Si è svolto il 1 Luglio 2015 all'Hotel Riva del Sole, a Giovinazzo, in una giornata più estiva del solito, un Convegno di grande rilevanza scientifica e clinica sulla farmacogenetica.
La farmacogenetica è lo studio della variabilità allelica di geni candidati per un potenziale effetto sul metabolismo, sull'efficacia e / tollerabilità di un determinato farmaco: in pratica lo studio delle variazioni genetiche individuali che danno
luogo a differenti risposte alla assunzione di un farmaco.
Una predizione su base genetica della
suscettibilità di risposta potrebbe
aiutare a definire la scelta dell’agente
terapeutico e la dose migliore per
velocizzare la risposta e diminuire gli
effetti collaterali.
Molte delle variazioni farmacocinetiche sono dovute a differenze nel metabolismo dei farmaci a loro volta determinate da forme alternative polimorfe dei geni che codificano alcuni enzimi epatici. Il sistema meglio conosciuto è quello del citocromo P450. Un esempio che mostra la importanza dei gruppi eme:
I citocromi P450 sono i maggiori attori coinvolti nella detossificazione dell'organismo, essendo in grado di agire su una gran numero di differenti substrati, sia esogeni (farmaci e tossine di origine esterna) che endogeni (prodotti di scarto dell'organismo). P.e. alcuni composti organici (forse la bergamottina o la naringina) presenti nel succo e nel frutto del pompelmo (!) vanno ad inibire, bloccandone l’attività, l’enzima citocromo P450 3A4 (CYP3A4); questo è responsabile, a livello intestinale ed epatico, dell’inattivazione di molti farmaci e xenobiotici. Insomma, ingerendo del succo di pompelmo (circa 250 mL) o la sua polpa, si avrà un blocco, fino a 24 ore, dell’attività del CYP450 3A4, che non potrà più degradare alcuni farmaci.
Molte delle variazioni farmacocinetiche sono dovute a differenze nel metabolismo dei farmaci a loro volta determinate da forme alternative polimorfe dei geni che codificano alcuni enzimi epatici. Il sistema meglio conosciuto è quello del citocromo P450. Un esempio che mostra la importanza dei gruppi eme:
I citocromi P450 sono i maggiori attori coinvolti nella detossificazione dell'organismo, essendo in grado di agire su una gran numero di differenti substrati, sia esogeni (farmaci e tossine di origine esterna) che endogeni (prodotti di scarto dell'organismo). P.e. alcuni composti organici (forse la bergamottina o la naringina) presenti nel succo e nel frutto del pompelmo (!) vanno ad inibire, bloccandone l’attività, l’enzima citocromo P450 3A4 (CYP3A4); questo è responsabile, a livello intestinale ed epatico, dell’inattivazione di molti farmaci e xenobiotici. Insomma, ingerendo del succo di pompelmo (circa 250 mL) o la sua polpa, si avrà un blocco, fino a 24 ore, dell’attività del CYP450 3A4, che non potrà più degradare alcuni farmaci.
E’ noto che il fumo induce l’attività del citocromo P450: in particolare la nicotina è induttore (il contrario di inibitore) delle sue isoforme CYP1A2 e CYP2B6, enzimi particolarmente importanti per il metabolismo di numerosi farmaci. Un recente articolo pubblicato su “Australian Prescriber” punta l’attenzione su possibili interazioni tra fumo di sigaretta e farmaci: gli autori evidenziano come ciò contribuisca alla variabilità inter-individuale del metabolismo dei farmaci nei fumatori rispetto ai non-fumatori e come queste variazioni possano essere clinicamente rilevanti per quei farmaci con un indice terapeutico ristretto, aumentando potenzialmente la loro tossicità. Pertanto, quando un paziente in trattamento con clozapina smette di fumare (il che può accadere anche per il semplice fatto che venga ospedalizzato e negli H è vietato fumare!), è opportuno sia ridotta la dose giornaliera del farmaco (di circa il 10% fino al quarto giorno dopo l’interruzione del fumo). Se i pazienti riprendono a fumare devono aggiustare nuovamente la dose del farmaco. Un paziente è stato colpito da crisi epilettica alla dimissione dall'ospedale dalla interruzione forzata del fumo (effetto possibile con clozapina a dosi elevate).
Il Convegno si è aperto con la introduzione del dr. Giuseppe Blasi. Ha aperto i lavori il solito e brillante dr. Guido di Sciascio con Implicazioni cliniche delle interazioni farmacologiche. IL dr. Jordi Espadeler di Barcelona ha parlato di Farmacogenetica: evidenze e prospettive in ambito psichiatrico (lo specialista catalano ha parlato in inglese e non in spagnolo).
Il Convegno si è aperto con la introduzione del dr. Giuseppe Blasi. Ha aperto i lavori il solito e brillante dr. Guido di Sciascio con Implicazioni cliniche delle interazioni farmacologiche. IL dr. Jordi Espadeler di Barcelona ha parlato di Farmacogenetica: evidenze e prospettive in ambito psichiatrico (lo specialista catalano ha parlato in inglese e non in spagnolo).
Vi è stata la discussione di diversi casi clinici (anche il dr. Achille Miglionico ha fatto un report sull'uso clinico di test di farmacogenetica), dopodiché il dr. Antonio Rampino ha parlato di Profili di efficacia e tollerabilità dei farmaci: il contributo della farmacogenetica e farmacogenomica. La farmacogenomica è una disciplina medica emergente derivata appunto dalla farmacogenetica con lo scopo di applicare conoscenze sul genoma allo sviluppo di nuovi farmaci e alla individualizzazione delle terapie più appropriate in base alla etimologia. Lo scopo fondamentale della farmacogenomica nei disturbi psichiatrici è quello di migliorare la efficacia e la tollerabilità dei farmaci stessi utilizzati nelle diverse patologie. (achille miglionico e saverio papagni)
Blasi (Bari) e Espadaler (Barcelona) |
Espadaler |
Guido di Sciascio |
Di Sciascio (Bari) ed alle spalle un dirigente della ADRcongressi |
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