giovedì 17 giugno 2021

#dante #centenariodantesco IN RICORDO DI ROBERT HOLLANDER: IL DANTISTA CHE HA "DIGITALIZZATO" LA DIVINA COMMEDIA

 #dante #centenariodantesco

IN RICORDO DI ROBERT HOLLANDER: IL DANTISTA CHE HA "DIGITALIZZATO" LA DIVINA COMMEDIA 

Nell'anno del Centenario dantesco si spegne l'illustre dantista statunitense, che compì una rivoluzione digitalizzando i commenti alla Commedia.


di Claudio Leone

1. Robert Hollander e Roberto Benigni a Firenze per la presentazione del commento di Hollander della Commedia (2011).


Robert Hollander, professore emerito di Letteratura Italiana a Princeton e dantista di fama internazionale, si è spento, il 15 giugno, all’età di 87 anni[1], nell'anno del Centenario Dantesco.

 Il suo nome potrà dire poco ai più, ma vale la pena conoscere, almeno un po’, uno dei giganti dello studio di Dante in America e nel mondo. Non stupisca il fatto che Dante sia studiato anche oltre i confini italiani: gli Stati Uniti, infatti, hanno una lunga e proficua tradizione di studi danteschi, basti pensare che la Dante Society of America, di cui Hollander è stato presidente[2], è stata fondata nel 1881[3], qualche anno prima della Società Dantesca Italiana (1888)[4].

Robert Hollander, nato a New York nel 1933, si laureò a Princeton nel 1955 e poi conseguì il dottorato di ricerca alla Columbia nel 1962[5].  Ha insegnato per più di quarant'anni proprio a Princeton, uno degli atenei più prestigiosi al mondo e tenuto corsi e lezioni in tutto il mondo. Nel 1982, invitato a tenere un corso su Dante a Dartmouth, noto college nel New Hampshire, avviò qui un progetto rivoluzionario per l’epoca e tuttora fondamentale per gli studiosi, il Darmouth Dante Project, una banca dati che contiene i più importanti commenti danteschi dal Trecento a oggi[6].

Non si trattava (né si tratta) semplicemente di una grande biblioteca digitale fine a sé stessa, ma di un vero e proprio strumento di lavoro per i dantisti di tutto il mondo. Uno studioso di Dante sa bene, infatti, che ogni sua intuizione richiede sempre il confronto con tutta la tradizione d’interpretazione precedente per valutare, eventualmente, il grado di originalità di una sua intuizione o per sondare le direttive del commento, disseminate in settecento anni di tradizione o per rintracciare le varie fonti nel Poema.

2. Robert Hollander.


Sviluppatasi tra il 1982 e il 1988 e costantemente in aggiornamento, la banca dati oggi consta di 75 commenti in italiano, latino e inglese, con un’estensione temporale che si dipana dalle origini, con il commento di Pietro Alighieri, figlio del Sommo Poeta, fino ai commenti pubblicati nei nostri giorni (il più recente è del 2015). Lo spoglio dei testi, che un tempo richiedeva spostamenti tra biblioteche, ora è possibile da un computer e la diffusione globale del progetto realizza ciò che Hollander scriveva già negli anni Ottanta: “Il Dante Darmouth Project diventerà, oserei dire, indispensabile»[7].

La sua vita è stata interamente dedicata allo studio della letteratura italiana, con centinaia di pubblicazioni scientifiche tra monografie su Dante e Boccaccio e articoli su riviste accademiche. 


Perfino la sua vita amorosa si legava intorno alla figura del Sommo Poeta: con sua moglie Jean, poetessa conosciuta proprio a Princeton, curò la traduzione della Commedia in inglese.

3. Robert Hollander e sua moglie Jean insieme al busto di Dante.


Necessariamente legato all’Italia, è stato più volte a Firenze, nella sede della Società Dantesca Italiana, dove, accompagnato dall’amico Roberto Benigni, presentò il suo commento al capolavoro dantesco: un legame che fu ricambiato dalla città toscana con il conferimento, nel 2008, del Fiorino d’Oro.

Va via, proprio nell’anno del Centenario dantesco, uno dei massimi studiosi del Sommo Poeta, un esempio di amore per la letteratura, rigore e innovazione nella ricerca, ma non privo di ironia, dimostrata quando raccontò di aver raccolto qualche dissenso per il nascente progetto in rete dedicato a Dante:

«Devo dire che tra i vari quesiti che mi sono stati posti, la domanda più ricorrente è sempre” Cosa ne penserebbe Dante di questo progetto?” La risposta più giusta a questa domanda credo di averla già fornita la prima volta “Sarebbe piaciuto tanto anche a lui”»[8].



 

 



[1]https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/06/15/addio-a-robert-hollander-decano-dantisti-in-usa_6d0ef080-4b21-40b5-afc2-d8d20e0fb47f.html

[2] https://www.dantesociety.org/node/129

[3] https://www.dantesociety.org/about-society

[4] https://www.dantesca.it/

[5]https://www.princeton.edu/news/2021/05/13/robert-hollander-preeminent-scholar-dante-pioneer-digital-humanities-and-princeton

[6] https://dante.dartmouth.edu/

[7] R. HOLLANDER, Il «Dartmouth Dante Project», in Letteratura italiana e arti figurative: atti del XII Convegno dell'Associazione internazionale per gli studi di lingua e letteratura italiana (Toronto, Hamilton, Montreal, 6-10 maggio 1985), vol. I, 277-285: 280.

[8] Ivi, p. 282.

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

INFORMATICA-MENTE: DAL SÈ INTRAPSICHICO AL SÈ RELAZIONALE Tra cibernetica e metapsicologia

  Antonio Damasio, neuroscienziato portoghese *Pubblichiamo, su richiesta di Colleghi e per facilitare la ricerca, questo articolo scientifi...