paura per gli amici che mostravano un tale coraggio. Allora non c'era un termine preciso per l'uso non previsto dei balconi.
Oggi si parla di “balconing”. Episodi di ragazzi precipitati e morti, o gravemente feriti, se ne sono registrati nel corso degli anni. Se ora la stampa e le autorità hanno adottato un termine informale, è perché il fenomeno sta assumendo nuove proporzioni.
Infatti pare che in Spagna si sia fatto un passo in avanti: a qualcuno è venuta la “geniale” idea di tuffarsi in piscina dalla propria stanza, da qualsiasi piano. Possibilmente facendosi filmare da un amico, per poi caricare il video su YouTube e spopolare in Rete. Così, la bravata di un ragazzo diventa una moda. Tra i poliziotti di Maiorca, una delle capitani del tuffo dal balcòn, circola il detto che “si sa che l'estate è iniziata appena il primo turista è caduto da un balcone”.
I giornali italiani hanno iniziato a parlarne davvero da quando ci è scappato il morto.
Il 13 settembre, Davide Di Rienzo è morto a 26 anni, mentre era in vacanza a Ibiza – l'altra capitale della trasgressione. Si è tuffato dal settimo piano, perdendo la vita all'impatto. Siccome secondo alcuni testimoni c'era stata una discussione tra il giovane e la sua fidanzata, diventa anche difficile, in certe situazioni, distinguere il divertimento da un tentato suicidio: la piscina era a circa 10 metri dal tetto del bar su cui si è schiantato. Per questo le forze dell'ordine spagnole hanno accomunato questo episodio ai precedenti. Sarebbe la sesta vittima, se non contiamo almeno altri undici feriti nel 2010; secondo altre fonti, i morti sarebbero già a quota nove, ma i numeri contano fino a un certo punto. Anche una sola perdita è una tragedia sufficiente a dare l'allarme.
Gli albergatori non sanno più che misure prendere per frenare gli incidenti. Quanto possono pesare le ammende o l'espulsione dei clienti più incontenibili, a giochi ormai fatti? La tendenza è quella di assegnare ai giovani i primi piani, o di sbarrare i balconi, o di alzare le ringhiere.

Non è trapelato niente di ufficiale riguardo le autopsie, ma non è difficile pensare che i protagonisti di questi episodi siano ubriachi o sotto l'effetto di droghe, per esempio allucinogeni che, tipicamente, danno una sensazione di potere tale da credere di poter volare e sopravvivere al salto. “A causa dell'abuso di alcol e droga, si perde il senso del rischio” dice la dottoressa Maria Angeles Lecinena, che al pronto soccorso dell'ospedale Can Misses di Ibiza ha visto in prima persona alcuni casi. “Le loro facoltà di percezione sono così indebolite che [i ragazzi] non riescono nemmeno a valutare correttamente la distanza dalla vasca”.
Se vogliamo usare Facebook come specchio della realtà, troviamo circa 400 utenti che sono fan del balconing, contro un centinaio scarso di “No al balconing” che ne denunciano la stupidità e i pericoli. Qualcuno crea anche degli Eventi, come quello che dovrebbe essersi svolto a Ibiza tra il 17 e il 20 settembre; o come un fantomatico “campionato mondiale di balconing” previsto a Cha Am, in Thailandia, nei primi dieci giorni di ottobre nel Saetong Condominium. Potrebbe trattarsi di semplici provocazioni, e lo speriamo, ma in qualche modo esistono delle competizioni.
Charly Garcia è un musicista argentino del 1951 che detiene un record mondiale: nel 2000 ha saltato ed è sopravvissuto a un volo di sette piani – in particolare, dal nono piano di un hotel di Mendoza, dritto in una piscina di neanche un metro d'acqua al secondo piano. Una leggenda dei cosiddetti balconers.
Se si vuole provare l'ebbrezza di un vero salto nel vuoto, sarebbe meglio provare il paracadutismo (se non si è rimasti impressionati dalla morte di Pietro Taricone), o basterebbe trovare il più vicino parco-giochi acquatico, per lanciarsi da trampolini “olimpionici” in tutta sicurezza.
Michele Miglionico

Nessun commento:

Posta un commento

INFORMATICA-MENTE: DAL SÈ INTRAPSICHICO AL SÈ RELAZIONALE Tra cibernetica e metapsicologia

  Antonio Damasio, neuroscienziato portoghese *Pubblichiamo, su richiesta di Colleghi e per facilitare la ricerca, questo articolo scientifi...