mercoledì 11 maggio 2011

ABBANDONO DEI BENI CULTURALI e la cultura soffre di crisi abbandoniche

Attualmente l'Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità UNESCO (oltre quaranta siti italiani) a testimonianza dell'accresciuta consapevolezza che, gli innumerevoli tesori artistici, architettonici e naturalistici italiani, devono essere salvaguardati e trasmessi alle generazioni future. Eppure il degrado ambientale e  strutturale in cui versano molte aree archeologiche e tanti beni culturali è noto da tempo. Vero è che in Italia basta scavare per trovare qualcosa. Vero è che non c'è luogo in Italia in cui non ci sia qualcosa da ammirare. L'Italia è un immenso museo che richiede flussi di finanziamenti ad hoc. Ma è anche vero che il turismo è una industria che non inquina e anzi preserva: è il nostro slogan da sempre. Perché per esempio non si fa pagare ai turisti in ingresso in Italia un visto culturale di 1 euro? Sarebbe solo un simbolo, eppure se si calcolassero solo quaranta milioni di ingressi in Italia per turismo vi sarebbero quaranta milioni di euro in più da destinare ai beni culturali. In tutto il mondo per entrare in un Paese bisogna pagare qualcosa e talora anche tra stati della stessa federazione. Il Bel Paese può fare lo stesso per mantenere beni che appartengono a tutta la umanità. Un visto ragionevole di dieci euro significherebbe disporre di  oltre 400 milioni di euro/anno (pari a oltre 770 miliardi di vecchie lire!). Tali fondi andrebbero a migliorare le finanze del MiBAC, il Ministero specifico sorto nel 1974 dall'idea di un grande politico e storico d'Italia, Giovanni Spadolini.




Consentiteci una riflessione locale che invece coinvolge i Comuni, altri grandi attori del turismo. Partecipiamo da anni ad una festa campestre (come tante di Italia) - la fiera campestre del Casale di Santa Maria di Giano, tra Trani e Bisceglie, al fine di raccogliere materiale ed interviste per un filmato. Vi accorre tanta gente devota e no a seguire la processione della Vergine. Attiguo al Casale vi è un tempio protoromanico precedente alla arcifamosa Cattedrale di Trani (1099): si tratta della piccola Chiesa di Santa Maria di Giano, al confine tra Trani e Bisceglie, le cui origini si perdono nella notte dei tempi pagani. E' una costruzione ad aula unica con cupola centrale coperta da pennacchi, monoabsidata con copertura a chiancarelle. I blocchi calcarei con cui è costruita sono architettonicamente troppo raffinati per una semplice chiesa rurale dell'XI° secolo (d.C.). Oggi il luogo di culto è in disuso ed in stato di incredibile e gravissimo abbandono: risulta che il tempio sia stato espropriato dal Comune di Trani una decina di anni fa (così ci ha detto uno dei padroni del fondo che lo circonda). Il pavimento è ricoperto da guano di colombiformi e alte erbacce infestano la cupola esterna compromettendone la statica.Il tanfo è disgustoso. Ogni anno, alla fiera campestre di Santa Maria di Giano centinaia di visitatori che seguono la processione della Vergine due domeniche dopo Pasqua, usano visitare il tempio malandato e così apprendono che l'abbandono è dovuto al Comune di Trani. Abbiamo segnalato, anche con foto,  il caso alla giunta di Trani. Può sembrare una battuta denigratoria ma ci è sembrato che nessuno dei governanti attuali sapesse o ricordasse la Chiesa. Plausibile ma assurdo. Interverranno, ci hanno assicurato. (achille miglionico)



5 commenti:

  1. Apprendiamo dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 12 Maggio 2011 - che riporta in prima pagina il titolo "Trani, chi salverà il tempio di Giano?" - , che non siamo i soli a seguire il caso: e questo ci conforta. La Redazione INCULTURA

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  2. Apprezzo che personalità del mondo Psichiatrico sappiano trovare il tempo per la tutela delle nostre risorse storico-culturali, laddove chi dovrebbe essere preposto a questo dicastero non si pone proprio il problema. Grazie a quelli come il Dr. Miglionico che allertano la cittadinanza sul degrado del nostro patrimonio architettonico
    Matteo De Augustinis

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  3. Apprendiamo dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 12 Maggio 2011 - che riporta in prima pagina il titolo "Trani, chi salverà il tempio di Giano?" - , che non siamo i soli a seguire il caso: e questo ci conforta. Anche TRANIWEB si è interessato alla vicenda in data 10 c.m. Abbiamo ricevuto consensi da privati. Meglio essere in tanti. La Redazione INCULTURA

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  4. Parliamo, parliamo ma si è fatto qualcosa nel frattempo?

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  5. Ad oggi, 7 Giugno 2011, nulla è stato fatto per la Chiesa di Santa Maria di Giano, se è vero come è vero che, passandoci vicino sulla Andria-Bisceglie ogni giorno, ne vedo ancora la foresta parassita sulla cupola. Voglio essere smentito e fare una brutta figura. Ditemi che mi sono sbagliato e che qualche squadra si è recata sul posto puzzolente.

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