Il nuovo film prodotto dalla Filmauro: “Sotto una
buona stella”, scritto e diretto da Carlo Verdone, che è uscito nelle sale
italiane il 13 febbraio. E’ una storia molto divertente che offre anche tanti
spunti di riflessione. Un uomo che ha successo nel lavoro si trova a dover fare
improvvisamente il “mammo” per dissesti economici e familiari. Si innesca uno
scontro generazionale padre-figli che grazie poi all’incontro quasi casuale con
una vicina di casa riesce a rasserenarsi.
Verdone e la Cortellesi
formano una coppia esplosiva e i loro duetti reggono da soli tutto il film tra
gag irresistibili che denotano tempi comici perfetti e buone dosi
d’improvvisazione. Il conflitto tra padre e figli regge su un equilibrio
perfetto tra dramma e umorismo laddove Lorenzo fa la figura dell’imbranato ogni
volta che cerca di usare il pugno di ferro con i figli.
Il motivo conduttore
del film è il crollo dei valori e la crisi economica che stiamo attraversando.
Carlo Verdone, nel film Lorenzo Picchioni, è un uomo d’affari, andato via di
casa con una nuova compagna. A causa dell’improvvisa morte della ex-moglie e di
uno scandalo finanziario che lo riduce in rovina, Lorenzo Picchioni è costretto
ad accogliere i figli Niccolò e Lia in casa sua stravolgendo la propria vita e
mandando a monte la sua nuova relazione sentimentale. Il conflitto generazionale con i due ragazzi,
da sempre trascurati dal padre, ha una svolta inattesa quando nella vita di
Lorenzo piomba l’estroversa condomina, vicina di casa, Paola Cortellesi nel
film Luisa. Interessante è la coppia
Carlo Verdoni e Paola Cortellesi. La Cortellesi nel film è una cacciatrice di
teste, che licenzia e ricolloca le persone, sforzandosi di sanare le aziende.
In casa è un tutto fare, sa ballare, cantare, aggiusta lavastoviglie,sa
cucinare ecc e Verdone dopo situazioni sentimentali fallimentari, rinasce con la Cortellesi che
riesce a conquistare la fiducia dei figli ventenni e lo aiuta su come educare e
riformare un nucleo familiare.
Questo film apre uno
spunto di riflessione anche sulle sempre più numerose famiglie allargate e sui
figli contesi.
Il film funziona meno bene quando si concentra
direttamente su Niccolò e Lia, i figli ventenni scivolando in alcune patetiche
suggestioni da fiction televisiva risolte piuttosto in fretta, ma che riescono
comunque a far emergere il disagio delle nuove generazioni a fronte della crisi
economica che stiamo vivendo. Anche la figlioletta di Lia viene utilizzata come
pretesto per i risvolti narrativi e viene sbattuta qua e là come un bambolotto
ma non se ne sente davvero la necessità. Per il resto è un film perfetto per raccontare l’amore che rappresenta la
vera buona stella che può davvero offrire
una svolta nella vita. (sabina pistillo)
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