venerdì 13 marzo 2015

4° CONVEGNO PerFormat .NEUROSCIENZE, NEUROPSICOLOGIA e PSICOTERAPIA. Pisa 2015



Si è svolto dal 7 all'8 Marzo 2015 a Pisa il  Convegno PerFormat di Neuroscienze, Neuropsicologia e Psicoterapia dal titolo accattivante: "Contatti di Gruppo. Dalla sinapsi alla relazione." Un folto pubblico - dopo la bufera dei giorni precedenti che ha devastato la Toscana - ha approfittato del tempo finalmente sereno per raggiungere la sede congressuale a Navacchio. Denso il programma dei lavori aperti dalla dr. Emanuela Tangolo, infaticabile punto di riferimento organizzativo,  culturale e professionale di PerFormat, che ha salutato i convenuti. Ha presieduto la sessione del mattino il dr. Andrea Guerri introducendo il primo dei relatori del mattino. Il dr. Achille Miglionico (SIEB) ha parlato di "Self&Ego: Riflessioni sul Continuum del Sé". L’A.  distingue tra Sé ed Io. Sé ed Io sono fenomeni diversi gerarchicamente ed il Sé precede l’Io, filogeneticamente e ontogeneticamente. L’Io compare con l’Homo sapiens moderno: la consapevolezza di sé (sapere che siamo) è la coscienza ma solo con la coscienza-della-coscienza emergono l’autocoscienza e l’Io (sapere chi siamo): l’Uomo moderno. Achille Miglionico accosta il Sé alla Mente batesoniana; il Sé ha un versante intrapsichico ed uno interpersonale, senza del quale non può sussistere (intersoggettività del Sé). Ma anche l’Io, quale sistema che comprende tutti i fenomeni subegoici (come gli Stati dell’Io berniani), ha un versante più “intimo” ed uno interpersonale (transazionale). Importante ai fini delle riflessioni di Miglionico sono l'opera di Antonio Damasio (neuroscienziato) e quella di John Searle (filosofo della mente). Al di là dei temi complessi la relazione è stata resa fluida dalla proiezione di diapositive accessibili, da dati sperimentali su primati e uomini e dalla narrazione del relatore, capace di catturare l'attenzione del pubblico competente. Il tema ha introdotto di per sé la seconda relazione del mattino del dr. Gaetano Sisall("Tra soggetti e oggetti: la dimensione multidimensionale nel gruppo"), il quale ha condotto con esperienza ed efficacia alla costruzione del setting di gruppo, alle sue peculiari frontiere tra mondo interno e mondo esterno. Ha fatto seguito la relazione del prof. Massimo Ammaniti (ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo della Sapienza di Roma): "Intersoggettività e Attaccamento nell'Infanzia".  Per comprendere il taglio della ricerca bisogna ricordare che il docente universitario è anche noto psicoanalista. Ammaniti (padre, ricordiamo, dello scrittore Niccolò) ha parlato di Infant Research e della natura primaria della intersoggettività. Il neonato nasce predisposto all'attaccamento (corteccia orbitofrontale) ed ha conoscenza implicita di riconoscere chi è più disponibile affettivamente; il bambino è una "entità mentale" (Fonagy, 1998); la spinta affettivorelazionale si intreccia di emozioni in un continuo scambio tra zone sottocorticali e corticali. Kringelbach et Al. (2008) ha dimostrato come il volto stesso infantile è "calamita", è "attivante" negli adulti, anche quando non sono genitori: si ha una attivazione della corteccia mediale orbito-frontale anche dinanzi a volti infantili sconosciuti. Noi lo abbiamo sperimentato nella coda per l'imbarco aereo ove un poppante ha catalizzato la attenzione di persone dapprima assai "egocentrate" (o "catturate" dai soliti telefonini). La circolarità comunicativa che si innesca tra infante e adulto è poi il motore della intersoggettività; forte poi è la "esperienza edonica" di ricevere ed attendere cure materne che crea nel "cucciolo" di uomo aspettativa di ri-sperimentare cure ed attenzioni (attiva dopamina come le "droghe"). Dal punto di vista neurobiologico il cervello infantile è "experience dependent". L'emisfero dx (non dominante) - come aveva già illustrato Miglionico - è fondamentale, ha detto il professore Ammaniti, per il riconoscimento di volti, toni ed empatia: se la risposta materna difetta si origina un "mismatch" ed il senso del Noi ("Wego") non sarà assicurato.  Il contributo del docente è stato particolarmente apprezzato per la mole di informazioni neurobiologiche a sostegno dell'attaccamento. Ha terminato la sessione plenaria del mattino la dr. Maristella Fantini, neuropsichiatra e analista transazionale che ha parlato di "Diventiamo le Nostre relazioni: dallo spazio Intersoggettivo alle Connessioni Intrapsichiche".  Dalla esplosione comunicativa di quella cellula specializzata che è il neurone alle relazioni, alla "struttura-che-connette" di Bateson: le relazioni cambiano il cervello, ha detto la studiosa, e le carezze-strokes sono unità di riconoscimento (e reciprocità sociale, aggiungiamo noi). Noi introiettiamo non persone ma relazioni. Scriveva Eric Kandel, neuroscienziato Nobel, che "noi siamo grazie a quello che ricordiamo" e quindi la Fantini, ricollegandosi a Miglionico che aveva parlato del Sé autobiografico di Damasio, ha sottolineato la importanza della memoria autobiografica che è storia di relazioni. Berne stesso in Intuition and Ego States commentava: "Una immagine primaria è l'immagine di una relazione....rappresentazione presimbolica di transazioni interpersonali". Infine: vi è una relazione-che-struttura, una relazione-che-rimodella, una relazione-che-ripara (compresa quella psicoterapeutica).
Nella sessione pomeridiana Giacomo Visco ("Dolore, Depressione e Cognitività") ha accompagnato i convegnisti nella difficile analisi di taluni aspetti del dolore "centrale" e della depressione interconessi alla cognitività. La carrellata tra neurochimica e clinica è approdata alla terapia (farmacoterapia e psicoterapia).  
Cristina Fino (fotografa e regista) in uno con Maria Frangioni (psicoterapeuta) hanno riferito il proprio contributo alla qualità di vita e benessere dei pazienti affetti da demenza, attingendo da una propria esperienza che sin avvale di mezzi audiovisivi standardizzati: "Una cura possibile. Prime osservazioni sull'utilizzo dei Video-Natura Alamar Life con persone affette da demenza". I video Experience Nature sono stati creati per contrastare la spinta al vagabondaggio (wandering) e stati di irrequietezza psicomotoria dei residenti in fase di demenza avanzata.
Ha fatto seguito una interessante Tavola Rotonda cui hanno partecipato tutti i relatori della giornata, ad eccetto del prof. Ammaniti che è dovuto ripartire: si è conversato sulla necessità dei gruppi di terapia e counselling. 
La Domenica 8 Marzo ha visto le Sessioni parallele con validi contributi sulla intersoggettività nella psicoterapia e counselling dell'età evolutiva: ricordiamo Caterina Romaniello ("Interazioni Bambino-Caregiver Primario")Alessandra Prosperi ("L'Alleanza Terapeutica nei diversi Scenari della genitorialità"), Barbara Nannini ("Il Dispositivo Fotografico come mezzo di comunicazione"); Gabriella Riva, Brunella Bartalini, Valentina Giovannetti, Diana Gallo hanno relazionato su altri temi di interesse clinico e riabilitativo. Insomma un Convegno di alto profilo, ben organizzato e ben sviluppato. Un arrivederci alla prossima edizione. (ardito tina). 

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