venerdì 5 febbraio 2016

IL LATO OSCURO DELLA LUNA The Dark Side of the Moon



Foto NASA dal Deep Space Climate Observatory

Svelata la faccia segreta della Luna: senza clamori mediatici


Svelata la faccia segreta della Luna:  il volto nascosto del nostro satellite, quello che non è mai rivolto verso la Terra, è stato immortalato nello scorso luglio dal satellite americano Deep Space Climate Observatory, alla distanza di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra (le prime foto risalivano al 1959). La nostra compagna di viaggio, la Luna, è rivelata nel suo lato oscuro, ma ci piace pensare che abbia ancora delle zone ignote.

Gli Artisti come astronauti del microcosmo umano

In The dark side of the moon (Il lato oscuro della Luna), l’album dei Pink Floyd del 1973, il satellite si lega indissolubilmente alla vita umana: l’album si apre e si chiude con il battito cardiaco e reca in sé il lato oscuro di ognuno di noi: i conflitti interiori, l’azione dell’ inarrestabile scorrere del tempo, il senso della morte, l’alienazione mentale. Musica dell’anima, raggiunge le pieghe più recondite delle nostre esistenze, offrendoci una percezione del reale riflessa in uno specchio naturale a volte rassicurante.



La Luna può anche essere un “male”, il “male di Luna” descritto da Luigi Pirandello nella novella omonima del 1913.  Batà, sposo di Sidora, costretta da sua madre al matrimonio, fronteggia il suo male di Luna ed il disamore di sua moglie,  già innamorata di suo cugino Saro: "ogni atto di quell’uomo e anche la sola vista le davano quella smania, ogni volta a stento repressa". Tutta colpa della Luna: "dentro… chiuditi dentro… bene… Non ti spaventare…", dice Batà, e Sidora: "Ma che avete?". Batà: "La Luna!". Sidora guarda la Luna  "affocata, violacea, enorme, appena sorta dalle livide alture della Crocca". Sta tutto lì dentro. In quel satellite immoto, bianco o rosso o nero. Il male di vivere sta lì. "La Luna lo aveva incantato". Il male è necessariamente fuori di noi, non può, non deve far parte della nostra vita. Sta nella Luna "che, se di là dava tanto male al marito, di qua pareva ridesse, beata e dispettosa, della mancata vendetta della moglie".
"Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi che fai, silenziosa Luna? […] Dimmi: ove tende questo vagar mio breve?" chiede Leopardi alla Luna (Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia). 
La distanza che intercorre tra la Terra e la Luna può fornire la risposta alle insolute domande degli umani? Una Luna "pensosa" che forse intende, comprende, compatisce (nel senso etimologico) il nostro vivere terreno, "il patir nostro". Occorre una distanza, una “giusta” distanza dalle cose, dai fatti, dalla realtà per poter conoscere, per non farsi risucchiare dagli eventi. La Luna leopardiana "d’affanno quasi libera" conosce. La distanza, il distacco emotivo, quindi, ci è offerto dal tempo e dallo spazio che coincidono con la nostra crescita, ovvero trasformazione: non restiamo mai uguali a noi stessi, viaggiamo, spostandoci nelle due dimensioni. La francescana "Sora Luna" (1226), chiara, preziosa e bella, guarda e si offre come specchio. "Sister Moon will be my guide […] My hunger for her explains everything I’ve done, to howl at the moon the whole night through […] Sister Moon…" (Sorella Luna sarà la mia guida […] La mia fame di lei spiega tutto quello che ho fatto, ululare alla Luna per tutta la notte […] Sorella Luna…) (Sister Moon, Sting, 1987).
Arriva, però, il momento di far a meno di questo aiuto. "Baby, I can tell you there’s no easy way out, lost inside of dreams that guide you on. Baby, I can tell you there’s no easy way out, soon the guiding moonlight will be gone" : Bambina, posso dirti che non esiste una semplice via d’uscita, quando sei persa nei sogni che segui. Bambina, posso dirti che non esiste una semplice via d’uscita, presto la luce lunare che ci orientava sarà svanita, per dirla con David Sylvian (Silver Moon, dall’album Gone to Earth, 1986). 

La Luna continua il suo incessante movimento intorno alla Terra, noncurante delle vicende umane. 


Può esserci, però, sempre una rinascita: Ciàula, col suo carico sulla testa, sente crescere la paura per il buio assoluto che avrebbe trovato in quella notte, uscendo dalla solfatara. "Curvo, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava sopra […] veniva su, su, su, dal ventre della montagna, senza piacere, anzi pauroso della prossima liberazione […]. Restò – appena sbucato all’aperto – sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle […]. Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava in faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos’era: ma come tante cose che si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? […] Estatico, cadde a sedere sul suo carico […] c’era la Luna! La Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore" (Ciàula scopre la Luna, Luigi Pirandello, 1907). 

Una Luna-madre. 


Ciàula fuoriesce dall’antro infernale per acquisire spessore di persona cosciente: nasce a nuova vita dal grembo della madre–Terra per scoprire l’altra madre che lo attende in cielo. La sua risalita, carica di tensione emotiva, è paragonabile alla pittura scossa, disperata, in vorticoso movimento di Vincent Van Gogh: nella Notte stellata (1889) e in Strada con cipresso e stelle (1890) accade un improvviso svelamento in divenire. Van Gogh si fa assorbire, risucchiare dalle tele, vi si spalma sulla superficie, così come Ciàula, sporco, lurido di fatica, viene illuminato dall’ignara Luna e acquista tridimensionalità, senso, coscienza di esistere. In Pirandello viene abbattuto il confine tra le viscere della  Terra e la sua superficie; in Van Gogh tra acqua, terra e cielo. Tutto si muove e prende forma e quelli che possono apparire come contrasti, il nero Ciàula e la bianca, splendida Luna, la buia notte di Van Gogh e le vorticose stelle splendenti, il nero ed il bianco, nel primo caso, il blu ed il giallo, nel secondo caso, si fondono per dare origine ad una nuova forma, una nuova rivelazione alla conoscenza. (Romi Ciritella)














https://www.youtube.com/watch?v=HW-lXjOyUWo&index=1&list=PLYjaa9h0s4AZ8gD9OceoFzNIUkT_N9Tvh

https://www.youtube.com/watch?v=PTgDb_Oj10E
https://www.youtube.com/watch?v=RC3q5eOO7R8

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