A Corato i morti ballano sui muri. Intervista all'artista Clelia Catalano
Nella cittadina pugliese il festival Verso Sud ha organizzato "Street Art & Santità" che ha chiamato a raccolta diversi artisti che hanno creato dei murales nel centro storico.
Abbiamo intervistato una di loro, la siciliana Clelia Catalano, che per la sua arte si ispira al motivo della danza macabra.
1. Particolare del murales di Clelia Catalano. Corato, Chiostra d'Onofrio. |
D: Ciao Clelia, parlaci un po' del tuo percorso artistico e di come ti è capitato di collaborare col festival Verso Sud.
R: « Ho studiato a Firenze come
illustratrice, presso la scuola internazionale di comics. Durante la permanenza
nel capoluogo toscano ho iniziato a dipingere. I miei soggetti, che sembrano essere
sospesi fra sogno e realtà, hanno catturano l’attenzione del regista Romeo Conte, che mi ha invitato ad esporre le mie opere durante il film festival del Salento. Nel 2017 sono stata costumista per “La compagnia dei giovani del
teatro Vascello” di Roma e poi, dal 2019 al 2020, ho collaborato con l’artista Ra Di
Martino sempre come costumista per il
video arte “AFTERALL” a cura di Lorenzo Benedetti
e per il video arte “AAAA!” a cura del Macro -
Museo di Roma. Nel 2019 mi sono avvicina alla
video arte animata e ho creato il video clip musicale “Mammut” del cantautore romano
Gimbo, mentre nel 2021 ho realizzato il video clip musicale di Roots in Heaven.
Quanto alla collaborazione con Verso Sud, sono stata contattata direttamente da uno dei direttori artistici, che aveva notato i miei lavori».
D: Cosa rappresenta il murales che hai deciso di creare a Corato, in Chiostra d'Onofrio e come mai questo interesse per il motivo della danza macabra? Hai altre influenze artistiche?
R: «Il murales che ho dipinto a Corato rappresenta uno scheletro con
le ali e l’aureola, fa parte della mia ultima serie pittorica “Morte in vita”
che ho iniziato a sviluppare durante il secondo lockdown e viene dopo la mia
serie pittorica “LockMouth”, che invece ho dipinto durante il primo lockdown.
L’idea era quella di comporre una trilogia di appunto tre serie
pittoriche: nella terza, infatti, andrò a interpretare una “danza macabra”
tra umani e scheletri appunto intesi come simbolo della morte.
In “Lockmouth” i protagonisti delle mie illustrazioni -digitali- avevano la bocca scarnificata, come se fosse stata la mascherina a provocarla.
In “Morte in vita” invece i protagonisti sono scheletri, intesi
come morte ma anche come rinascita.
Era comune nel Medioevo dipingere la danza macabra sulle pareti
dei palazzi, essendoci molte epidemie di peste: i dipinti ricordavano alla
gente che la morte sarebbe arrivata per tutti, e per tutte le classi sociali
senza differenza alcuna. I dipinti esorcizzavano la figura
della morte, sdrammatizzandola.
Durante i mesi in casa mi è venuto spontanea la realizzazione di
questi soggetti che poi ho associato al periodo storico che stiamo
attraversando.
Per quanto riguarda le altre influenze artistiche non saprei.
Ogni giorno è diverso. Ogni cosa che guardo o che leggo mi da sicuramente degli
input che nel corso del tempo interiorizzo e poi inconsciamente butto fuori in
qualche modo.
Devo dire che il cinema mi ha sempre dato grande ispirazione, in
particolare modo i primi film di Tim Burton».
D: Cosa rappresenta per te l'arte pubblica e in che modo si può propagare ancora di più nei paesi?
R: «L’arte pubblica -se ben organizzata- è molto importante per le
città. Purché esprima l’essenza del posto e racconti una storia. Secondo me ogni città dovrebbe avere un quartiere in cui la Street Art sia molto presente: soprattutto se fatta in quartieri abbandonati,
sarebbe un ottimo modo per riqualificarli e abbellirli. Tra l’altro mi è già capitato, nel 2014, di creare un murales ad Atene nel
quartiere di Psyrri, che è totalmente dedicato alla Street Art».
L'artista Clelia Catalano |
D: Quali sono le prossime tappe della tua carriera e cosa ti auguri per il futuro?
R: «In questo momento sto finendo di realizzare un video musicale
per Roots in Heaven, in cui animo dei miei disegni. E a breve realizzerò un cortometraggio animato in collaborazione
con il regista Stefano Lorenzi, intitolato “Spring Walts” che parla di una
storia d’amore tra due persone durante la costruzione del muro di Berlino.
Il mio sogno è quello di realizzare cortometraggi e
lungometraggi d’animazione che raccontano le storie che ho in testa e
partecipare a festival importanti con la speranza di vincerne uno un giorno».
Intervista a cura di Claudio Leone
Tutte le immagini sono di proprietà di Clelia Catalano.
Nessun commento:
Posta un commento