Bidonville di Mathare, a Nairobi, dove è morto un bambino di 9 anni (agenzia Reuters) |
Altissima la tensione nel Paese, mentre gli oppositori contestano la vittoria del presidente Uhuru Kenyatta. Più di cento morti, qualcuno dice, tra cui bambini. Stime improbabili ma, ad ogni elezione politica, la Repubblica ricade nel baratro delle divisioni etnotribali e nella violenza arcaica.
Luo in azzurro |
Chi ci segue da tempo, non ignora che siamo legati alle vicende africane ab initio e particolarmente al Kenya che speriamo di poter presto frequentare in libertà: ne siamo forzosamente lontani, come sanitari volontari aggregati ai missionari della Consolata, in questa perniciosa fase mondiale di qaedisti somali (Al-Shabaab), fanatici ISI; mancavano solo le tensioni periodiche interne che sfociano in lotte intestine.
Certamente la aggregazione etnica e religiosa è assai più potente delle dinamiche partitiche in Occidente: il collante delle origini non consente ad un Samburu di trasformarsi in Kikuyu, questo è intuibile ed un transformer politico "all'italiana" non avrebbe vita facile.
Mugabe Were |
"Questo terrore di Stato è stato perpetrato in seguito ad una meticolosa preparazione", ha denunciato James Orengo, esponente della National Super Alliance (Nasa), in una conferenza stampa a Nairobi. Intanto la Commissione Diritti Umani del Kenya ha detto di aver contato 24 morti nelle proteste scoppiate nelle roccaforti dell'opposizione dopo le elezioni di martedì. Solo a Nairobi, nella bidonville di Mathare, sono morte una decina di persone fra le quali una bambina di 9 anni. In questa stessa zona Medici senza frontiere ha soccorso molti feriti. In tutto il Paese scontri con vittime.
Le accuse di broglio elettorale sono divenute un "tormentone" anche nelle democrazie occidentali, quelle più collaudate, se vogliamo. In Venezuela sono una realtà amara dagli sviluppi imprevedibili. In Kenya le accuse hanno radici storiche "razziste", come altrove.
Uhuru Kenyatta, un Kikuyu |
Raila Odinga, un Luo |
Noi abbiamo già avuto modo di descrivere su InCultura il caleidoscopio quadro etnico del Kenya. Il Presidente eletto (al secondo mandato) e "contestato" dalle opposizioni è Uhuru Kenyatta, figlio dello "storico" Jomo Kenyatta, il padre della indipendenza del Kenya, morto nel 1978. E' di etnia Kikuyu e il nome Uhuru in swahili significa libertà. Gli si contrappone da sempre Raila Odinga, più anziano, appartenente alla etnia complessa dei Luo, gruppo nilotico-sudanese vicino al Lago Vittoria.
Follie sociali inutili e cruente. Ci auguriamo che prevalga il buon senso e che crescano le sinergie e la cooperazione tra gruppi etnici diversi, un mix che potrebbe essere una spinta a ruolo di maggiore spicco nel panorama politico africano e internazionale. Ti vogliamo bene, Kenya. E a presto (achille miglionico)
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