lunedì 18 novembre 2013

Un film (italiano) da non perdere: "L'ultima ruota del carro" di Giovanni Veronesi




Sono le vicende tragicomiche di Ernesto, un "uomo qualunque" che (in)segue vita e ideali-guida (come la onestà e la lealtà) nel mentre attraversa fasi cruciali della storia d'Italia dagli anni '70 ad oggi: dalla uccisione di Aldo Moro (geniale la trovata del parcheggio che blocca la famosa Renault rossa) sino alla emersione del fenomeno berlusconiano (bellissima la scena di quando Ernesto a vederne sui manifesti il sorriso immarcescibile finisce per emularlo come attivando i neuroni specchio). Gli è di  sostegno nel difficile iter esistenziale il costante e pulito amore di Angela (Alessandra Mastronardi), la compagna di una vita, che gli sarà vicina anche nei problemi di salute, a modo suo, tra il Goffo Pasticcione e la Fedele-per-sempre. Ernesto (un ottimo Elio Germano) si adatta - tra ammaccature, ingenuo stupore e passività - al passaggio da primissima Repubblica a Seconda Repubblica, ma non  smarrisce mai la propria fragile identità anche quando partecipa non convinto alle maniacali imprese dell'amico Giacinto-Ricky Memphis ("Ti fidi di me?"), che rappresenta il Furbetto nel presepe italiano. Sono tanti gli stravaganti personaggi che il destino metterà sul suo cammino: l'artista pop - Alessandro Haber è magistrale nella interpretazione del Warhol all'italiana - gli fornisce quella accoglienza che il proprio padre gli aveva sempre negato; il parlamentare pugliese, il Furbone, impersonato da un irresistibile Sergio Rubino.
Si muovono tutti bene sul set e con sufficiente naturalezza: Elio GermanoAlessandra MastronardiRicky MemphisSergio RubiniVirginia RaffaeleAlessandro HaberFrancesca AntonelliMaurizio BattistaFrancesca D'AlojaLuis MolteniDalila Di LazzaroUbaldo PantaniMassimo WertmüllerElena Di Cioccio. Buona la Fotografia: Fabio Cianchetti. Buono il montaggio: Patrizio Marone. Complimenti alla produzione Fandango (al pugliese ma internazionale Domenico Procacci in primis) e Warner Bros.
Ci è piaciuta la pellicola e crediamo nella rinascita della commedia alla italiana, quella "seria" e di spessore che sa anche far riflettere. Scusate la apparente esagerazione ma a noi il film ha ricordato due titoli di culto: il Forrest Gump italiano che termina con una filosofia di fondo che richiama il "basta che funzioni" di genesi alleniana. (achille miglionico)







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