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Il modernismo della capitale catalana |
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Il portale della Cattedrale di Barcellona |
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Palazzo de La Virreina, su La Rambla |
# Barcelona. A La Virreina,
su La Rambla 99, mostra fotografica e video di Ricard Garcia Vilanova dal nome LLampades en la foscor/Destellos
en la oscuridad. Luci nella
oscurità è una raccolta di una
quarantina di foto e di nove filmati del fotoreporter nato a Barcelona nel 1971
che è uno dei pochi ad essere stato in Siria dall’inizio del conflitto, ora
permanente. Nel novembre 2011, nel quadro storico delle “primavere arabe” (che
tanto ci avevano fatto sperare per l’iniziale atmosfera incruenta), si infiltrò
in Jabal al-Zawiya, nella provincia di Idlib, assistendo alle prime
manifestazioni contro il regime di Bashar al-Asad. La popolazione era tanto
intimorita dalla Mujabarat (polizia politica) che chiedeva di fotografare solo
bambini per non farsi identificare. Fu anche testimone di come venissero
dispersi dal regime i manifestanti: i cecchini sparavano sulla folla e poi
arrivavano i carri blindati. La deriva delle rivolte ha portato a conflitti di
vari gruppi con una sola vittima: la popolazione civile. Come se non bastasse,
a dare il colpo di grazia, è arrivata la follia religiosa dello Stato Islamico. Non a caso si documenta
un disegno di Silaba Baz, dieci anni, rifugiata nel campo di Suruc, in Turchia,
presso la frontiera di Kobane, località famosa per i feroci combattimenti tra
le parti sotto lo sguardo complice delle forze turche che sembrano soddisfatte
del fatto che comuni nemici si battano fra di loro: la bimba documenta in un
disegno la decapitazione di qualcuno cui ha assistito.
Ricard Garcia Vilanova
propone foto sconvolgenti rispetto alle quali
foto di guerra note appaiono immagini edulcorate. Utilizza sia per la
reflex che per la videocamera un obiettivo grandangolare che simula un occhio
distorcente, azzerando spazi. Già Robert
Capa diceva che “se le tue foto non
sono abbastanza buone è perché non ti sei avvicinato abbastanza”. Qui
griglie umane di volti e ferite sanguinolente sembrano riprese da una di quelle
videocamere montate sul casco negli sport estremi. Chi ritrae è dentro la
ripresa ed anche lo spettatore che cammina per le sale è drammaticamente
coinvolto nella sofferenza lacera umana dove piccoli e grandi soffrono e
muoiono. Problemi etici come “fino a che punto è giusto ritrarre la
sofferenza?” o “fino a che punto può spingersi un fotoreporter?” sono qui
sommersi dalla iperrealtà. Sono foto “retiniche” come le immagini che si
fissano indelebilmente nelle menti di chi è colpito da Disturbo Post-traumatico
da Stress: solo che qui non si tratta di flashback
ma di flash in diretta. Mostra durissima e sicuramente controversa. Da non
perdere.
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Il disegno della piccola Silaba Baz sulla decapitazione cui, atterrita, deve aver assistito |
# Barcelona. Sempre a La
Virreina, Secuencias è una retrospettiva di arte multimediale del
canadese Michael Snow (nato a Toronto
nel 1928), il quale ha lavorato musica, films, video, pittura, scultura,
fotografia, libri e istallazioni varie (talora discutibile il risultato).
Interessante pur con i limiti di ogni sperimentalismo, a tratti
esasperato.
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Montserrat |
# Consigliato il Museu de Montserrat, se vi capita di
andare al centro monastico di Montserrat
che domina dall’alto delle sue guglie arrotondate tutta la Catalogna. Potete
arrivarvi con la A2 in auto (65 km) o con
il treno (frequentato!) che parte da Plaza de España: in treno sono sessanta
minuti di corsa da Barcellona e cinque minuti di teleferica dalla fermata di Montserrat Aire). L’alternativa alla
funicolare è un treno a cremagliera ma si può fare il biglietto di andata e
ritorno solo con lo stesso mezzo (peccato).
Il Museo ha una esposizione permanente
: vi attendono opere di Picasso, Dalì, Mir, Nonell, Monet, Renoir, Casas,
Sisley ecc ma vi sono anche opere di scuola
italiana (Caravaggio, Tiepolo, ecc.), spagnola (El Greco, Berruguete),
fiamminga (Bruegel). Una sezione (Nigra
sum) è dedicata alla iconografia antica e moderna che ha per tema la Madonna
Nera, detta familiarmente Moreneta
(morettina).
Dal 17 luglio all’8 novembre
c.a. vi è una mostra temporanea sul grande pittore catalano Ramon Calsina (1901), un figlio di
panettieri nato e cresciuto a Poblenou, nel suburbio di Barcelona. Opera di
grande varietà, immaginazione e forza (ed anche fede, ove cercava risposte alle
inquietudini psicosociali).
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Ramon Calsina |
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El Maquinisme (1970) |
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Rosa, muller del'artista (part., 1950) |
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Crepuscle (1988) |
Altra mostra temporanea è Fate del
fotografo Roger Ballen, nato a NYC
nel 1950 e vissuto oltre trenta anni in Sud Africa. Il suo modo inquietante di
produrre immagini, tra fotografia e disegno, tra still life e portrait, accompagna l’osservatore sulla sottile linea tra reale ed irreale. I volti da disabili psichici sembrano emergere dal nulla del nudo studio.
(ardito nunzia lucia e achille miglionico)
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