giovedì 20 febbraio 2014

La Gente che sta bene



Chi è la gente che sta bene? Chi ha forse i soldi, chi fa cene di affari e pubbliche relazioni? Chi partecipa alle serate di gala?
Un tema molto interessante che sta ispirando numerose sceneggiature è la crisi di questo periodo e spesso vengono realizzati film (a volte presunti) di denuncia, però data la difficoltà del tema spesso il film non soddisfa a pieno, in questa categoria rientra “La gente che sta bene”, che nasce come film di denuncia, ma poi si smarrisce mettendo troppa carne al fuoco.
 Il che è un vero peccato perché partendo anche solo dal cast gli elementi per realizzare un ottima pellicola ce ne erano, a partire dal protagonista Claudio Bisio nelle vesti stavolta di un ruolo prima di carnefice, poi di salvatore, poi di vittima, affiancato da Margherita Buy, Diego Abatantuono e Carlo Buccirosso, e nonostante il loro ottimo lavoro fatto nel film neanche loro riescono a salvare una sceneggiatura troppo piena di elementi che non vengono né approfonditi a dovere, né ai fini del racconto contribuiscono alla buona riuscita del film.
L’avvocato d’affari  Umberto Dorloni (Claudio Bisio) è un uomo spietato, nella Milano che si finge impermiabile alla crisi. E’ un tipo senza scrupoli, pronto a licenziare, a fare lo sgambetto ai partner del suo studio legale di grido, che crede fermamente in quello che fa, per lui la carriera e i soldi sono tutto, trascurando tutto il resto, moglie (Margherita Buy) e figli compresi.
 Infatti Bisio non ha molto dialogo in famiglia. Improvvisamente però il bel mondo di Umberto crolla, la crisi costringe i suoi superiori a licenziarlo, ma non dandosi per vinto Umberto riesce a inserirsi in affari con un losco quanto spietato avvocato (Diego Abatantuono) pur di rimanere in cima, ma questo incontro cambierà il modo di vivere di Umberto portandolo a vedere chiaramente il mondo in cui ha vissuto per anni e al quale era fiero di appartenere.
Il soggetto de “La gente che sta bene” è tanto accattivante quanto caotico, il film non spicca mai il volo, anzi con passare del tempo si appiattisce sempre di più dilungandosi inutilmente. Patierno il regista però fa affidamento su i suoi interpreti, un magistrale e inedito Claudio Bisio, che buca letteralmente lo schermo con i suoi primi piani e i suoi continui cambi di registro, una spumeggiante Margherita Buy, il sempre simpatico Diego Abatantuono e l’ironico Carlo Buccirosso, riponendo loro un compito troppo grande, cioè quello di reggere un film intero e seppur le loro prove d’attori sono tutte eccezionali non bastano a compensare i vari buchi della sceneggiatura.
Nel complesso il film è sicuramente sufficiente e si fa guardare ma è una grande occasione non colta appieno. La morale  del film  è che gente che sta bene non è di certo chi si fa i nodi alle cravatte, chi indossa abiti lussuosi, chi fa pubbliche relazioni per arrivare al successo ed è spietato con gli altri sino a svalutarli e licenziarli. La gente che sta bene è chi lotta e accetta la vita. La gente che sta bene è chi supera in questo momento di crisi la tristezza e si reinventa il lavoro. La gente che sta bene è chi difende la vita in quanto vita. (sabina pistillo)


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