lunedì 9 ottobre 2017

PAESTUM: un archeo-parco di straordinaria bellezza




Vi proponiamo oggi una escursione di grande respiro culturale: Capaccio-Paestum, città di oltre ventimila abitanti a sud di Salerno: il parco archeologico ingloba la città romana sorta sulla colonia greca di Poseidonia, nei pressi della foce del Sele. La lunga linea di costa, con spiagge sabbiose larghe anche decine di metri, è arricchita da macchia mediterranea  ricca di pinete; segue una vasta pianura, intensamente coltivata. 

La zona archeologica di Paestum, che è uno dei principali siti archeologici del mondo, con annesso un  museo nazionale, è riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità. Vi si possono ammirare - già arrivando in auto -  tre templi greci fra i meglio conservati del mondo. Via Magna Grecia, strada comunale, divide in due l'antica città. L'abbiamo visitata in un giorno di bel tempo il che ha favorito una affluenza di pubblico tale da mettere in crisi qualunque sforzo organizzativo ma, ad onor del vero, anche nell'intasamento assurdo del rientro serale  verso Salerno, non abbiamo - ahinoi - visto pattuglie di polizia urbana che incanalassero i flussi di traffico (la presenza di qualche divisa non avrebbe guastato, insomma). 


IL TEMPIO DI ATENA (“DI CERERE”)


Sappiamo a quale divinità fosse dedicato: Atena, la dea dell’artigianato e della guerra.
Dal punto più alto della città, a nord degli spazi pubblici, il tempio della dea  dominava l’area. Già la prima generazione di coloni greci aveva costruito qui un piccolo edificio per la dea (“oikos”). Solo verso il 500 a.C. fu realizzato poi l'attuale tempio che si è conservato fino alla cornice del tetto. La parte interna (“cella”), che è elevata rispetto al colonnato era accessibile attraverso un’ampia anticamera (“pronaos”) decorata con colonne ioniche.



IL TEMPIO “DI NETTUNO”

Non è sicura la attribuzione a Poseidone-Nettuno. È il più grande tempio di Paestum e quello meglio conservato. Realizzato verso la metà del V sec. a.C., rappresenta la declinazione classica dell’architettura templare greca. Nello stesso periodo a Olimpia, in Grecia, si costruiva il grande tempio di Zeus, che però è conservato meno bene di questo.
Il tempio è costruito con enormi massi collegati tra di loro tramite semplici tasselli e senza malta: questa tecnica costruttiva ha consentito all’edificio di resistere a terremoti e altre calamità naturali.
Se oggi mancano, come nel caso degli altri templi, i muri del corpo interno (“cella”), ciò è dovuto al riutilizzo dei blocchi da parte degli abitanti del luogo nel medioevo e in età moderna.


IL TEMPIO PIU’ ANTICO, QUELLO DI HERA

Appartiene alla prima generazione dei grandi templi di pietra e fu iniziato intorno al 560 a.C. Mancano i frontoni e l’impianto non è ancora quello canonico; la sala interna è divisa da una fila di colonne centrali, come accade nelle antiche architetture in legno. Per molto tempo la sua funzione non è stata  chiara e, ancora oggi, viene chiamato “Basilica” - come pensavano gli eruditi del 1700 -  anche se è ormai provato che fosse  un edificio di culto. Reperti e iscrizioni suggeriscono che dovrebbe trattarsi del tempio di Hera, protettrice degli Achei e sposa di Zeus.

Da giugno 2016 è stato dotato di un percorso senza barriere architettoniche. 


IL MUSEO 


Il Museo è ben strutturato, difettano chiare indicazioni e si rischia di pensare che tutto l'esposto sia attinente al sito del Parco. Anche la tomba del Tuffatore proviene da altro sito archeologico: una tomba a cassa del 470 a.C. decorata all'interno sulle pareti da scene di simposio; la scena del Tuffatore appartiene alla lastra di copertura. Fu scoperta dall'archeologo Mario Napoli (1915-1976) nel 1968, in località di Tempo del Prete, a 1,4 km a sud di Poseidonia, in una piccola necropoli. I partecipanti al simposio sono raffigurati nel momento finale, quando si lasciano andare ai piaceri dei sensi, alla musica, al canto, al gioco del kottabos, che consisteva nel lanciare con abilità una goccia di vino su un'altra coppa. 
Nel mirare le lastre aperte con i capolavori si rimane rapiti, come capita dinanzi all'inesprimibile che solo l'arte sa esprimere. (tina ardito).

Il Tempio di Athena

Mongolfiere sul Parco

Strada romana e tempio di Nettuno

MUSEO. Ercole (Eracle per i greci) uccide il gigante Alcioneo (metope dal santuario di Hera Argiva, a Foce Sele, 570-560 a.C.)

Il mito di Sisifo (che da il nome ad un copione berniano): si noti la figura diabolica che tira giù il povero Sisifo e gli impedirà di arrivare alla sommità.

Dall'Iliade: il suicidio di Aiace

La famosa tomba del Tuffatore: scene del simposio

Il tuffatore: un passaggio simbolico dalla vita alla dimensione ultraterrena?

Un demone trasporta nell'Ade

Ci ha colpito la donna con anfora sul capo: come in uso sino a 50 anni fa nel Sud).

Le officine pestane erano assai attive e sofisticate: nel Museo l'Anfora del "pittore di Afrodite" e tanti manufatti pregiati;  il vaso con il Ratto di Europa firmato da Assteas ("capolavoro assoluto della ceramica italiota", 375-350 a.C., recuperato dai CC nel 2009), non è più presente ed è esposto nel Sannio, Castello di Montesarchio)

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