Sembra il nome di una tribù o di un popolo tolkieniano (quelli erano gli efebici ma vigorosi Elfi della saga del Signore degli Anelli): i Selfie, termine con cui si esalta l'autoscatto in fotografia consumistica.
Sembra un gioco ma anche il famoso selfie della notte degli Oscar era sponsorizzato dalla coreana Samsung che aveva investito ben 20 milioni di dollari in pubblicità per la Notte delle Notti. E qualcuno crede ingenuamente che anche questa trovata sia stata frutto della creatività di un singolo.
L'autoscatto in fotografia esiste dalle prime fotocamere digitali per consentire di immortalare il fotografo stesso in una riunione di famiglia, per dire c'ero anche io quella volta. Anche i grandi pittori si sono dipinti autoritratti o si infilavano nel quadro (vedi Velazquez nel celeberrimo Las Meninas) alla maniera di Hitchcock nei propri film.
Oggigiorno nella agorafobica vetrina del social network ognuno di noi quando "carica" una foto personale ha la sensazione di essere massmediato, visto dal mondo intero, quasi fosse una "affacciata" al balcone del Vaticano (come Benigni nel famoso film) o una conferenza stampa della casa Bianca. Il brivido della notorietà che attraversa il rachide di tanti "usuarios" della Rete. Irresistibile: in realtà ci vedranno tante persone quante ci voterebbero se ci presentassimo alle elezioni comunali ma tant'è...
Dopo i selfie scattati durante il sesso arrivano puntuali gli after sex selfie, gli autoscatti post coito che raffigurano coppie soddisfatte nel letto che hanno appena finito di "fare l'amore" (ben più spesso si tratta anche di rapporti senza vincoli e quindi per ripetere una frase tendente al giovanile: "fare sesso"). Ora, se la coppia funziona, non dovrebbe essere gettata in vetrina la nostra "intimità", anzi andrebbe tutelata come da una Costituzione. Se la coppia non è coppia poi che cosa spera di ottenere da immagini per lo più banali che non raggiungono né glamour né raggiungeranno la notorietà se non dei nostri "amici"? Mistero. Poi c'è un uso su FB dell' after sex selfie che procura sicuramente un brivido: lo si pubblica per troncare una relazione amorosa che ci va stretta. Lo ha fatto una nota tennista italiana ritraendosi nel letto con tennista maschio, facendo sapere così al proprio fidanzato che era appena diventato un "ex". Che esprit de finesse. Le ragioni del cuore forse richiederebbero almeno una spiegazione, un confronto, un gesto educato di commiato. Povero Pascal. Questo è triste quanto lasciare un partner attraverso la cancellazione da status di "amici". Senza parole. Perché i Narcisi non comunicano con l'Altro in quanto non li percepiscono. E senza parole rimaniamo anche noi.
:( erasmo da rotterdam
P.S. Scusate se vi sottopongo un sonetto di un certo mio amico William. L'ho trovato pertinente. Forse voi no ma perdonatemi. Che vi aspettate da un vecchio di oltre cinquecento anni?
Sembra un gioco ma anche il famoso selfie della notte degli Oscar era sponsorizzato dalla coreana Samsung che aveva investito ben 20 milioni di dollari in pubblicità per la Notte delle Notti. E qualcuno crede ingenuamente che anche questa trovata sia stata frutto della creatività di un singolo.
L'autoscatto in fotografia esiste dalle prime fotocamere digitali per consentire di immortalare il fotografo stesso in una riunione di famiglia, per dire c'ero anche io quella volta. Anche i grandi pittori si sono dipinti autoritratti o si infilavano nel quadro (vedi Velazquez nel celeberrimo Las Meninas) alla maniera di Hitchcock nei propri film.
Oggigiorno nella agorafobica vetrina del social network ognuno di noi quando "carica" una foto personale ha la sensazione di essere massmediato, visto dal mondo intero, quasi fosse una "affacciata" al balcone del Vaticano (come Benigni nel famoso film) o una conferenza stampa della casa Bianca. Il brivido della notorietà che attraversa il rachide di tanti "usuarios" della Rete. Irresistibile: in realtà ci vedranno tante persone quante ci voterebbero se ci presentassimo alle elezioni comunali ma tant'è...
Dopo i selfie scattati durante il sesso arrivano puntuali gli after sex selfie, gli autoscatti post coito che raffigurano coppie soddisfatte nel letto che hanno appena finito di "fare l'amore" (ben più spesso si tratta anche di rapporti senza vincoli e quindi per ripetere una frase tendente al giovanile: "fare sesso"). Ora, se la coppia funziona, non dovrebbe essere gettata in vetrina la nostra "intimità", anzi andrebbe tutelata come da una Costituzione. Se la coppia non è coppia poi che cosa spera di ottenere da immagini per lo più banali che non raggiungono né glamour né raggiungeranno la notorietà se non dei nostri "amici"? Mistero. Poi c'è un uso su FB dell' after sex selfie che procura sicuramente un brivido: lo si pubblica per troncare una relazione amorosa che ci va stretta. Lo ha fatto una nota tennista italiana ritraendosi nel letto con tennista maschio, facendo sapere così al proprio fidanzato che era appena diventato un "ex". Che esprit de finesse. Le ragioni del cuore forse richiederebbero almeno una spiegazione, un confronto, un gesto educato di commiato. Povero Pascal. Questo è triste quanto lasciare un partner attraverso la cancellazione da status di "amici". Senza parole. Perché i Narcisi non comunicano con l'Altro in quanto non li percepiscono. E senza parole rimaniamo anche noi.
:( erasmo da rotterdam
P.S. Scusate se vi sottopongo un sonetto di un certo mio amico William. L'ho trovato pertinente. Forse voi no ma perdonatemi. Che vi aspettate da un vecchio di oltre cinquecento anni?
"Guarda nel tuo specchio e di' al volto che vi vedi
che ora è il tempo per quel volto di formarne un altro;
se ora tu non ne rinnovi il fresco aspetto,
inganni il mondo, e una madre privi di benedizione.
Perché dov'è la donna così pura il cui insolcato grembo
disdegni l'opera del tuo dissodamento?
O qual è l'uomo così fatuo da voler essere la tomba
dell'amor di se stesso, arrestando la sua posterità?
Tu sei lo specchio di tua madre, ed ella in te
rimemora il leggiadro aprile del suo rigoglio;
e così dalle finestre della tua vecchiaia tu vedrai,
a dispetto delle rughe, questo tempo tuo dorato.
Ma se tu vivi per non essere ricordato,
muori solo, e la tua Immagine muore con te.
- W. Shakespeare, sonetto 3-
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