Sono le vicende tragicomiche di Ernesto, un "uomo qualunque" che (in)segue vita e ideali-guida (come la onestà e la lealtà) nel mentre attraversa fasi cruciali della storia d'Italia dagli anni '70 ad oggi: dalla uccisione di Aldo Moro (geniale la trovata del parcheggio che blocca la famosa Renault rossa) sino alla emersione del fenomeno berlusconiano (bellissima la scena di quando Ernesto a vederne sui manifesti il sorriso immarcescibile finisce per emularlo come attivando i neuroni specchio). Gli è di sostegno nel difficile iter esistenziale il costante e pulito amore di Angela (Alessandra Mastronardi), la compagna di una vita, che gli sarà vicina anche nei problemi di salute, a modo suo, tra il Goffo Pasticcione e la Fedele-per-sempre. Ernesto (un ottimo Elio Germano) si adatta - tra ammaccature, ingenuo stupore e passività - al passaggio da primissima Repubblica a Seconda Repubblica, ma non smarrisce mai la propria fragile identità anche quando partecipa non convinto alle maniacali imprese dell'amico Giacinto-Ricky Memphis ("Ti fidi di me?"), che rappresenta il Furbetto nel presepe italiano. Sono tanti gli stravaganti personaggi che il destino metterà sul suo cammino: l'artista pop - Alessandro Haber è magistrale nella interpretazione del Warhol all'italiana - gli fornisce quella accoglienza che il proprio padre gli aveva sempre negato; il parlamentare pugliese, il Furbone, impersonato da un irresistibile Sergio Rubino.
Si muovono tutti bene sul set e con sufficiente naturalezza: Elio Germano, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis, Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, Francesca Antonelli, Maurizio Battista, Francesca D'Aloja, Luis Molteni, Dalila Di Lazzaro, Ubaldo Pantani, Massimo Wertmüller, Elena Di Cioccio. Buona la Fotografia: Fabio Cianchetti. Buono il montaggio: Patrizio Marone. Complimenti alla produzione Fandango (al pugliese ma internazionale Domenico Procacci in primis) e Warner Bros.
Ci è piaciuta la pellicola e crediamo nella rinascita della commedia alla italiana, quella "seria" e di spessore che sa anche far riflettere. Scusate la apparente esagerazione ma a noi il film ha ricordato due titoli di culto: il Forrest Gump italiano che termina con una filosofia di fondo che richiama il "basta che funzioni" di genesi alleniana. (achille miglionico)
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