La secolare Festa rurale di Giano, tra Bisceglie e Trani, cade tradizionalmente due domeniche dopo la Pasqua e occupa la intera domenica con messe, processione, mercato ed un numero crescente di persone interessate e curiose.
Da qualche anno la Festa è stata condizionata dal maltempo che imperversa in ogni stagione. Quest'anno il cielo si è contenuto mantenendo solo un incombente grigiore e ciò ha consentito l'afflusso di tanti cittadini e turisti. Le abitazioni rurali ed i trulli si sono animati e molte famiglie hanno approntato grigliate di carne e pasta al forno (nella infinita varietà pugliese). Quando la campagna si vitalizza rende energia al triplo. Non sempre però la partecipazione delle persone è consapevole (anche sotto il Colosseo).
Accade che molti non sappiano neanche di che cosa si tratti e non conoscano assolutamente nulla del locus.
Dal mare, oggi come un tempo, arrivava la vita e la morte. Merci, alimenti ma anche predoni che razziavano e uccidevano. Non tutti gli agglomerati urbani disponevano di mura. Durante l’età tardo-antica cominciarono a formarsi sul territorio attuale di Bisceglie dei piccoli villaggi, chiamati appunto casali. E la gente si rifugiava nei casali. Essi erano costituiti da un casamento fortificato e cinto di mura, da un cortile centrale e da una chiesa con cimitero adiacente. Secondo la tradizione i casali dell’agro biscegliese furono nove. Nella seconda metà dell’XI secolo, quando mutarono le condizioni politiche ed economiche della regione, si formarono lungo la costa ulteriori agglomerati urbani e piccole Diocesi per impulso dei Bizantini e dei Normanni. Pertanto, gli abitanti dei casali abbandonarono le proprie case per trasferirsi nelle sicure mura cittadine e dedicarsi a più redditizi mestieri. Tra i tradizionali nove casali presenti nell’agro biscegliese si distingue per la vitalità secolare uno in particolare: il Casale di Santa Maria di Giano.
Il Casale di S. Maria di Giano con Chiesetta del Casale di S. Maria di Giano ed attiguo "Tempio di Giano" è situato a 4 km da Bisceglie, sulla SP Bisceglie-Andria. Il tempio fu fatto restaurare nel 1724 dal vescovo Antonio Pacecco. Il riferimento al casale di Giano compare per la prima volta in un documento, datato al 965 e contenuto nel Codex diplomaticus cavensis.
- La chiesa del casale di Santa Maria di Giano esteriormente ha un aspetto settecentesco: è ad un’unica navata con volta a botte lunettata, con pilastri addossati sulle pareti laterali e collegati da archi. Tuttavia, conserva non molti anche se evidenti resti di un precedente impianto. All’esterno sono visibili i resti di un arco falcato, mentre all’interno la stonacatura della parete di fondo tra le nicchie, ha messo in evidenza una muratura molto antica, copiosamente affrescata. Ed è proprio il ricco corredo iconografico l’elemento più interessante di questa chiesa. L’autore è un ignoto frescante che opera nella zona nella seconda metà del XIII sec. e che presenta spiccate analogie con le due grandi tavole di legno raffiguranti le storie di Santa Margherita e le storie di San Nicola, un tempo conservate nella chiesa di Santa Margherita e attualmente esposte nella Pinacoteca provinciale di Bari. Presenti anche dei cicli pittorici dedicati a San Nicola Pellegrino e a San Giacomo. all'interno del quale è possibile ammirare la chiesa del casale con gli affreschi della Dormitio Mariae, di S. Donato e S. Felice, S. Nicola Pellegrino, S. Giacomo Apostolo, S. Paolo e S. Caterina d'Alessandria. La datazione degli affreschi (seconda metà del XIII sec.) ed i rifacimenti settecenteschi della chiesa dimostrano che il casale non è stato abbandonato dopo l’inurbamento dei casalini. Ancora oggi nella chiesa di proprietà della parrocchia di S. Domenico, una volta l’anno, la seconda Domenica dopo Pasqua, vi si officia una messa in occasione della sagra rurale e della processione propiziatoria. La processione, con la esposizione della Madonna verso i punti cardinali, mirava a propiziare le piogge. Invece all'interno della chiesetta si riversavano bambini e fedeli soprattutto da quando si invocava un miracolo su di un bambino con ernia inguinale (e altro), piccolo che risultò guarito dopo tre giri intorno all'altare.
Tuttora si usa compiere con una candela accesa un giro intorno all'altare della chiesetta al fine di proteggere i bambini.
- A poche decine di metri sorge, in terreno privato, un altro gioiello dimenticato, il Tempio di Giano, chiesa protoromanica censita come “Santa Maria di Giano” (il che ingenera confusione con la Chiesa del Casale di Santa Maria di Giano).
Tempio di Giano (territorio di Trani): abside |
A 250 metri di distanza dalla Chiesa del Casale di S. Maria di Giano, in direzione Ovest, vi è un’altra chiesa, più piccola, detta comunemente “Tempio di Giano”, molto simile a S. Angelo di Pacciano (v.sotto), tanto per la dislocazione planimetrica, quanto per tipologia e architettura.
Il Tempio di Giano è ubicato nell’agro di Trani ed è da tempo acquisito dal Comune di Trani. il Tempio protoromantico di Giano, risalente all'XI secolo, è praticamente situato al confine tra Trani e Bisceglie, sulla provinciale Bisceglie-Andria.
La chiesa rurale, comunemente indicata come “tempio di Giano”, collocata in posizione eccentrica rispetto al casale, è ad aula unica con cupola centrale e pianta a croce contratta, ossia con transetto costituito da due nicchie ricavate nelle murature laterali, coperte da arconi. Le chiese appartenenti al X-XII sec. sono prevalentemente caratterizzate da un’aula unica a croce contratta, con una cupola in asse. Si tratta di una struttura monocellulare che troverà successive modifiche sino a giungere ad organismi bi- e tri-cellulari. Il Tempio di Giano ha l’abside semicircolare, copertura a piramide su base quadrata sull’aula centrale, e conica sull’abside, realizzata con chiancarelle. Nella zona absidale sono presenti piccole nicchie con archetti; vi sono due accessi: quello frontale, con arco falcato e timpano semicircolare e quello laterale a nord con ricchi capitelli all’imposta. In base alla tecnica costruttiva e alle caratteristiche tipologiche si data intorno al XII sec.
pianta del Tempio di Giano |
Il Comune di Trani provvide molti anni fa a restaurare l'antico tempio creando anche un vialetto di accesso per i visitatori. La vegetazione spontanea può, in assenza di cure, minare la struttura soprattutto a livello della copertura a cupola centrale. Si deve provvedere. Lo diciamo da anni. (a.m.)
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