La battaglia di Dunkerque-Dunkirk in un grande film di rievocazione storica che accomuna i giovani di un tempo a quelli di oggi, nello stordimento della guerra e nella ricerca di inquietanti interrogativi.
Giovani che sono attori non noti, guidati da un superbo Kenneth Branagh e dal pilota Tom Hardy, che rappresenta la storia attraverso il "cielo". Il film, Dunkirk descrive la Storia, e i tanti destini di vita e di morte di tanti esseri umani intrappolati sulla spiaggia, stretti nella morsa nazista. Ripropone con stile anche documentaristico le vicende di "cielo", di "mare" e "spiaggia" senza enfasi patriottistiche e senza accanimento sui nemici (i tedeschi sono denominati solo come "nemici" e si vedono pochissimo); malgrado i tanti morti non ci sono scene cruente, che piacciono a tanti "macchiaioli" del grande schermo.
«C’è stato un tempo — ha spiegato il regista Christopher Nolan, che sicuramente ha avuto come faro Spielberg — in cui i film di guerra avevano anche un intento propagandistico e non è certo il mio caso. Dunkirk evidenzia l’orrore, la ferocia di tutte le guerre e i miei giovani interpreti, che quasi tutti nulla sapevano della battaglia che andavano interpretando, spesso mi chiedevano il perché delle tante vite perdute, dell’immane tragedia. Cercavo di trovare risposte per loro, per la platea che rivivrà il passato e, forse, avrà voglia, lo spero, di prendere in mano i libri di Storia. Cosa che tutti dovremmo fare, specialmente oggi, tempo di migrazioni e contrasti».
Dunkerque è oggi un comune francese di centomila abitanti situato nel dipartimento del Nord, nella regione degli Hauts-de-France, importante città portuale situata a 10 km dal confine con il Belgio. La operazione di evacuazione delle truppe inglesi e francesi praticamente accerchiate nella offensiva nazista che preludeva alla resa del Belgio e quindi della Francia intera, avvenne tra il 26 Maggio ed il 3 Giugno 1940. Probabilmente Hitler, ossessionato dai fronti che voleva aprire ad Est, sperava in una resa della Gran Bretagna che non ci fu. Anzi. In effetti i risultati raggiunti dall'evacuazione furono notevolissimi: in nove drammatici giorni le navi britanniche e francesi evacuarono circa 338.000 soldati, di cui 115.000 francesi anche se a costo di gravi perdite nel naviglio e nelle file della RAF, che si impegnò al massimo per sostenere la manovra anche se le truppe a terra lamentarono la presunta assenza delle loro aviazioni in un cielo dominato dalla Luftwaffe
Il film tiene incollato lo spettatore alla poltrona, scosso dalla realtà degli eventi. Che avrei fatto io in questa circostanza assurda e infernale di morte? sembra chiedersi l'uomo qualunque che la Storia trasforma spesso in inconsapevoli eroi o vittime.
Il film racconta del senso di colpa dei sopravvissuti che mai avrebbero pensato di essere sostenuti come eroi e non come sconfitti al rientro in patria. Da lì sarebbe ripartita la lotta contro l'imperialismo nazifascista, dagli sconfitti di "terra" che, dopo la Battaglia di Inghilterra che tolse il predominio alla Lufwaffe e grazie all'ingresso in guerra degli USA, avrebbero rimesso piede in Francia con lo sbarco in Normandia.
“We shall fight on the beaches” e l'orgoglio britannico. Il discorso di Churchill.
«Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo in aria con crescente forza e sicurezza, combatteremo in difesa della nostra isola, qualunque sarà il prezzo che dovremo pagare. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle teste di sbarco, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. E non ci arrenderemo mai»
(a.m. & t.a)
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