lunedì 15 febbraio 2010

TEATRO - Giselle

di Michele Miglionico


"Giselle" è un'opera imprescindibile della storia del balletto classico ed è quindi uno spettacolo ideale per chi voglia affacciarsi per la prima volta a questo mondo. Come sempre, è d'obbligo documentarsi sull'intreccio che verrà rappresentato, in modo da fruire al meglio della messa in scena. In questo caso, la storia parla della contadina Giselle, amante del ballo ma malata di cuore, che si innamora ricambiata di Albrecht, principe camuffato da plebeo, già promesso sposo di una sua pari. Quando il geloso Hilarion svela a tutto il villaggio l'inganno, Giselle muore di crepacuore. Ritornerà tra le Villi, le leggendarie fidanzate-fantasma abbandonate prima delle nozze, e riuscirà a vendicare l'amato e a salvarlo comunque dall'ira delle sue simili. Eleonora Abbagnato (Giselle) merita la sua fama internazionale. E' la prima volta che la prima ballerina dell'Opera di Parigi affronta questo ruolo, perché sempre considerata troppo alta e quindi relegata al personaggio secondario di Myrtha; tornata in Italia da regina, sono cadute le pregiudiziali e le è stato permesso di dimostrare di esserne... all'altezza. Leggiadra ed elegante, stupisce il pubblico per la facilità con cui si muove sulle punte o dando l'impressione di essere leggera come una piuma, negli adagio come in altre perfomances. Il suo partner Jean-Sebastien Colau (Albrecht), invece, viaggia su binari più comuni, tra alti e bassi. In media un livello eccellente, ma la pesantezza di alcuni assemblées o altri passi fa storcere il naso ai più sensibili. Inoltre, in alcuni frangenti la sintonia fra i due protagonisti scricchiola. Buona parte della colpa è probabilmente da imputare alla non impeccabile sincronia tra il corpo di ballo e l'Orchestra della Fondazione Petruzzelli, che porta a qualche scollatura. Nulla da ridire sull'interpretazione drammatica dei personaggi, efficace per tutto il cast, in particolar modo per Andris Pudans (Hiliarion). La tradizione "russa" del Latvian National Opera Ballet garantisce solidità a tutto lo spettacolo. Ineccepibili e funzionali le scenografie: il bucolico scorcio di realtà contadina del primo atto, e ancor più lo spettrale cimitero del secondo atto, minimale ma che riesce a regalare qualche brivido d'inquietudine, anche grazie alle coreografie femminili della protagonista e delle Villi. Se alla fama dell'opera e al livello medio delle esecuzioni aggiungiamo il suggestivo scenario del teatro Petruzzelli, alla fine dei conti anche il biglietto più costoso vale l'acquisto.

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