sabato 5 maggio 2018

Che cosa è un CPIA -PES per la cultura italiana? STORIE DI TRASFORMAZIONE E MIGRAZIONI. (1)



   La Storia è storia di migrazioni e di lingue, di incontri e talora scontri. Raccontare di CPIA BAT (Centro Provinciale Istruzione Adulti), sarebbe stato impensabile pochi decenni fa: parlare di queste nuove realtà, equivale a parlare di trasformazioni, del divenire, e di migrazioni. 

Il CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti). Il Centro  nasce ufficialmente, nella provincia  BAT,  così come è strutturato oggi, il 1° settembre 2015; precedentemente esistevano i CTP (Centri Territoriali Permanenti), che facevano capo alle scuole secondarie di I grado, oltre ai corsi serali, organizzati dagli istituti tecnici e professionali. Le sedi operative sono i PES, ovvero Punti di Erogazione del Servizio, esistenti presso i comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa, Trani (Trani prevede anche la sede carceraria maschile e femminile) e, dal prossimo anno scolastico, anche presso le sedi di Trinitapoli e Spinazzola. Abbiamo mosso i primi passi nella nuova istituzione autonoma tutti insieme, dal dirigente scolastico ai docenti ed ai collaboratori, anche se molti di noi avevano già molta esperienza nel campo dell’insegnamento agli adulti, quindi conoscevano bene questa realtà fatta di storie di vita, di cambiamenti improvvisi, di nuove speranze, di sogni e di progetti per il futuro. 

   La azione dei PES si svolge a vantaggio di coloro che, una volta compiuto il sedicesimo anno d’età, non avendo avuto la possibilità di portare a termine il corso di studi che consente di assolvere all’obbligo scolastico, non sono riusciti a conseguire la Licenza Media, non hanno frequentato il biennio della scuola secondaria di II grado o, provenendo da altri Paesi, necessitano di conseguire almeno il livello A2 di conoscenza della lingua italiana. Qui si offre la nostra cultura quale premessa di integrazione. 


Si offre a tutti costoro un’altra possibilità, un mutamento di prospettiva. Così le nostre sedi sono colme di giovani italiani e migranti che anelano un’altra vita: costoro giungono da noi conseguentemente ad un’interruzione, ad uno stop, ad un no, ad un trauma, ad un blocco, ad una scelta errata; insieme a loro ci sono gli adulti, anch’essi resi inermi dagli eventi della vita che sa certo essere sorprendente, tante volte, ma che non manca di dispensare brutte incursioni, alle volte. 

"Siamo uno spaccato del nostro mondo variegato, fatto di bellezza ed insieme di storture, di ingiustizia sociale e di volontariato, di cura e di indifferenza. Abbiamo il compito di trarre nuova energia da ciascuno, soprattutto da chi ha completamente perso la fiducia più importante, quella nell’uomo, quella in se stessi".

   L’elemento che caratterizza ed accomuna tutti gli studenti è il grande coraggio e l’intensa passione che li contraddistingue dagli altri che frequentano i restanti ordini e gradi di scuola: quando non sei riuscito ad andare a scuola perché la tua famiglia era troppo povera per potersi permettere un figlio impegnato a istruirsi o quando il tuo percorso di vita è stato deviato da qualche evento accidentale che ha distrutto i tuoi sogni, fosse anche per una tua scelta sbagliata, oppure quando vivi in un Paese in guerra e sei solo e disperato e davanti a te vedi solo la morte nel tuo futuro o sei vittima di tratta e di violenze, venire a scuola tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì, farsi carico del lavoro scolastico è connotato da una forte motivazione e da grande amore per il sapere, da un’estrema curiosità e dalla voglia di approfondire tutte le proposte didattiche fatte dai docenti. 
   E’ ben noto che ogni azione pedagogica prende le mosse da una relazione affettiva tra docente e discente e che quindi i valori vengono riconosciuti come tali solo qualora si riconosce autorevolezza, calibro, spessore alla figura di chi quei valori vuole trasmettere: ebbene tra  docenti del CPIA e studenti si crea gradualmente una alleanza didattica, una relazione positiva di cui non sono soltanto i corsisti ad avvantaggiarsi ma anche i docenti e collaboratori: ogni singolo individuo apporta nuova linfa alle nostre vite con la sua storia di vita, con le sue esperienze, con la sua peculiare ed unica personalità. Ogni anno si avvicendano nuovi volti, nuove storie, si fanno nuovi incontri, ci si rimette in gioco con forza, con vigore, con determinazione e umiltà. 

"Siamo una piccola comunità multietnica - ci dice la docente - 

da noi avviene un incontro costante, una conoscenza senza la quale si ingenera la paura che fa da muro, che serra le porte all’altro. Chi non vede questo nostro incontro, chi si rifiuta di accettare che la storia dell’umanità intera è storia di migrazioni non è in grado di penetrare la nostra realtà, fatta di accoglienza, di confronto, di condivisione, di collaborazione. Così accade anche che diventiamo bersaglio di costoro che guardano, miopi, la realtà distorta, credendo che innalzare barriere possa proteggere da attacchi che, ad osservar bene, provengono soprattutto dalle viscere della nostra società, dalla “pancia” che tutto ingurgita e ogni cosa divora, senza chiedersi nulla. Solo la conoscenza ci salva dall’ignoranza, ossia dalla paura: tutte le nostre angosce più profonde prendono forma se non razionalizzate". 
   Ogni PES del CPIA BAT collabora con varie case d’accoglienza, enti ed associazioni che si occupano di migranti, adulti o minori, e che gestiscono progetti nazionali di inclusione sociale ed inserimento lavorativo, rivolti a richiedenti asilo, rifugiati politici o minori non accompagnati. Giorno dopo giorno entriamo in contatto e facciamo conoscenza con persone di varia nazionalità e con svariate storie di vita alle spalle, alcune delle quali estremamente pesanti, complicate, quasi impossibili da sopportare. 

Qui non c’è spazio per il pregiudizio o per la diffidenza: qualora qualcuno, dall’esterno, mostrasse di non comprendere (dall’etimologia del termine, “prendere con sé”), il nostro compito diventa anche quello di spiegare, di chiarire, di fare luce sulle tenebre della paura. 

E’ proprio questo il compito: narrare serve a rendere intelligibile, a spianare la strada ad una mediazione, ad evitare inutili, sterili, nefasti conflitti.

(Rosa Maria Ciritella, docente di Lettere e di Italiano L2 presso il CPIA BAT - PES di Trani)



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