domenica 15 ottobre 2017

RITORNO a CETARA: quando assaporare diviene cultura


CETARA: STORIA, CULTURA, PESCA, NAUTICA e GENTE ACCOGLIENTE


Ci piace parlare di gente accogliente perché non è così dappertutto. A 5 km da Vietri sul mare, proseguendo per la statale 163, che costeggia tutta la fascia costiera fino a Positano, s'incontra Cetara, paese di pescatori; il suo nome, infatti, deriverebbe dal latino cetaria “tonnara” o da cetari "venditori di pesci grossi". Cetara, fascinoso e raccolto borgo marinaro in costiera Amalfitana, è a pochi km da Salerno e conta sopra i duemila abitanti. Nel 1534 i turchi, forti di 22 galee e capeggiati da Sinan pascià  (Sinanüddin Yusuf Pasha), ammiraglio ottomano, schiavizzarono gran parte della popolazione: almeno trecento persone. Chi si opponeva all'imbarco fu sgozzato. Ed è appunto per difendersi da simili attacchi che venne costruita la Torre vicereale. Dunque Cetara condivide storicamente un massacro di matrice religiosa come la pugliese Otranto (ed i suoi martiri).

Cetara non è famosa solo per la colatura di alici: pare discenda indirettamente dal garum, l’antica (e puzzolente) salsa di pesce usata dai romani per insaporire i loro piatti. È il liquido che si ricava attraverso un procedimento laborioso di pressione delle alici in barili. A fine anno si procede alla raccolta della colatura che è prima filtrata con appositi cappucci di tela, poi imbottigliata e lasciata a riposare sui davanzali, coperta da mazzetti di origano. Molti contenitori di alici sono sotto il piano stradale del porticciolo, ci ha detto il cordiale Antonio, al ristorante "Punto e Pasta". Ma è l'atmosfera della costiera ad avvolgere quanti scoprono il borgo.






Mangiare a Cetara non è un problema (se si è prenotato è meglio, soprattutto in una giornata di sole che richiama molti visitatori).  Ci sono una ventina di posti ove mangiare un mediterraneo tutto locale Vogliamo soffermarci sulla competenza e simpatia di un ristorante piccolissimo ma di eccellenza: Punto e Pasta. Si può passare per caso e non notare quella che è fondamentalmente una osteria senza grandi pretese. Noi siamo rimasti colpiti dalla semplicità umana e dai sapori dei piatti offerti. A noi piace parlare di chi è competente e umile allo stesso tempo (tra tanti chef-divi che hanno bisogno di ritrovare la "semplicità" solo rientrando a casa in messaggi pubblicitari). (a.m.)

Il cuoco Sig. Antonio De Crescenzo sorride anche lui pur nella frenetica attività.

Ravioli di ricotta di bufala con pomodori datterini gialli: la presenza non aggressiva di  colatura di alici si amalgama meravigliosamente. Ottimi anche gli scialatielli con mandorle, alici e finocchietto e tanto altro.

Pochi coperti e tanta gentilezza al "Punto e Pasta", al 14 di Corso Garibaldi. 

Discrezione e simpatia dello staff


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