giovedì 12 marzo 2015

Noi e la giulia - recensione

Noi e la giulia è l'arcobaleno che nasce dopo una tempesta di pioggia assordante, è il sorriso generato da un groviglio di sensazioni che si mescolano tra loro fino a creare un sentimento nuovo, frutto di malinconia e speranza, dolore e gioia. Il vago senso di vuoto imposto da un sistema rimasto imprigionato in sterili e accomodanti schemi legati al rigore del potere economico, forse comodi fino a ieri, ma tali da privare ogni singolo della propria identità, si riempie di solidarietà, amicizia ed unione di persone tanto diverse, specchio di una generazione che probabilmente ha perso e le cui ceneri danno corpo ad un sogno che va oltre ogni logica dettata da parametri fermi in una realtà dalla quale si fa fatica a liberarsi ed il cui rifiuto nasce non tanto dalla consapevolezza dell'errore, quanto dal fatto che inesorabilmente ha raggiunto livelli di saturazione tanto alti da sbatterci fuori lasciandoci senza un disegno da cui far partire il nuovo sogno. Ed il sorriso nasce da quel senso di libertà che scioglie le catene di ogni schema prestabilito lasciando che la nostra mano possa seguire il disegno di un sogno che sia nuovo per ognuno, privo di leggi che impongono qualsiasi forma di sopruso più o meno legalizzata, ed orientato solo verso il ritorno a ai valori che producono vera ricchezza. In un mondo dove neanche le fiabe hanno più valore, Leonardo Leo, firma una commedia che profuma di fiaba sana dal gusto agrodolce e lascia che ognuno scriva il suo finale invitandoci ad essere autori della nostra vita. Diego (Luca Argentero), un venditore di auto costernato e frustrato, Fausto (Edoardo Leo), conduttore di televendite pervaso da malsani pregiudizi ed indebitato fino al collo, e Claudio (Stefano Fresi) un ipocondriaco e fobico commerciante che ha fatto fallire la storica gastronomia di famiglia, si incontrano casualmente nelle aperte campagne del sud per visionare un'antica masseria in vendita. Spinti dal sogno di aprire un agriturismo uniscono le loro risorse umane ed economiche per comprare l'immobile, a loro si aggiungono Sergio (Claudio Amendola), vecchio creditore di Fausto, che pur di difendere il suo forte senso di giustizia si arma ancora di falce e martello, ed Elisa (Anna Foglietta) col il suo pancione ed un sorriso solare, sono la chiave per aprire le porte di un paradiso chiamato Casal de' pazzi. Ma la criminalità organizzata non tarda ad arrivare ed ha il volto di Vito (Carlo Buccirosso) che si presenta a bordo di una vecchia Alfa Giulia che avrà il potere di sprigionare musica classica anche dal fondo di un burrone. E sulle note di Paradise ognuno trasforma il suo fallimento in rinascita, e mondi tanto lontani si incontrano con l'autentico desiderio di ricominciare. Bravi gli interpreti, ottimi Bucirosso e Foglietta, guidati dalla mano fresca di Edoardo Leo che si afferma nello scenario cinematografico animato  ormai solo da deboli e sterili commedie, un autore capace di regalare sorrisi più profondi. 

Antonietta D'Ambrosio



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