sabato 16 settembre 2023

REGISTA INTERVISTA REGISTA. FABRIZIO CORALLO CONVERSA CON PUPI AVATI A TRANI

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Giuseppe Avati, detto Pupi (Bologna, 3 novembre 1938)










SCRIVERE, EDUCARE E COMUNICARSI AGLI ALTRI Il messaggio del Maestro 


Fabrizio Corallo intervista Pupi Avati A Trani




Trani, 12 Settembre 2023. L’ennesimo regalo della stagione estiva tranese, nella cornice suggestiva di Corte Davide Santorsola (l'indimenticato pianista jazz tranese), nel cuore di Palazzo Beltrani, ormai noto centro culturale e polifunzionale della Città di Trani, è stato, certamente, l’intervista-incontro-racconto di Fabrizio Corallo con il regista Pupi Avati in un “Talk” serrato e affascinante, nello stile asciutto e flemmatico al quale Fabrizio Corallo ci ha abituati, incalzando qua, tirando o anticipando là, accompagnando sempre piacevolmente il Talk Pupi e manifestando con grande arguzia e sensibilità la conoscenza partecipe e profonda al vissuto artistico dello sceneggiatore e regista Avati.

Una biografia parlante e inconsueta che ha messo in luce attraverso aneddoti noti e inediti il profilo personale, la nascita dell’artista, momenti bui e incontri fondamentali in un arco temporale sul cui sfondo si staglia un’italianità dalle abitudini ormai tanto distanti da quelle attuali.

Chi, tra i tanti convenuti all'incontro culturale, a fronte di una carriera ricchissima di esperienze, dagli esordi musicali nel jazz fino all’approdo al cinema che ne avrebbe decretato l’affermazione, si sia aspettato di trovarsi di fronte all’apologia dei David di Donatello raccolti per le migliori sceneggiature e la migliore regia, ai premi di quegli anni tra fine anni ’50 e gli anni 2000 e a seguire o ad un invito alla visione dell’ultimo lavoro di Avati La quattordicesima domenica del tempo ordinario (2023) in distribuzione da maggio scorso, di certo è rimasto deluso. Nessuna laudatio, né autoelogi.

Nell'amabile colloquio intercorso tra i due registi - quasi fosse la continuazione di quanto detto amichevolmente nel treno che ha condotto i protagonisti a Trani  - è emerso il racconto dell’Italia del dopoguerra, della splendida città di Bologna, di una adolescenza e la giovinezza priva di digitalizzazione, un poco ingenua e votata all’attesa, quasi dantesca, delle ragazzine di paese. "Ma tu a chi vai dietro?" era la domanda principale tra ragazzi: si delineava un corteggiamento di altri tempi, distante e paziente, lungi dall'essere stalking. Il Maestro Pupi Avati ricorda metodicamente nomi, indirizzi e vicende legate alle ragazze cui "andava dietro". Carattere timido e perseverante, affascinato dall’ideale di bellezza e seduzione, dall’idealizzazione di una dilatazione del reale che lascia molteplici spiragli aperti sull’improbabile e che troverà spazio e occasione di realizzarsi nell’approdo al cinema. Folgorante sarà per il futuro regista la visione di 8 e 1⁄2 di Federico Fellini così come lo era stato nella sua esperienza musicale l’incontro con Lucio Dalla, amichevolmente reo di averlo, con la sua geniale bravura distolto da quella carriera jazzistica per una invidia rivelata.

Nasceranno così le storie intense e credibili, magistralmente raccontate e caratterizzate dall’azzardo con cui spesso Avati ha osato abbinare sceneggiature inedite ad attori di volta in volta incontrati che lo hanno reso noto e amato dal pubblico. Tra i racconti di un’intervista senza cedimenti o pause, primeggiano gli aneddoti che hanno coinvolto il pubblico di questo evento sold-out in una prospettiva che ne ha favorito la comprensione quasi come prendendo parte ad un dietro le quinte.
Il Maestro cita vari eventi. Descrive non solo l’incontro burrascoso con Lucio Dalla, i flop cinematografici iniziali, il trasferimento a Roma dov’è chiamato dal produttore cinematografico De Laurentis,  l’approccio difficile con Paolo Villaggio; accenna scherzosamente all'ostinato rifiuto opposto alla consorte (tanto amata) di cedere negli ultimi anni al cinepanettone assai più popolare e redditizio ma anche tanto lontano dalla sua visione dell’arte cinematografica. Il primo Pupi Avati resta negli esperimenti del Balsamus, l’uomo di satana (1968), in Thomas e gli indemoniati (1970), in La masurka del barone, della santa e del fico fiorente (1975), per arrivare al suo prediletto  Dante, raccontato con originalità dal grande Boccaccio (2022). Tantissimi film, miniserie, docufilm di cui è stato autore, sceneggiatore e regista.


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Del talk show tranese dedicato a Pupi Avati, ci rimarrà, quasi come fosse una sorta di testamento spirituale - rilasciato con commozione di tutti negli ultimi minuti di conversazione con il pubblico, l’imperativo consiglio di Educarci, Educare, scrivendo e comunicando, comunicandoci agli altri. Rimarrà il sentore persistente di una fragilità, di una nostalgia dell’infanzia, dei genitori e degli ambienti familiari fatti di estrema semplicità e vulnerabilità.
 


Pupi Avati intravvede non nell’assertività ma nella fragilità l’essenza stessa dell’Uomo. Ed in ciò è,  tuttavia, estremamente assertivo.


Un grazie particolare a  Fabrizio Corallo per averci reso partecipi, con questo evento, di un incontro così impegnativo e interessante quanto lieve. Grazie al grande Pupi Avati per essersi generosamente offerto in un eloquio sorprendente, serio e ricco di moduli narrativi, di aneddoti e di inaspettati momenti di schietta e partecipe ilarità.




Lidia M. Ratti






Il regista tranese Fabrizio Corallo famoso, tra l'altro,  per molti docufilm di grande successo

Pubblico numeroso all'evento culturale di Trani

La Redazione presente




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